𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝟷𝟷

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Un passo dopo l'altro, in quella notte silenziosa

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Un passo dopo l'altro, in quella notte silenziosa.
Non erano molte le persone che girovagavano in quei vicoli quel giorno, ed era strano...

Si aspettava di incrociare più gente, o comunque vedere più vita nelle vie.
Il cappuccio era ben tirato su, da coprirgli quasi mezzo volto e non essere riconoscibile, mentre la sua figura passava inosservata.

Era rimasto sorpreso da quella richiesta... Generalmente quella ragazza rimaneva più sulle sue, se ne usciva ogni tanto con qualche richiesta assurda o degli scambi.
Ma quel giorno... Lei voleva parlare con lui.

E non poteva non chiedersi se tutto quello fosse una trappola o un modo per fargli del male...
Non era mai capitato che Mina attentasse alla sua vita, ma quella strana sensazione non riusciva a scivolare via dalle sue vene.

Ed anche quando entrò all'interno di quello stanzone, rimase in allerta.
Le persone avevano iniziato a riunirsi in spazi al chiuso, dove bevevano vino e mangiavano insieme cibo preparato da signore gentili che cercavano di donare delle pietanze a chi non poteva permetterselo.

Spesso lui la notte, quando ne aveva la possibilità, capitava in quei luoghi ed aiutava.
Portava del cibo in più, oppure donava dell'oro per poter dare la possibilità di acquisto a quelle persone.

Tutto ciò, ovviamente, doveva eseguirlo sotto l'ombra e l'oscurità della notte, lontano dagli occhi di ghiaccio di suo padre che lo avrebbero punito senza dubbio.

L'idea che quella frusta si scontrasse ancora contro la sua pelle lo faceva percuotere da brividi, ecco perché era diventato così ubbidiente nei suoi confronti... Lui aveva il terrore di suo padre, e lo odiava così tanto...

Quante volte lo aveva accompagnato in battaglia, vedendo quando fosse sanguinario e crudele... Una bestia incontrollata, che strappava la vita agli Omega ed ai bambini, dopo averli...

Ringhiò al solo pensiero, scrutando le facce di quelle persone.
C'era chi era estremamente felice e festaiolo, che urlava con i propri amici, gioiosi di avere del cibo caldo, e poi c'erano i solitari, che lontani da occhi indiscreti sorseggiavano in cocci il vino, riposandosi appoggiati ai muri, in un religioso silenzio avvolto da un po' di speranza.

Mina non passò inosservata, sventolò freneticamente un braccio in aria, con un ampio sorriso a decorarle il volto assieme a quei gioielli che era abituata ad utilizzare.
I riccioli rosati erano decisamente riconoscibili, e così fece per muoversi...

Ma un tenero odore arrivò al suo naso, facendolo bloccare di scatto.
I suoi occhi scrutarono tutte quelle figure, confuso e scosso da quell'aroma così improvviso.

Un odore che... Che gli piaceva. Un odore che lo stava quasi invitando, in un silenzio da saper leggere... Fiori...

".. ci sei?".

Le iridi ambrate della riccia apparvero nella sua visuale, mentre le sopracciglia dell'Alpha si aggrottarono appena, come se la sua vita si fosse interrotta per qualche strano attimo.

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