IL PIANO "INFALLIBILE"

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Era passata un'altra notte e ancora mi ero risvegliata su quella terra, con tutti gli altri, Peter e compagnia. Peter e Jeremy dovevano essersi svegliati con parecchio anticipo rispetto agli altri, e si erano messi in parte a confabulare. 

Il cammino verso la nostra meta, l'isola del teschio, doveva essere molto lungo, o almeno così mi pareva di aver colto da Jeremy e Peter, che non si stavano certo curando del volume della loro voce in quel momento. 

Mi misi seduta e cominciai a rivivere nella mia testa le parole della sera prima scambiate con Jeremy. Peter mi avrebbe lasciata andare? La sola idea della mia vita nelle sue mani mi metteva estremamente a disagio. 

Una cosa era certa, in quel momento era con Lilli che dovevo parlare. Lei era l'unica in grado di darmi ancora un barlume di speranza, oltre che informazioni utili. Ma come fare? Lilli stava sempre vicino a Peter durante gli spostamenti, e questo complicava le cose. In più, il nostro ultimo scambio non era andato troppo bene. 

Il gruppo si rimise in marcia. Come previsto, Lilli e Peter si misero davanti, seguiti da Tom, Jeremy e me. Non passò molto che i due aprifila iniziarono a parlottare tra di loro. Peter tirò fuori una mappa, mentre Lilli, con lo sguardo seguiva i punti che Peter le indicava. 

Non ero distante da loro, ma tra i passi e Jeremy che tentava di intrattenere una conversazione con me non riusci a sentire nulla. 

"Jeremy?"

"Sì" disse, interrompendo il suo monologo. 

"Secondo te posso spostarmi davanti alla fila?"

Jeremy fece uno sguardo stranito. "Perché, sono così noioso?" Era ironico, e dovetti mordermi il labbro per evitare di lasciar trasparire i miei pensieri. In quel momento non solo lo trovavo noioso, ma anche piuttosto snervante dal momento che le sue parole non mi permettevano di interecettare quello che Peter e Lilli di dicevano. 

"No, ma cosa dici..." mi lasciai scappare una risatina imbarazzata " sono solo curiosa di vedere com'è stare lì davanti."

Il discorso non stava in piedi, e me ne rendevo perfettamente conto. Stavo sudando freddo, si vedeva tanto che mentivo?

"Curioso" disse allora Jeremy, spostando lo sguardo da me all'inizio della fila. "Sei sicura di stare bene? Ti vedo un po' tesa."

Mi sentivo tremendamente in colpa. Non solo lui stava credendo alla mia bugia, ma si stava anche preoccupando per me. Pensai di non meritare un'amicizia come la sua. Anzi, no, ero sicura di non meritarla. 

Annunii con quanta più convinzione avevo in corpo. 

"Bene, aspetta un secondo qui." 

Jeremy scattò in avanti, sorpassò Tom, e arrivò esattamente tra Peter e Lilli, interrompendone la misteriosa conversazione. Vidi che stava sussurrando qualcosa all'orecchio di Peter. Aveva forse capito che stavo mentendo? O che avevo secondi fini? 

Peter si voltò verso di me con il sopracciglio alzato e il suo solito sorriso beffardo. Doveva aver capito, non c'erano altre spiegazioni. Lasciò ordini a Jeremy e lo rimandò da me. 

"Allora?" chiesi, controllando a stento ansia ed entusiasmo. 

"Puoi andare, Lilli prenderà il tuo posto qua dietro fino a che non torni."

No! Non doveva andare così, ma non mi pareva il caso di fare storie. 

"Fantastico" dissi con finto entusiasmo, avviandomi verso l'inizio della fila.

Passando di fianco a me, Lilli mi lanciò uno sguardo dispiaciuto, o forse era solo infastidita per quello scambio?

Avvertii una forte tensione diffusa in tutto il corpo, e aumentava con ogni passo verso Peter. Il respiro, il respiro stava accelerando. Cosa gli avrei detto? Come mi sarei giustificata? 

Anche l'ambiente in torno a noi sembrava accordarsi con il mio stato d'animo. La luce del mattino che prima filtrava tra gli alti alberi, ora si era affievolita, e aveva assunto una colorazione bluastra. C'era più silenzio, solo i passi e qualche soffio di vento riuscivano a tagliare l'assenza di rumore. 

Arrivata da Peter mi schiarii la gola come per parlare, anche se in realtà avevo ben poco da dire. 

"C'è un motivo per cui mi onori della tua attenzione milady?" mi anticipò lui, posando su di me un finto sguardo inquisitore. 

"Per controllare il percorso" mentii senza guardalo, ma sapevo bene che lui in realtà mi stava squadrando, alla ricerca di un qualsiasi segnale. 

Se ci fosse stato più silenzio avrebbe certamente sentito il mio battito cardiaco vergognosamente accelerato. Ero certa che avrebbe addirittura potuto sentire i miei pensieri, e sentire la mia tensione. 

Distolse lo sguardo. "Contenta tu milady, poi dimmi cosa scopri da questo tuo controllo

Sapeva che non ero lì per quello, era palese. 

"Questa spedizione non servirà a farmi tornare a casa, vero?" 

L'avevo detto. Quella frase era uscita così, d'impulso. Premeva dentro la mia testa e ora era là, sospesa dell'aria. "Rispondimi Peter"

Lui continuava a camminare tranquillo, senza scomporsi, mentre sul suo viso di formò un fastidioso ghigno. "Ti facevo più sveglia, Kate."

Sentii il sangue ribollire. Potevo colpirlo, e in quel momento ne sarei stata veramente in grado, per poi scappare via, lontano, per cercare da sola una via di fuga. 

"Hai una bella faccia quando ti arrabbi."

Boccheggiai incapace di ribattere a quella affermazione tanto non richiesta quanto improvvisa. "T-tu, non..."

Dov'era finita la fermezza di qualche secondo prima? La spavalderia con cui gli avevo rivolto la fatidica domanda? Dov'era finita Kate?

Glielo potevo leggere negli occhi: doveva provare una grandissima soddisfazione nel vedermi lì, inerme, in difficoltà, incapace di dire qualsiasi cosa, con lo sguardo perso e spento. 

La conversazione morì lì, lasciando posto al rumore dei passi. 

Mi sforzai di tenere gli occhi fissi sulla strada. Sarei potuta tornare indietro, con Jeremy, ma questo avrebbe sancito la mia resa, e io non mi stavo arrendendo. 

Durante il viaggio sorpresi Peter a fissarmi, più di una volta. Stava cercando di controllarmi? Aveva forse anche lui paura? O semplicemente si aspettava ancora una risposta per prima?

Di una cosa ero certa: né io né lui in quel momento non eravamo tranquilli.

Ci fermammo appena fuori da quell'infinito bosco, in un luogo che mi ricordava un'illustrazione che avevo visto in un mio vecchio libro di favole.

Il posto di sosta era un laghetto, dalle acque limpide e fresche.
Provai ad assaggiare l'acqua. 
Dovetti risputarla subito.

"È salata!", esclamai cercando di rimuovere più sale possibile dalla mia lingua.
Peter sogghignava da dietro.
Jeremy venne in mio soccorso porgendomi una borraccia d'acqua potabile.
"Grazie ", sospirai sollevata.
"E di che? Solo, cerca di non toccare nulla qui in torno ok?"
Feci segno di sì con la testa. 

Quanti pericoli in un posto così apparentemente innocuo. 


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