XVII. Non farete di me una vittima

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Ero diventata una criminale. Senza avere modo di rendermene conto realmente, mi ero da sola impedita di vivere una vita felice. Da sola, completamente da sola, mi ero tagliata le ali. Era solo colpa mia se ora ero imprigionata.

Essendo minorenne, non fui portata ad Azkaban, ma tenuta sotto stretto controllo in un istituto per crimini giovanili. Piansi tutto il tempo che dovetti stare lì... dall'orfanotrofio, in un istituto per giovani criminali... questo era il mio destino? Questa era la vera maledizione di mio padre?

Fui messa in isolamento e non c'era altro per me da fare che piangermi addosso e lasciare la rabbia prendere il sopravvento. 

Con il tempo mi dissero che la ragazza che avevo colpito con la maledizione Crucio si stava riprendendo, anche se con difficoltà, ma non era rimasta ferita a vita dal mio incantesimo. Ma questo non voleva dire che potevo tornare ad Hogwarts. Ero espulsa e sarei rimasta espulsa a vita, non sarei mai tornata a scuola. Questa informazione arrivò come un doccia fredda.

La mia vita era così diversa dagli altri e sempre lo sarebbe stata. Iniziai a deprimermi, a sentire la solitudine, a trovare conforto nella mia galera solitaria. Non avevo più forze di pensare a un futuro migliore, non solo mi avevano deluso gli altri e il mondo, ma avevo io deluso me stessa.

Ero lì per colpa mia, perché non avevo saputo controllare le mie emozioni, dovevo pagare per quello sbaglio, lo dovevo a me stessa. Ero arrabbiata con me prima di esserlo con il mondo.

Passarono i mesi e fui costretta a supportare un programma di recupero per giovani criminali. Non mi sentivo a mio agio con gli altri, mi facevano paura, ma era quello il mio posto, in confronto ad altri, io ero molto più pericolosa. Anche lì si seppe subito il motivo per cui ero rinchiusa e quindi nessuno aveva il coraggio di mettersi contro di me. Ora avevo il mio rispetto, ma a quale prezzo?

Una sola speranza avevo: visto che la mia vittima si era ripresa del tutto, se i genitori sceglievano di non porgere denuncia, sarei potuta essere di nuovo libera, una volta maggiorenne e dopo un percorso formativo ed educativo.

Ma così non fu, ovviamente! Avevo ferito la figlia di una famiglia purosangue, io... un'insulsa orfana! Me lo avrebbero fatto pagare amaramente quello sbaglio, infatti non solo volevano denunciarmi, ma volevano assicurarsi che sarei finita adi Azkaban.

Quello no, non avrei passato il resto dei miei giorni in prigione! Piuttosto, meglio la morte.

Dovevo trovare un modo per scappare, lontano da tutti e tutto, via dal mondo magico, una volta per tutte. 

Il mio unico obiettivo era scappare, avevo ancora un asso nella manica: il mio serpente e la mia capacità di percepire le vibrazioni della magia.

il miglior momento per scappare era durante il viaggio che mi avrebbe portata dall'istituto al tribunale. Non potevo permettermi di sbagliare.

Il mio serpente di diamanti seguì con attenzione i miei movimenti, pronto a proteggermi dagli incantesimi di rimbalzo, sapeva che non poteva permettersi di sbagliare, non eravamo a Hogwarts contro degli studenti, ma si trattava di Auror, di adulti esperti di incantesimi d'attacco. 

Per poter liberarmi dalle manette magiche utilizzai una magia molto pericolosa: il mio stesso sangue. Per oltrepassare le protezioni magiche avevo bisogno di una fonte di magia che non poteva essere esterna o esteriorizzata. Utilizzai il mio sangue per generare magia, per liberarmi dalle manette e mettere sotto pressione fisica gli Auror che mi stavano accompagnando. Più tempo usavo quel tipo di magia, più mi dissanguavo, ma ancora per un po'... un po' e sarei potuta scappare da loro, un'altra po' di pressione e la carrozza si sarebbe fermata... e così fu.

