IL VELIERO

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Lilli era appena uscita, quando mi girai e mi buttai a faccia in giù sul letto.
Ero sconvolta, ma non spaventata.
Avevo una via d'uscita, per cui non avevo paura. Forse avrei dovuto averne.
Per un momento, mi venne naturale prendere il diario per scrivere qualcosa, poi mi bloccai.
Lui sapeva tutto.

Ricominciai al sfogliare le poche pagine scritte.
"O povera me..." mi dissi.
Sapeva cosa pensavo di lui, sapeva cosa mi aveva detto Lilli, ma soprattutto sapeva che ero qui.

Ripensai velocemente a tutta la storia, pezzo per pezzo, cercando gradualmente di arrivare ad una soluzione veloce in caso Peter fosse riuscito a arrivare all'Isola del Teschio.
Stando a quanto aveva detto Lilli, lui usava una sorta di ipnosi sulle persone per avvicinarle.
Mi ricordai di quelle volte in cui la sua sola vicinanza mi faceva sentire strana e collegai. 
Ma era veramente ipnosi? 

Scacciai via quel pensiero e tentai di concentrarmi su altro. Fu inutile.
I pensieri vorticarono nella mia testa senza tregua, fino a che non crollai sfinita sul letto. 
Quando mi svegliai ero sul pavimento con la fronte imperlata di sudore e la schiena dolorante. 

Che ore potevano essere? In quella stanza non c'erano orologi. 
Decisi che, a giudicare dalla luce, doveva essere mattina inoltrata. 

"Uncino!" Mi ricordai che ero ufficialmente una della ciurma, e che quello era il mio primo giorno. "Sarò sicuramente in ritardo." 

Mentre correvo fuori dalla stanza ripensai alle parole di Lilli, al diario, a Peter, ma anche ad Uncino e al fatto che avrei dovuto giocarmi bene la sua fiducia. 

Mi trovai faccia a faccia con delle guardie. "Buongiorno" azzardai. Loro fecero un piccolo inchino, una gentilezza che non si vedeva spesso da quelle parti. 

"Buongiorno signorina, dormito bene?"
Ancora scioccata per l'inchino delle guardie, mi voltai e mi trovai di fronte ad Uncino. "Capitano." Era la prima volta che lo chiamavo così, e lui sembrò compiacersene. 
"Dal suo sorriso immagino che lei abbia passato una splendida notte" disse lui. Doveva essere una frase detta per cortesia, perché sarebbe bastato uno sguardo in più per capire che non lo era stata. 
"Sì, certamente."
"Bene, si tenga pronta perché a breve si salpa."
"Adesso? Ora?" Feci rapidamente mente locale per capire se avevo la borsa con tutto il necessario dentro. 

Un altro uomo di avvicinò a noi. Era lo stesso che mi aveva scortata nelle segrete. "Capitano, mi hanno appena avvertito che Pan e i suoi uomini sono fuggiti."
Quindi erano vivi?
"Dannazione" imprecò Uncino. "Avete già messo al sicuro tutto?"
"La pietra e tutto il resto sono al sicuro capitano."
"Bene" concluse freddo. 

Quel veliero era il mezzo acquatico più maestoso che avessi mai visto.

Fatto interamente in legno scuro, pieno di raffinate intagliature e particolari in oro, rappresentava uno degli aspetti migliori di Uncino e la sua ciurma.
Le vele, purtroppo rovinate dal tempo, portavano lo stemma del capitano: un uncino,  dipinto abilmente sul pesante tessuto. 

Pirati e guardie correvano avanti in ed indietro con botti e casse, tutte piene di armi e vivande.Uncino si fece spazio in mezzo a quel via vai gente, controllando ogni tanto che lo stessi seguendo. 

"Non perda il passo signorina!"
Dopo cinque minuti di sbracciate tra pirati, eravamo all'interno della cabina principale della nave. Si trattava di una piccola stanza, tutta in legno intagliato, con una finestra opaca che dava sul mare. Il tappeto e le pesanti tende rosse le davano un'aria nobile. 

"Kate, per oggi voglio solo che tu riesca a prestare la massima attenzione. Pan potrebbe arrivare da un momento all'altro" disse, poi si sedette su una poltroncina dall'aspetto poco stabile.
"E nel caso arrivasse?"

Temevo il suo arrivo e la mia voce lo lasciò trasparire. 
"Non è la prima volta che lo affrontiamo, può stare tranquilla." Mi diede una piccola pacca sulla spalla. "E poi, sanno tutti che da quando non ha più il totale controllo dell'Isola è molto più addomesticabile." Rise in modo fragoroso, senza sapere che l'unica cosa che stava "addomesticando" Peter ce l'aveva davanti agli occhi. Eravamo tutti in pericolo. 
"Con permesso." 

Uscii fuori dalla cabina decisa a cercare Lilli. Chiesi a qualsiasi marinaio o guardia che mi capitasse sotto mano, nessuno però sembrava sapere di Lilli. 

"Ti sei persa marmocchia?" Era lo stesso pirata che aveva remato fino all'Isola.
"No, cerco Lilli" risposi secca.
"Oohhh, già Lilli"sbraitò. "L'abbiamo messa in cucina, sai, essendo una donna" gracchiò.

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