Sent by a Star

4. End Game

Un Oggetto potenzialmente pericoloso, dall'inglese (Potentially Hazardous Object o PHO) è un asteroide (PHA) o una cometa (PHC) con un'orbita che può avere passaggi ravvicinati con la Terra e una grandezza sufficiente a provocare danni rilevanti ed estesi in caso di impatto.

Big reputation, big reputation (yeah)

Ooh, you and me, we'd be a big

conversation, ah

And I heard about you, ooh

Capire che cosa ho sbagliato. Questo vorrei. Solo questo.

Perché c'è l'ha così tanto con me? Che cosa potrò mai avergli fatto?

Non ci siamo mai visti prima di quel giorno sul ponte, ne sono sicura.

Non so chi abbia visto in me quel giorno ma chiunque sia non sono io. E lui deve capirlo.

Sento l'adrenalina pulsarmi nelle vene mentre di scatto mi alzo e mi dirigo velocemente verso la direzione in cui l'ho visto sparire.

Non sento niente, tutte le voci attorno sono sparite e le persone sono solo ombre lontane. La rabbia mi acceca. Non so che cosa di preciso l'abbia fatta scattare, ma so che sono stanca di essere presa a pesci in faccia senza una minima spiegazione.

Te lo meriti. Non servono motivi. Lascialo fare.

No no no non di nuovo. Non ora.

Mi bocco di scatto e qualcosa di morbido si scontra con la mia schiena.

Vic. Sento la sua voce mentre cerca di comunicarmi qualcosa ma non mi arriva il suono.

La vedo avvicinare un braccio e posarmelo sulla spalla ma non sento il suo calore.

Non posso andare da lui in questo stato. Complicherei ancora di più le cose.

Lascio che Vic mi porti lontano da tutto il caos e spero anche lontano dalle voci.

In un primo momento non capisco dove stiamo andando, considerando anche che devo ancora ambientarmi. Per quanto lo stordimento mi permette di capire, stiamo percorrendo un lungo corridoio e neanche in condizioni normali sarei in grado di affermare se io l'abbia già percorso prima, la verità è che qui mi sembra tutto uguale. Ci metterò un po' ad orientarmi.

Capisco di essere fuori dalla struttura solo quando sento un leggero venticello solleticarmi il viso scompigliandomi qualche ciocca di capelli. Concedo all'aria di entrarmi nei polmoni, lascio a loro il tempo di riempirsi e di risanarsi e quando capisco che è il momento permetto ad essa di uscire portandosi via un po' del mio male.

Mi guardo in torno, a destra e a sinistra si formano due stradine in mattoncini che portano a due specie di ritrovi per studenti con tanti alberi e qualche panchina. Ci sono parecchie persone sedute per terra e altre appoggiati ai tronchi, probabilmente per ripararsi dal sole. Davanti a me vedo una distesa d'erba allungarsi per quelli che mi sembrano chilometri.

«Ei guardami.» Vic mi prende il braccio facendomi girare nella sua direzione. «Non farti condizionare da lui. Ho visto già troppe ragazze perderci la testa e fidati nessuna di loro ne è uscita indenne. Non so cosa volesse dire Matthew, sarà anche vero che non ha mai avuto nessuna ragazza ma questo non vuol dire che nessuna sia mai stata ferita. Non essere la prossima.»

«Vic l'unica cosa che voglio da lui è sapere cosa diamine ho fatto. Voglio che mi dica guardandomi negli occhi perché cavolo non mi vuole qui. Nient'altro. Voglio solo sapere. Poi sarò più che felice di stargli il più lontano possibile come tanto desidera.»