AMORE?

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Il cielo era tornato nuovamente sereno, come del resto anche il mio umore dopo le informazioni che mi aveva dato Sun. Nella mia testa già pregustavo il momento in cui avrei riabbracciato nonna Jane, sentendo nuovamente il suo caldo profumo di caffè e biscotti. 

Non ero l'unica ad avere un'aria più distesa. Perfino Jeremy e Tom sembravano più contenti del solito, Tom si era addirittura messo a fischiettare, cosa curiosa per uno che a malapena parla. 

Solo Peter e Lilli non avevano perso la loro proverbiale serietà, e se ne stavano tutti concentrati davanti alla fila, scrutando attentamente una mappa, e lasciandosi sfuggire di tanto in tanto un "Sì sì dobbiamo girare di qua" oppure "No, fidati di me, dobbiamo seguire questo sentiero". Guardandoli interagire mi veniva difficile pensare che potesse esserci stato un passato così tragico tra i due. 

Mi ricordai che anche io avevo una mappa, quella che mi aveva gentilmente regalato Jeremy durante una delle tante conversazioni. Senza dare nell'occhio, cercai di studiarne il disegno. Noi stavamo andando verso l'Isola del Teschio, e avevamo appena passato la casa di Sun e Moon, segnata sulla mappa con un grande cerchio viola. Constatai con piacere che la meta non era lontana. 

Mi scappò una risatina compiaciuta, e Jeremy, nemmeno a dirlo, la notò. "Scusami" cercai di giustificarmi, ma senza troppa convinzione. "Sono solo felice per..." Non sapevo come concludere la frase. "Jeremy non guardarmi così, per favore. Non sto facendo nulla di male, non nascondo nulla. Non storcere il naso, devi solo fidarti."

"Chi ti ha dato quella mappa?"

La voce non era quella di Jeremy. Sobbalzai, cercando di nascondere alla meglio la mappa nella borsa. Mi voltai lentamente alla mia destra senza fermare la mia camminata. Dovevo mostrare noncuranza. "Quale mappa?"

Era Peter. Come era arrivato lì? Ero stata così concentrata da non sentirlo?

Jeremy, che invece stava poco più avanti di me, fece per farsi avanti, ma lo fermai con la mano. "Non c'è nessuna mappa Peter"

"E questa?" Mi avvicinò afferrandomi per il braccio e frugò velocemente nella mia borsa. La rapidità dei suoi movimenti mi impedì di rispondere, ma non mi impedì di pensare. Ancora prima che lui potesse aprire la mappa incalzai "Ok, ho una mappa, ma è solo in caso di emergenza." Lanciai un'occhiata a Jeremy. I suoi occhi mi stavano implorando di non dire nulla. 

"Mylady" esordì Peter "non starai ancora pensado di scappare" disse rivolgendomi il suo presuntuoso ghigno. 

"E anche se fosse?"

"Semplicemente non può essere. Non lo puoi fare, non senza il mio permesso."

"Sai cosa me ne faccio del tuo permesso?" 

Jeremy, fiutando lo scontro, si mise in mezzo. "Peter, lasciala stare." Ogni suo sforzo fu inutile. Peter si era fermato di colpo, e la sua fronte era aggrottata. Potevo vedere una vena pulsare sul suo collo: aveva accusato il colpo. 

"Non ti permettere di rispondermi così ragazzina" urlò; poi si avvicinò fino ad arrivare ad un palmo scarso da mio volto. 

Lui non era disposto a perdere quella conversazione, ma nemmeno io, non ora che sentivo la vittoria in pugno. "Chiamami un'altra volta ragazzina e giuro che..."  Non riuscii a continuare. Il fiato improvvisamente mi mancò e sentii un vuoto allo stomaco. I miei occhi passarono dai suoi, alla suo bocca, e poi di nuovo su. C'era uno strano magnetismo, incredibilmente dolce ed insopportabile. Più si avvicinava e più diventava forte, esattamente come era successo nel bosco. Ero solo io a notarlo?

La consapevolezza degli occhi degli altri su di no mi svegliò da quello stato di trance. "Peter" mormorai "stammi distante." Peter non accennò a retrocedere, così mi scostai sbuffando sotto il suo sguardo compiaciuto. Era davvero un bambino se si riteneva soddisfatto per una sciocchezza simile. 

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