-16-

429 23 6
                                    

CHLOE POV

Ormai era passata una settimana dal nostro rientro in Spagna.

Lei in questi giorni non aveva fatto niente se non lavorare e uscire chi sa dove. Avevo dei sospetti onestamente, quando tornava a casa aveva sempre le braccia coperte di fondotinta sbavato dal quale  si intravedevano dei lividi , per i primo giorni non ci ho dato molto peso perché pensavo che andasse in qualche palestra a sfogarsi e che quindi l'avversario non ci andasse molto leggero con lei. Questa sera  però non avevo potuto fare a meno di chiederle dove fosse stata visto che i lividi sulle braccia non erano normali per un semplice incontro di box.

Aveva delle strisce rosse hai polsi come se fosse stata legata a delle manette, dei piccoli taglietti sul viso. Questi non erano assolutamente segni di lotta ma più di violenza senza che lei si difendesse.

"Quindi hai intenzione di rispondermi Delia?" Chiesi, le stavo ponendo la stessa domanda da due minuti ormai e lei continuava a leggere e firmare fogli come se io non fossi neanche qui. Le strappai quella maledetta penna dalle mani, o cosi o la sua attenzione me la sarei sognata.

" Chloe ma che cazzo fai ?! Non ti permettere più!" Era incazzata molto incazzata

"cosa cazzo fai te Delia, sono qui da cinque minuti e non mi hai calcolata neanche un secondo, ti domando delle cose e non mi rispondi, mi dici dove diavolo sei stata per essere ridotta cosi?!" Più che arrabbiata ero preoccupata, preoccupata che potesse succederle qualcosa. In risposta lei mi fece una risata amara

"se ti dicessi dove sono stata manderei a monte tutto il piano, tranquilla tra due giorni ripartiamo per l'America dovrò incontrare i miei per dirgli che non ho intenzione di riprendere il rapporto." Rimasi un po' sconcertata da quelle parole, che piano? E soprattutto perché non vuole riaprire i rapporti coi suoi genitori?

"Perché non vuoi?" Gli chiesi
"Perché ci hanno abbandonati, perché non ci hanno cercati, perché hanno lasciato che ci facessero del male. E io non voglio che il mio perdono venga servito su un piatto d'argento come hanno fatto Darren e Dylan" mi disse, nei suoi occhi si vedeva malinconia e rimorso.

"Devi provare a parlagli almeno, devi sentire anche la loro versione della storia, ci sono sempre due lati della medaglia e tu ti sei convinta che solo il tuo lato sia la verità dei fatti, devi chiarire e parlare, se po ognuno continuerà a stare con per le sue potrai allontanarti, ma sono convita che non sarà così sono i tuoi genitori e ti ameranno per sempre" la guardai e stranamente sembrava ispirata dalle mie parole, e nei suoi occhi vedevo un velo di speranza che però viene annientato subito da uno sguardo di realizzazione e accettazione.

"Ti prometto che ci parlerò e proverò a risolvere" un sorriso mi si diffuse su tutto il volto mentre lei mi prendeva la mano nella sua.

"Ora mi dici dove sei stata?" Cerco di estorcere da lei una risposta  però sembra che non abbia voglia di fornire.

"Fidati non è importante."

Non mi fidavo. Avrei dovuto scoprire dove andasse per il suo bene.

Il trio dei dannati Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora