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"Svegliaaa, Riley sveglia, il sole splende" aprii gli occhi dovendo poi coprirli con una mano data la forte luce che illuminava la stanza.
"Matteo... ma che problemi hai?" chiesi ancora con voce impastata dal sonno, era seduto a cavalcioni sulla mia figura, ma in quel momento ero troppo stanca pure per notarlo. "Che ore sono" continuai girandomi poi dall'altra parte per tornare a dormire.
"Sono le nove e mezza" rispose con semplicità. Una volta sentito ciò mi alzai di colpo.
"Cosa? Matteo abbiamo scuola, entrambi com'è possibile avevo messo la sveglia-"
"No cara mia oggi io e te non andremo a scuola ti porto in un posto per registrare dei video in modo da sbloccarti" disse alzandosi dal mio corpo per poi porgermi la mano che afferrai e spingermi in bagno affinché io mi preparassi.
"Ma almeno dimmi dove andiamo per capire cosa mettermi" dissi
"Non ti preoccupare in bagno ho già preparato tutti i vestiti per l'occasione" notando il mio sguardo scettico aggiunse "che c'è non ti fidi del mio stile?" mi limitai a negare con la testa per poi entrare in bagno rassegnata, quel ragazzo non avrebbe mai smesso di stupirmi.
Mentre ero in bagno scrissi a Iris raccontandole cosa stesse facendo Matteo e per chiederle del perché non mi avesse svegliato. Mi rispose semplicemente che sapeva cosa stesse architettando Matteo e che dovevo divertirmi e lasciarmi andare, il tutto accompagnato da una faccina ammiccante che non mi convinse per nulla.
Una volta vestiti mi feci una foto, effettivamente Matteo aveva buon gusto anche nello scegliere vestiti femminili. Per poi salire sulla moto di Matteo e avviarci verso l'aperta campagna della Lombardia.

"Matteo ma sei pazzo?"  gli tirai uno schiaffo leggero sul collo per la velocità folle a cui avevamo viaggiato "potevamo morire"Lui rise e rispose con "si, ma non è successo"

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"Matteo ma sei pazzo?" gli tirai uno schiaffo leggero sul collo per la velocità folle a cui avevamo viaggiato "potevamo morire"
Lui rise e rispose con "si, ma non è successo".
Eravamo comunque arrivati nel bergamasco tra le colline, mi era sempre piaciuto stare all'aria aperta, quando ero all'orfanotrofio passavo le giornate nel giardino dell'edificio il suo interno infatti, nonostante fosse popolato da bambini, era alquanto tetro. Mentre io mi ero persa tra i miei pensieri non mi accorsi che Matteo si era già avviato in una stradina sterrata invitandomi a seguirlo. Dopo cinque minuti di camminata più o meno giungemmo ai piedi di una grande quercia. Sotto all' albero era poggiata una coperta con sopra un cestino io rimasi a bocca aperta non potevo crederci. Mi girai verso di lui istintivamente che mi sorrise soddisfatto "Dovevo farmi perdonare" io risi e corsi verso la coperta, nessuno si era mai preoccupato per me in questo modo.
Aprii il cestino e mi illustrò ciò che conteneva: brioche, frutta tra cui le fragole (le mie preferite) e altre cose dolci e salate. Passammo lì tutta la giornata a parlare di noi di ciò che volevamo fare e essere nella vita e molto altro, facemmo anche dei video da soli e in coppia, fu una giornata molto divertente che mi fece distrarre leggermente, fino a che non mi pose una domanda:
"Del tuo passato invece non so quasi nulla" intavolò la domanda con leggerezza addentando una fragola, ma vedendo la mia reazione si pentì subito, ero pietrificata, non mi ero mai aperta seriamente con nessuno soprattutto sulla me del passato.
"Non ero la persona di adesso" sospirai "non approvo ciò che ero e non voglio ripensarci, ho commesso molti sbagli, moltissimi, sono cresciuta molto in fretta per colpa della morte dei miei genitori" lui mi prese la mano la strinse per darmi sostegno e mi interruppe.
"Scusa non avrei dovuto chiedertelo, sono stato uno stupido, so che hai avuto un passato complesso"
"Non preoccuparti" dissi asciugandomi una lacrima solitaria sfuggita al mio controllo.

