6 - Elevation - Burning Man (NV)

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C'è qualcosa di più inaudito di una città di ventimila abitanti che sorge nel deserto in ventiquattro ore e che scompare dal deserto in altrettante ventiquattro ore, senza lasciare la minima traccia?

Amelie Nothomb


Black Rock City, ovvero il Burning Man, è uno spettacolo impressionante, una specie di Sodoma e Gomorra che alla fine viene distrutta col fuoco.

Impieghiamo ore per entrarvi per via dell'immensa coda di esseri umani in circolazione.

Un ingorgo pazzesco, nel deserto del Nevada a duecento chilometri da Reno. Un gigantesco cratere di polvere bianca circondato da montagne brulle. Nessun segno di vita, né una costruzione, all'infuori dell'immenso accampamento temporaneo, solo sabbia.

I suoni di musiche sparate ad altissimi decibel da casse enormi salgono verso il cielo, raccolti in un unico suono identificante il rumore del Burning Man, giorno e notte, per una settimana intera

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I suoni di musiche sparate ad altissimi decibel da casse enormi salgono verso il cielo, raccolti in un unico suono identificante il rumore del Burning Man, giorno e notte, per una settimana intera.

La polvere biancastra, è così fine, che lascia sulla pelle una strana sensazione di sapone e borotalco. La maggior parte della gente è vestita secondo la moda locale: tutù rosa, bikini ricoperti di lamelle metalliche, stivali di pelliccia sintetica, muniti di bolas, marchingegni strani e lanciafiamme, alcuni completamente nudi.

Tendoni da circo che accolgono stage musicali di ogni genere, gente che balla ovunque a pieno volume, arrampicandosi su impalcature metalliche, sbaciucchiandosi in ogni dove, rotolandosi nella sabbia o girando in biciclette scassate ricoperte di tessuti maculati.

Il tendone dove dovrò esibirmi è una specie di alcova in stile orientale, con un pavimento di tappeti e luci soffuse, sufficientemente ampio per qualche centinaio di persone pigiate. Non esiste un orario, quando mi sentirò pronta devo semplicemente raggiungere la consolle e attendere che il DJ di turno finisca il suo set. Il tecnico del suono mi mostra la consolle, siamo nel tardo pomeriggio, e l'ambiente è colmo di gente ondeggiante dentro i loro costumi post-atomic, mutoid o decisamente sexy, queer e bondage.

Lo stage porta il nome di Mushroom Hug. E' già di per sé un programma.

Mi sale un po' di angoscia, esibirmi mi mette sempre agitazione.Andiamo al bar per bere qualcosa, Creatura mi grida, ma qui è bellissimo! E si fionda a ballare entusiasta.

Noto il barista, un ragazzo moro con indosso jeans e una canottiera. Molto sobrio rispetto al contesto fin troppo eccessivo. La pelle è lisciata dalla polvere al borotalco. Le braccia sagomate al naturale. Niente palestra o lavori pesanti. Niente peli o tatuaggi come piace a me. Due occhi chiari sorridenti, ironici, labbra che sembrano assaporare un gusto particolare. I nostri sguardi che si incrociano quando gli chiedo un Negroni. Eeh, non abbiamo, se vuoi c'è il Muscarian Ride o il Psilocybin Dream.

CIRCUMRADIANT DAWNDove le storie prendono vita. Scoprilo ora