Horeeya

𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝟹

Ogni muscolo era intorpidito, per non dire dolorante.
Eppure il suo corpo era totalmente rilassato, abbandonato al suolo immerso in quelle morbide dune di sabbia.

Il dolce scrosciare mattutino del fiume lo cullò, mentre il calore del sole iniziò ad accarezzargli la pelle scoperta.
Il canto dei primi aironi iniziò a farsi sentire, mentre immergevano le zampe snelle e lunghe nelle acque basse alla ricerca di qualche pesciolino o insetto.

Ogni cosa si stava risvegliando, la natura alzava le palpebre verso un nuovo giorno assieme al sole che mandava via lentamente l'oscurità rimasta della notte.

"Mh...". Si stiracchiò pigramente, socchiudendo gli occhi e lasciando che i due rubini facessero capolino da sotto le ciglia chiare.
Il cielo sembrava essere dipinto, con dei colori tenui, il rosa sembrava essere il protagonista di quella tavolozza, che si mischiava all'arancio creando delle combinazioni uniche.

Ogni alba era unica, e bellissima, e risvegliarsi con quel panorama immerso nella natura... Non aveva prezzo.

L'aroma così avvolgente dell'Alpha era sempre presente, ma attenuato.
Di fianco a sé il terreno aveva preso la forma del corpo dell'altro durante la notte, ed infatti era solo quello... una forma.

Un ringhio infastidito uscì dalle sue labbra che un'altra volta si era risvegliato da solo, mentre indolenzito fece leva sulle braccia, affondando i gomiti nella sabbia fresca, e con gli occhi iniziò a scrutare i dintorni.

Non avrebbe mai potuto farne a meno... Una meraviglia della natura...

Per non parlare di lui.

Il suo Alpha.

In acqua, con la superficie che scontrava delicatamente il basso ventre, ogni suo muscolo guizzava e le goccioline sfioravano quel corpo così... Perfetto.

Sembravano tanti piccoli diamanti incastonati nelle sue carni, che con i primi riflessi del sole donavano una visione divina, come se un bagliore interno fosse vivo in lui.

I riccioli bagnati ricadevano all'indietro, mentre le mani sfioravano ogni centimetro della propria pelle intento a ripulirsi.
E Katsuki lo osservava con le labbra schiuse, mentre quelle mani così forti si accarezzavano l'addome, il petto, il collo...

Seguì bramoso quei movimenti, dondolando quasi come un cobra richiamato dalla musica.
La pelle abbronzata era così invitante, e poter vedere ogni nuovo segno e timbro dati dal suo passaggio durante quella notte... Non aveva eguali.

Ogni graffio risaltava, rosso ed infiammato, sulle sue spalle larghe e tirate, insieme ad altri aloni e morsi dati dai picchi di piacere.
Eppure, quella nuca ancora pulita e liscia...

L'autocontrollo lo aveva, decisamente... Non si erano marchiati.

Era stato un loro patto... Lo avrebbero fatto solamente dopo, una volta ritrovati e di nuovo insieme.
Non avrebbe avuto senso averlo fatto in quella notte di passione, sarebbe stato troppo pericoloso.
La missione prevedeva di entrare nella corte Todoroki... E se fosse entrato marchiato, avrebbe firmato la sua condanna a morte.