𝙲𝚊𝚙𝚒𝚝𝚘𝚕𝚘 𝟸𝟽

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Non aveva mai provato una sensazione che si avvicinasse alla morte, sapeva che era sicuramente un momento impossibile da eguagliare

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Non aveva mai provato una sensazione che si avvicinasse alla morte, sapeva che era sicuramente un momento impossibile da eguagliare.
Ma in quel momento, su quel tetto, coperto solamente da un pergolato con della paglia al di sopra... sentì un dolore talmente lancinante al petto che non gli permise nemmeno di gridare.

Non aveva mai provato quel tipo di dolore... mai. E probabilmente, non lo avrebbe provato nemmeno nell'esatto momento della sua morte... O almeno, sperava che la sua morte potesse essere almeno più rapida ed indolore...

Era come se infiniti spilli perforassero il suo petto, bloccando il suo cuore, o che dilaniassero i suoi polmoni, graffiando il suo respiro...

Izuku Midoriya, il suo compagno, il suo Alpha, era lì, esposto come carne da macello, di fronte ad un'intera città, su un palco... bloccato, come una bestia...

Mutilato, oltraggiato della sua vera essenza... messo in ridicolo, nudo, esposto a quegli occhi che lanciavano solamente offese e maledicevano quel povero ragazzo che probabilmente non riusciva nemmeno a rendersi conto di dove si trovasse.

I riccioli, sporchi ed appiccicosi, erano stretti in una delle mani grosse e potenti del Re Todoroki, con il volto stravolto... irriconoscibile... tumefatto, chissà quanti colpi lo avevano toccato...

Quanta rabbia era stata sfogata su di lui? E soprattutto... perché...?

Strinse i denti, imbracciando l'arco, mentre il tremore alle mani sembrava non voler passare.
Aveva imparato a tirare con l'arco? Assolutamente no. Ma doveva farlo lui... gli bastava che quella stupida freccia sferzasse l'aria e finisse nelle vicinanze di quel teatrino.

Non doveva nemmeno colpire nessuno...

Ed osservò tutta quella scena... e vedere sua madre gli fece venire un tuffo al cuore...

Così bella, con le vesti scure... I due rubini, uguali ai suoi, brillavano, ed il viso era decorato da quei trucchi tradizionali del suo popolo...

Con quei colori scuri che ricordavano il lutto, doloroso e distruttivo...

"Col cazzo che muoio...". Ringhiò a denti stretti, afferrando prontamente la corda dell'arma che si tese appena, pronta per incoccare la freccia nel momento atteso...

Suo padre avrebbe dovuto prendere la falce per tagliare di netto la testa ad Izuku... il solo pensiero gli faceva risalire un conato di vomito...

Percepiva la bile acida risalire la sua gola, mentre non distoglieva gli occhi da Mitsuki che dolcemente ascoltava il respiro di Izuku, incosciente e riverso a terra... inerme, come un morto.

"Col cazzo che muori pure te...".

Gli occhi erano pieni di lacrime che desideravano uscire... ma si obbligava a rimanere impassibile, per evitare che l'emotività prendesse il sopravvento... ma forse era troppo tardi.

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