IL PRIMO VOLO

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Il nostro viaggio proseguì. C'era un'aria tesa, e un velo pesante sembrava aleggiare sulle nostre teste rendendo l'atmosfera quasi fastidiosa.

Cercai di scacciare quel pensiero, di spostare la mia testa su altro e di concentrarmi sui miei passi per non incappare in qualche radice fuori dal terreno.

Nella mia testa balenò la figura di Lilli. Chi era la nostra nuova compagna di viaggio? Era così fondamentale? Poteva portarmi a casa?

<<Sbaglio o qualcuno qui è estremamente silenzioso?>>
Era Jeremy. Grazie a dio qualcuno aveva rotto quel silenzio.

<<A me pare che qui non tiri una gran bella aria>>sussurrai, per non farmi sentire dagli altri.

<<Non ti sfugge nulla eh?>>

Sorrisi, con un cenno della testa indicai Lilli.
<<È lei il motivo?>>

Jeremy alzò gli occhi al cielo, lo presi come un'affermazione, dopodiché si guardò velocemente intorno, vide che gli altri erano tutti impegnati nella marcia silenziosa, si fermò e bloccò anche me.

Voleva farci guadagnare qualche passo di distanza.

<<Scusami>> disse piano <<non volevo essere brusco>>.

<<Peter non ti ha detto nulla Kate, ma io credo che sia controproducente lasciarti all'oscuro di tutto. So che a Peter non piacerà quello che sto per fare, io, io ,non dovrei...>>

<<Jeremy, sta calmo. Cosa volevi dirmi?>>

Dopo una brevissima e ultima esitazione, mi spiegò.

Lilli per noi era una risorsa strategica. Era l'unica a sapere esattamente la locazione dell'isola del Teschio, dove evidentemente eravamo diretti. C'era già stata con Peter, sapeva come muoversi in quel posto. Lilli doveva stare con noi, avevamo bisogno delle sue doti magiche di fata.

Una fata.

Quattro lettere, che avrò sentito chissà quante volte, ma che in quel momento mi stregarono come mai prima.

Lilli era una fata, una fata vera.
Uno si abitua per tutta la vita a credere nelle cose concrete, ad abbandonare le fantasie infantili, e poi succedono queste cose.

Una parte di me in realtà era addirittura delusa. Le fate me le aspettavo diverse. Grandi ali, faccini puliti e vestitini colorati che svolazzano liberi ad ogni gesto della dolce creatura.
Lilli però sembrava, normale.

Il sentiero si addentrava sempre più nella foresta che, man mano che si procedeva, diventava sempre più selvaggia e lasciava filtrare sempre meno luce.

<<Jeremy?>>

<<Sì?>>

<<Non vedo animali da queste parti, come mai?>>

<<Non ce ne sono!>>

<<Non ce ne sono?!>>

<<Non ce ne sono.>>

<<Ah...>>

Oltre alla conversazione su Lilli, quella sugli animali fu l'unica conversazione interessante che ci fu. Nessuno infatti sembrava interessato a parlare, neppure Jeremy, che dopo avermi dato quelle poche informazioni sulla fata del gruppo deve essersi sentito in colpa, dirigendosi velocemente al suo posto in fila.

Non ero abituata a non parlare. Con nonna Jane era una conversazione continua, non ci si poteva fermare mai.

I volti di ciascuno, però, dicevano più di mille parole. Bastava guardarli: Lilli aveva gli angoli della bocca piegati verso il basso, in una smorfia di dolore misto a dispiacere e noia.

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