QUEI RAGAZZI🖇

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ELEONORA POV

17 NOVEMBRE 2028

"E' mioooooo" 

"NO, papà pleso a me" 

Sbuffo per l'ennesima volta sentendo le loro urla. E' tutta mattina che vanno avanti così, sto perdendo la pazienza. Oggi è il mio giorno di riposo e speravo di rilassarmi con le bambine sul divano davanti ad una cioccolata calda ma, a quanto pare, non è possibile.

"Udo lascia" 

All'ennesima battuta mi alzo di scatto dalla sedia della cucina per dirigermi in salotto dove loro, in teoria, dovrebbero giocare senza litigare. Incrocio subito le braccia fulminandole con lo sguardo. Si girano e vedo subito gli occhi lucidi di Ludovica. Accorro prendendola tra le braccia.

"Che è successo?" 

"Bea spinto" 

"Te l'ho detto tante volte Beatrice, non si spingono le persone ma si parla. Ora chiedi subito scusa a tua sorella e non voglio più sentirvi litigare"

"NO" 

"Bea" mi sfida con lo sguardO ma se voglio posso essere più determinata di lei. Punto i piedi aspettando che faccia quanto detto. Vedo che si prende le manine portandosele in grembo e torturandosele, è una bambina estremamente orgogliosa. 

"Allora?!"

"Scusa" dice in un sussurro quasi impossibile da sentire. Ludovica, essendo molto gentile e sensibile, si avvicina subito abbracciandola. Sono talmente diverse che, se non fossero uguali esteticamente, non diresti mai che sono gemelle. 

"Brave pulcine, Bea per favore non voglio più che ti comporti così ne con lei ne con nessun altro. Io e papà non tolleriamo queste cose. Ora mi volete spiegare per cosa stavate litigando?" da dietro la schiena della mia piccola teppista sbuca la testa di una bambola e subito alzo gli occhi al cielo.

"Udo detto che sua ma papà plesa a me" io giuro che Niccolò lo ammazzo con le mie stesse mani.

"Papà ne aveva prese due vero?! Dove è l'altra?"

"Camela" 

"Vai a prenderla Ludo" lentamente si avvia al piano di sopra e, poco dopo, fa ritorno con una bambola identica tranne che per il colore del vestito, ora capisco.

"Colole divelso mamma. Voglio quella" dice indicando quella tra le mani di Beatrice. Porto subito le dita tra i capelli chiudendo gli occhi e inspirando profondamente. Non è possibile, Nic lo sa che non deve mai prendere due cose diverse se no i risultati sono questi. 

Tasto le tasche dei jeans per recuperare il cellulare e chiamarlo all'istante ma, fortunatamente, la porta d'ingresso si apre di scatto rivelando il mio fidanzato un po' troppo sorridente. La sua espressione però cambia immediatamente vedendo il mio sguardo di fuoco.

"Che sta a succede qua?" 

"Secondo te?" dico io indicando i due giochi tra le loro mani. I suoi occhi sono confusi, possibile che non riesca a capire?!

"Le tue figlie stavano litigando perchè le bambole che TU le hai preso l'altro giorno non sono uguali" tento di chiarire io, vedo una lampadina accendersi nel suo cervello, forse ce l'ha fatta.

"Ma sono uguali" risponde lui avvicinandosi per guardarle meglio e capire dove ha sbagliato.

"No papà, colole diverso" 

"Daje Ludovica so solo diversi i vestiti, che cambia?! Fate 'npo per uno. O sapete che nun me piace che litigate pe queste cose. Se mamma me dice che succede ancora nun ve compro più niente" vedo i loro occhi sgranarsi appena sentono questa frase e, prontamente, si zittiscono sedendosi sul tappeto ed iniziando a giocare in religioso silenzio.

QUEL FILO CHE CI UNISCE 2 - ULTIMO (Niccolò Moriconi)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora