QUEL FILO CHE CI UNISCE 2 - ULTIMO (Niccolò Moriconi)

PARIGI❤️

DISCLAIMER: IN QUESTO CAPITOLO SONO PRESENTI SCENE ESPLICITE. SE QUALCUNO SI SENTE A DISAGIO PUO' SKIPPARE E CI VEDIAMO AL PROSSIMO AGGIORNAMENTO.

NICCOLO' POV

22 SETTEMBRE 2029

Siamo a Parigi da 3 giorni, oggi è il penultimo qui e ci stiamo incamminando verso il nostro posto. In questo momento mi sembra di essere tornato indietro nel tempo, esattamente a 12 anni fa. Il 22 settembre 2017, una data che non scorderò mai.

Era la prima volta che venimmo qui, ma da subito è stata la città che ci ha rubato un pezzo di cuore e non ce l'ha più restituito. Una parte di noi è sempre qua, quei ragazzi di 21 anni alle prese con un amore più grande di loro, con delle emozioni talmente forti che è impossibile descriverle, con dei sogni che piano piano si stavano realizzando sempre mano nella mano.

Parigi ci ha accolto da ragazzi  e ci ritrova ora da adulti, sempre insieme nonostante tutto. Non avrei mai pensato che saremmo tornati qui, come le dissi più volte non l'avrei mai fatto se non con lei. Qui ci sono tanti, forse troppi ricordi di noi intenti ad immaginare il nostro futuro, quello che sognavamo. Ricordo le lunghe passeggiate notturne per le stradine parigine mentre, abbracciati, sognavamo ad occhi aperti tutto quello che la vita avrebbe avuto in serbo per noi. Nessuno avrebbe mai pensato però che, due anni più tardi, le nostre strade si sarebbero divise. Eravamo una bomba pronta ad esplodere insieme, i progetti che avevamo erano tanti ma non compatibili insieme. Immaginatevi un ragazzo di un piccolo quartiere con la voglia di sfondare nel mondo della musica, che non si è mai arreso nonostante tutti i rifiuti ricevuti. Ora immaginate una ragazza che voleva diventare medico, un sogno che aveva fin da bambina. Gli impegni di entrambi erano troppi e non riuscivano a conciliarsi insieme. Il mio pensiero fisso in quel periodo era solo il pianoforte e la musica, davo il 100% in quello trascurando tutto il resto e, poi, ne ho pagato le conseguenze.

"Nicco, guarda" mi giro verso Eleonora e la vedo con gli occhi lucidi. Osservo il punto che mi sta indicando e, senza nemmeno accorgerci, ci siamo trovati davanti alla Torre Eiffel. 

"Ti ricordi quando qui abbiamo scattata la fotografia che ho messo nell'album?" la abbraccio da dietro sussurrando queste parole al suo orecchio. Annuisce senza però rispondere, so cosa sta provando in questo momento. 

"Nun piagne amò, namo a facce n'artra foto" la prendo per un braccio trascinandola nell'esatto punto in cui la scattammo 12 anni fa.

"E chi ce la fa?" chiede lei inarcando un sopracciglio.

"Mo fermo quarcuno, nun te preoccupà" mi dirigo a passo svelto verso il primo turista con il telefono tra le mani.

"Excuse me, na foto please" mi guarda stranito non capendo quello che gli sto chiedendo. Il mio inglese effettivamente non è dei migliori, tutt'altro. Sento dietro di me la risata di Eleonora e io, imbarazzato, mi porto una mano in volto. Si avvicina a me cingendomi la vita e si rivolge direttamente lei al ragazzo.

"Sorry for his bad english. Can you take a photo, please?" 

"Sure" gli passo il telefono e torniamo nuovamente nel punto di prima. Appoggio le mie labbra sulle sue e, inevitabilmente, i ricordi tornano più vivi che mai. E' sempre lei, il suo profumo è lo stesso, profuma ancora di sogni e di fragole come anni fa, questo non è mai cambiato. 

"Amo, che dici de annà a riprende er telefono?" 

"Mo vado" ringrazio il ragazzo e torno verso di lei ma, sento un peso sempre più prepotente nella tasca posteriore dei jeans. E' da qualche mese che conservo questo piccolo segreto con me, non ho coinvolto nessuno, nemmeno Adriano e Cocco. Un giorno passando davanti una gioielleria a Roma, notai un anello assolutamente perfetto per Eleonora. Un solitario con un piccolo diamante al centro non troppo vistoso, non le sono mai piaciute le cose troppo appariscenti e così, entrai e capii subito che era arrivato il momento di fare il passo successivo. Non ho mai trovato il momento giusto però, fino ad ora.