Cap 7- La Genietta

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Al castello il sultano Kane guardava sua figlia sconsolato, appoggiato allo stipite della porta della figlia più grande. Gli spezzava il cuore vedere sua figlia triste, così provò a capire cosa potesse avere « Clarke, tesoro, cosa c'è che non va?» chiese il sultano avvicinandosi a lei « Madi chiede di te, è preoccupata.. anche io lo sono» continuò.

Fu allora che Clarke si voltò verso suo padre piangendo « Papà, Titus ha fatto una cosa orribile» disse tra le lacrime abbassando la testa.

Kane si sedette accanto alla figlia, più preoccupato di prima abbracciandola « Dimmi tutto, possiamo trovare una soluzione» disse il padre accarezzandole la testa per cercare di trasmetterle del conforto « Coraggio, raccontami tutto» continuò spronandola a parlare.

Clarke provò a trattenere le lacrime si abbandonò all'abbraccio del padre raccontando tutto.

***

Intanto nella grotta Lexa rimaneva stesa al suolo svenuta a causa della caduta. Aden preoccupato dello stato della sorella si avvicinò a lei scuotendola sperando di svegliarla « Lexa svegliati. Dai alzati! Ti prego Lexa non puoi lasciarmi, lo hai promesso» diceva il ragazzo nella speranza di svegliarla, spaventato e in lacrime lasciandosi andare al pianto « Dai sorellona, svegliati..» provò di nuovo.

Un mugolio proveniva da Lexa e con l'aiuto del tappeto, che la rimise seduta, cominciò a riprendersi « Ah.. la mia testa» si lamentò la bruna massaggiando dove le doleva.

Aden, felice di vedere la sorella stare bene, si buttò tra le sue braccia, abbracciandola forte sollevato nel vederla stare bene « Mi hai fatto venire un colpo, non farlo mai più» disse il biondo stritolando la sorella a se « Non posso prometterlo scimmietta, ma ci proverò» scherzò Lexa ricambiando l'abbraccio « Stai bene?» domandò preoccupata « Si sto bene» confermò il più giovane, tranquillizzando la sorella.

Sollevando lo sguardo Lexa notò che il passaggio della grotta fosse chiuso, fece un cenno ad Aden di guardare « Siamo in trappola» disse arrabbiata « Quel bastardo ci ha mollati qui» continuò furiosa; rabbia che però si dissipò pian piano, realizzando tutto l'accaduto « Comunque, chiunque fosse se ne andato con la lampada» disse rassegnata.

Il più piccolo con un sorriso e guardo beffardo si rivolse alla sorella soddisfatto « Davvero?» chiese un momento prima di far uscire la lampada « Ta dà» gongolò mostrandola ad una Lexa sorpresa e fiera del fratello, non perse tempo ad avvolgere un braccio attorno al suo collo, scompigliandogli i capelli con un pugno « Sei proprio un piccolo ladruncolo furbetto, lo sai?» disse lasciandolo andare e sotto le risate del piccolo, prese la lampada per osservarla meglio.

Dall'aspetto sembrava un semplice oggetto porta olio leggermente impolverata; curiosi i fratelli si avvicinarono all'oggetto cominciarono a studiarlo, Lexa lo rigirava tra le mani per cercare di capire cosa avesse di così tanto speciale « Sembra solo una vecchia lampada senza valore. Aspetta, qua c'è scritto qualcosa ma... non si legge bene» disse strofinando la mano sopra l'oggetto. Al contatto con la mano della ragazza l'oggetto cominciò ad illuminarsi, muoversi, agitarsi tra le mani della giovane, Aden spaventato e sorpreso si allontanò dalla sorella che incredula osservava quell'oggetto dimenarsi spruzzando scintille e fuochi d'artificio dalla piccola apertura davanti.

Il tappeto si avvicinò al bambino spostandolo più lontano con fare protettivo, una nube di fumo blu ne uscì infine dalla lampada circondando Lexa e tutto ciò che c'era intorno.

Il tappeto si avvicinò al bambino spostandolo più lontano con fare protettivo, una nube di fumo blu ne uscì infine dalla lampada circondando Lexa e tutto ciò che c'era intorno

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