Con difficoltà potei raggiungere il mi serpente e farmi portare da lui lontano dagli Auror e dal mio destino di prigionia. Era grigia pallida, il mio dissanguamento era interno, praticamente usando come combustibile magico il mio stesso sangue, molto di esso era semplicemente scomparso. Fisicamente ero in grave anemia, il mio serpente continuava a trasportarmi lontano da tutti e tutto, gli avevo chiesto di portarmi in un luogo sicuro. 

Viaggiammo fin dentro un bosco, non sapevo dove fossimo, ma sapevo che sarei stata sicuro. La meta finale era una casa abbandonata in mezzo a un bosco. C'era un letto malmesso, mobili vecchi e rotti... tutto a pezzi, eppure era un posto sicuro.

Mi sistemai nell'orribile letto e provai a riposare.

Poi sorrisi e dissi al mio caro serpente:

- Questo mondo non è fatto per me. Mio padre mi voleva morta, e sono sopravvissuta. Mi volevano debole, e sono diventata forte. Adesso mi vogliono imprigionare, e io sono scappata. Ma non vado da nessuna parte. Combatterò fino alla fine, fino alla fine...

E così mi addormentai. 

Grazie all'aiuto del mio serpente a poco a poco riuscii a riprendermi fisicamente. Mi portava da mangiare e mi aiutava a muovermi in quella vecchia dimora. Ero curiosa di capire dove fossi e tra un'esplorazione e l'altra capii che quella era la casa di una strega vissuta molto tempo addietro, nei primi dell'800. Era un'animo solitario e nessuno si era interessato alla sua casa, che ora stava cadendo a pezzi. Quella era la mia occasione di costruirmi una vita completamente nuova, lontana dalla società.

In quella casa passai due anni in perfetta solitudine, lavorando non-stop per renderla di nuovo vivibile e piacevole. Arrivai a diciotto anni con una dimora tutta mia, la possibilità di fare qualsiasi incantesimo desiderassi, ma anche con un grande desiderio di riscatto.

Per farmi arrivare le notizie dal mondo magico avevo costruito un secondo animale magico, un gufo, che come il mio serpente di diamanti, mi era diventato fedele e mi portava tutte le notizie di cui avevo bisogno. Gli avevo donato il potere di rimpicciolirsi e ingrandirsi a piacere, e di cambiare il proprio piumaggio nel materiale e nel colore che preferiva.

Quante novità in soli due anni dalla mia scomparsa; all'inizio si parlava molto spesso di me e del fatto che fossi una ricercata, ma a poco a poco si dimenticarono di quella povera studentessa criminale e questo mi fece più che piacere. 

Vedere che il mondo mi avesse rifiutata, che fossi un suo nemico, mi fece nascere dentro un nuovo desiderio, qualcosa che prima non potevo nemmeno immaginare.

Ero assolutamente convinta delle mie capacità, sapevo di essere una strega potentissima, eppure ero costretta a rimanere nascosta, a essere rifiutata, dallo stesso mondo che non poteva reggere il confronto con me e con il mio potere. 

In quel momento capii cosa volevo fare per il resto della mia vita...

Volevo riprendermi il mio posto nella società, diventare ricca e potente, sorpassare tutte le famiglie ricche, diventare più potente di tutti coloro che a Hogwarts mi avevano reso la vita impossibile, che mi avevano preso in giro, che mi avevano portato a perdere il controllo. Più ricca e potente di mio padre, mi sarei ripresa tutte le ricchezze della famiglia Tayton e anche la mia vendetta.

Mi sarei presa il potere, avrei costruito un mio mondo, dove tutti mi avrebbero trattata esattamente come meritavo. Una strega così potente e bella non poteva continuare a vivere nell'ombra, doveva brillare, come un diamante.

Ma a diciotto anni non potevo immaginare quanto lavoro e quanto sacrificio sarebbero stati necessari per brillare così ardentemente.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 02, 2023 ⏰

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