Dopo un altro po' di tempo decidemmo di andarcene mentre tornavamo alla moto mi girai verso Matteo gli poggia le mani sulle spalle e gli chiesi "posso guidare io?" Lui sbarro gli occhi "c-cosa? La mia bambina? Tu vuoi guidare la mia moto?" Mi limitai ad annuire e gli feci gli occhi dolci portando poi le mani dietro al suo collo "Dai sarà divertente e poi ne ho già guidate alcune" ammisi. "Tu hai la patente? -chiese scettico e ci pensò un po' su- e va bene ma solo perché sei tu" io esultai e con un enorme sorriso salii sulla moto.
Lui mi mise il casco e lo chiuse con delicatezza facendo attenzione a non pizzicarmi il capelli in mezzo, io trattenni il respiro per tutto il tempo. Poi anche lui salii e potemmo finalmente partire.
"Mi raccomando va' piano" disse ma era troppo tardi io ero già partita sgasando via "Rileyy" gridò tenendosi più saldamente a me stringendo leggermente le sue braccia intorno alla mia vita, io risi ma in quel momento nel mio stomaco si stava muovendo uno zoo intero.
Mi obbligò a fermarmi lungo la strada in una piazzola di sosta dove io mi girai e ci mettemmo seduti uno di fronte all'altro guardando il tramonto.
Avevi detto che avevi la patente" riferendosi alla velocità a cui stavamo viaggiando prima.
Arrivati poi nelle vicinanze di un paesino dovetti rallentare e lui si potè rilassare leggermente rilasciando la pressione sulla mia vita.
"Io non ho mai risposto alla tua domanda, sei tu che hai interpretato il mio silenzio come una conferma, comunque non ti preoccupare ho imparato a guidare la moto da più piccola grazie a dei ragazzi più grandi che passavano in orfanotrofio a parlare con noi, fanno parte della me da dimenticare" dissi l'ultima parte a voce bassissima ma lui mi sentì comunque e mi accarezzò i capelli.
Quando il sole era oramai sparito e  nel cielo di lui rimaneva solo il suo ricordo grazie a delle lievi strisce rossicce decidemmo di ripartire ma prima ci scambiammo affinché lui potesse guidare.
Quando poi arrivammo in villa io scesi dalla moto e mi tolsi il casco liberando la mia chioma probabilmente disordinata ma in quel momento non  mi importò aspettai che anche lui scendesse e quando si stava avviando verso la casa gli afferrai la mano fermandolo "Grazie" dissi solamente prima di gettarmi fra le sue braccia "per tutto... Sei una delle persone più importanti per me"

Rientrati in casa ci dividemmo io passai in camera di Iris sperando che fosse ancora sveglia, e così fu.
"Potevi dirmelo di questa così detta sorpresa" le dissi ironicamente.
"Non lo sarebbe più stata" disse lei con il mio stesso tono.
Passammo la serata raccontandole cosa fosse successo anche se sapevo che Matteo le avrebbe comunque raccontato la sua versione dei fatti, erano migliori amici d'altronde.

Si era fatto tardi e dopo essermi cambiata raggiunsi Matteo nel letto che spense la luce e mi strinse in un abbraccio "Buon compleanno piccola Riley".
Era effettivamente scattata la mezzanotte ero ufficialmente maggiorenne quindi libera da tutti goi obblighi legali che mi legavano ai miei genitori adottivi. E lì in quel momento tra le braccia di Matteo, in una casa colma di gente che mi voleva bene (anche se non tutti) e soprattutto lontana da tutto ciò che mi poteva fare male, mi sentivo protetta, al sicuro.

Spazio autrice
Hola amici, sono tornata ma non so ancora per quanto haha abbiate pazienza, ma state certi che non mi scorderò mai di Matteo e Riley. Alla prossima baci 💋

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 01 ⏰

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