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Chris pov's
La casa era un disastro, dopo ciò che nostra sorella ci aveva confessato era andata a farsi una doccia e Cole era con lei in modo da proteggerla, non sarebbe stata mai più sola, uno di noi doveva stare con lei.

Mi guardai attorno e la mia famiglia era sconvolta...I gemelli avevano distrutto la casa, non c'era più un piatto o un bicchiere integro. Mio fratello Liam aveva le nocche spaccate e aveva colorato il muro di rosso cremisi.
Mia madre e mio padre si aggrappavano l'uno all'altra e il resto dei fratelli avevano lo sguardo perso nel vuoto e i pungi serrati.

Sapere che mia sorella era un pericolo solo
dopo una settimana averla ritrovata mi distruggeva ma ora l'avrei protetta, e se si facesse male di nuovo avrei bruciato il mondo.

Dopo questo, mia sorella scese giù con i capelli bagnati e una tuta bianca addosso. La guardammo e lei ci diede un minuscolo sorriso, solo ora mi accorsi quanto la mia piccola Delia non fosse così piccola...era cresciuta e io non sono potuto stargli accanto nei suoi momenti più importanti, mi davo la colpa per questo ma avevo giurato che questo non sarebbe mai più accaduto, sarei stato lì per lei, e per i miei fratellini.

Mia mamma non perse neanche un secondo ad abbracciare Delia, erano sempre state molto legate, infatti mia madre ha affrontato la perdita nella peggior maniera, era caduta in depressione per anni...e nessuno riusciva a farla sentire meglio. Dopo un po' capì che non era questa la soluzione e la tristezza e la depressione vennero sostituite con la rabbia e la voglia di vendetta.

"Mamma sto bene, sono qua ora" sussurrò Delia a mia madre che si lascio sfuggire un singhiozzo, odiavo vederla piangere ma sapere che lo stava facendo tra le braccia di Del mi dava un leggero senso di tranquillità.

Si era fatta l'ora di cena e la signora Marylean inizio a cucinare per me e i miei fratelli, nel frattempo che aspettavamo la cena eravamo tutti sul divano a parlare del più e del meno, di come loro fossero entrati nella mafia e di cose leggere, ancora non volevano interrogarli sul loro passato.

Arrivata l'ora della cena mangiammo ma vidi mio fratello Mark molto strano, sapevo che aveva difficoltà col cibo siamo andati da uno psicologo per questo ma oggi, oggi era più strano del solito. Non ne sapevo il motivo e più tardi lo avrei interrogato su questo, mi limitai a tenergli la mano per dargli forza; sapevo quanto odiava quando qualcuno faceva notare a tutti la sua difficoltà. Mio fratello mi lanciò un sorriso di gratitudine e mi strinse la mano.

Finita la cena gli altri andarono nelle loro stanze mentre io uscii per prendere aria e fumarmi una sigaretta, vidi mia sorella sul balconcino che aveva vista su tutta Barcellona, stava fumando anche lei, aveva il viso rilassato e una musica lieve proveniva dal suo telefono appoggiato a terra.
Mi avvicinai a lei e mi sedetti anche io, lei non mi degnò di uno sguardo ma appoggio la sua testa sulla mia spalla continuando a fumare e a guardare fuori. In quel momento mi resi veramente conto di quanto tempo con lei avevamo perso, volevo recuperarlo e questa sera sarebbe stata quella perfetta per farlo.

Decisi quindi di restare in silenzio e ascoltare quella delicatissima canzone, e di sentire mia sorella vicino a me, il suo odore di vaniglia si mischiava con quello del tabacco e un piccolo sorriso comparve sul mio viso.

"Ci pensi mai a chi saresti se non fossi un ragazzo di famiglia mafiosa?" disse mia sorella quasi sussurrando, non ci avevo mai pensato ma questa sua domanda suscitò in me una curiosità.
"Beh in effetti no ma credo che sarei un chirurgo, amo aiutare le persone" risposi tranquillamente, come se potesse succedere da un momento all'altro. "Tu chi saresti?" le chiesi facendo un tiro alla malboro. "Una scrittrice di poesie" rispose fermamente e io rimasi leggermente stupito da questo, "ami scrivere?" lei annuì senza darmi dettagli in più e spense la sigaretta, intanto la canzone in sottofondo continuava a ripetizione "Che ascolti?" le chiesi
"Only di RY X" disse tranquillamente e si appoggiò meglio a me, le misi una mano dietro la schiena iniziando a massaggiargliela poi sussurrai: "mi sei mancata sorellina, non sai quanto" lei non rispose, mi prese la mano e la tenne stretta alla mia, non servivano parole, bastava sentirla accanto a me per capire che lei era qua e stava bene, e questo mi bastava per essere felice.

Il trio dei dannati Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora