Cap 6 - La Grotta

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Tornati a casa Aden si avvicinò alla ragazza « Mi dispiace per il mio comportamento, spero tu possa scusarmi e ospitarti come si deve. Mi piacerebbe ricominciare da se sei d'accordo. Ciao mi Aden e questa è mia sorella Lexa, ti diamo il benvenuto, fa come se fossi a casa tua» disse il ragazzo allungando una mano in maniera pacifica e con un leggero imbarazzo nel viso.

Clarke sorpresa dal gesto e maturità del ragazzo, ridacchiò e, allungando anch'ella la mano la strinse « Certo che ti scuso, anzi dovrei essere io scusarmi con te per essermi intrufolata a casa vostra. Mi farebbe molto piacere ricominciare. Io sono Cla- Elyza, molto piacere» concluse correggendosi prima di combinare qualche disastro rivelando informazioni per il momento scomode, di diede della stupida mentalmente.

I tre cominciarono a parlare conoscendosi un po', Clarke scoprì che erano da soli in quella casa, non aggiunsero altro, in fin dei conti Clarke era un'estranea non avrebbe avuto senso raccontare tutto; come aveva detto in precedenza i fratelli scoprirono che anche Elyza aveva una sorella più piccola di loro e che vivevano col padre, informazioni vaghe ma veritiere, nessuno aggiunse o chiese altro. La stanchezza prese il sopravvento portandoli tutti e tre tra le braccia di Morfeo.

Il giorno dopo, come sempre, Lexa ed Aden andarono al mercato, assicurandosi che la loro ospite rimanesse a casa al sicuro e non creasse ai due problemi e guai, in modo da poter mettere qualcosa sotto i denti.

Stavolta rispetto al solito, l'operazione si rilevò più ardua del previsto considerando la quantità di cose in più che dovevano prendere, tutto richiedeva più tempo e fatica, con un rischio di essere scoperti maggiore, ma con un po' di impegno e furbizia i fratelli riuscirono nell'intento e tornarono a casa con della frutta. Stessa sorte sia pranzo che cena. Clarke si sentiva affamata, rispetto al palazzo, dove aveva una quantità di cibo maggiore, si rese conto di quanto fosse difficile per loro vivere così. Non era mai uscita dal palazzo, suo padre non la informava di niente, se provava a chiedere era vago e la mandava via, non aveva idea di come il suo popolo vivesse. Vedere una ragazza della sua età doversi far carico di una responsabilità così grande le stringeva il cuore, dover provvedere tutti i giorni sia a lei che a suo fratello, senza avere la certezza di mangiare sempre, la faceva stare male. Ammirava quella ragazza, stando a contatto con lei aveva capito quando forte fosse e della sua estrema gentilezza nei confronti di una ragazza che non conosceva.

I giorni passavano sereni, fino a che una mattina qualcosa sembrava non andare in Lexa che, stranamente, durante il pranzo si scusò e alzandosi si allontanò da loro, lasciando il fratello e la sua ospite confusi da tale atteggiamento.

Clarke si avvicinò ad Aden per poterci capire qualcosa « Sai come mai se ne andata in quella maniera?» chiede la bionda stranita, Aden la guardò « No, non so il perc-» il ragazzo biondo si fermò, un presentimento gli balenò in mente « Scusa in che periodo dell'anno siamo?» chiese Aden leggermente agitato « Emh.. credo nel cambio stagione, perché?» chiede una Clarke ancora più confusa « Cavolo» disse solamente il ragazzo amareggiato e arrabbiato. Clarke vedendolo in quello stato si preoccupò di più e agitata mise una mano sulla spalla del ragazzo per farlo voltare « Che c'è? È successo qualcosa? Aden parla.. ti prego» non aveva mai supplicato nessuno nella sua vita, essendo principessa ogni sua parola era ordine, ma in quel momento non era nessuno, non poteva ordinare al ragazzo di parlare, lo fece istintivamente, voleva sapere. Aden la guardò con tristezza e decise di aprirsi col la giovane che aveva davanti « Devi sapere che in questo periodo dell'anno l'umore di Lexa cambia ed è sempre così. Questo..» si fermò, visibilmente provato, fece un respiro profondo e continuò « Questo è il periodo della scomparsa dei nostri genitori» concluse con un velo di tristezza nella voce e nel viso.

Aladdin (Clexa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora