Mangiai qualche forchettata e poi corsi in bagno. Mi inginocchiai davanti al cesso e iniziai a vomitare. Dopo poco mi alzai e mi misi davanti allo specchio. Mi guardai a lungo, cercavo qualcosa di bello in me ma non riuscivo a trovare nulla. Poco dopo sentii bussare alla porta del bagno e subito aprii. Era Ivan.
<<Che hai?>> Mi disse in modo freddo.
<<Nulla..>> Risposi.
<<Sei pallido, hai vomitato di nuovo?>> Io annuii pian piano e poi abbassai lo sguardo. Mi aspettavo rispondesse in modo calmo come faceva in quei giorni, ma non fu così. Si chiuse la porta alle spalle e poi parlò.
<<Senti Giorgio non me ne frega un cazzo se non riesci a mangiare. C'è Alex da noi e non vorrei fargli vedere quanto sei problematico. Quindi prova a non rompere le palle senza fare queste scenate.>> Ecco qua il vero Ivan. Era cambiato, si, solo perché c'era Alex. In quel momento capii che era soltanto un mostro, e che avrei potuto cercare di cambiarlo, ma senza risultati. Mi strinse la mano al collo, cosa che non faceva da molto, e mi baciò. Fortunatamente però, sentii la voce di Alex dall'altro lato della porta che subito dopo si aprì. Ivan tolse velocemente la mano dal mio collo stampandosi un sorriso sulle labbra. Certo che era proprio un bravo attore eh..
I due si misero sul divano a chiacchierare mentre io salii al piano di sopra.
Mi sedetti sul mio letto, attaccai le cuffie al telefono e le indossai. Ascoltavo i Coldplay, 'Fix you'. Aprii instagram e ciò che lessi mi sconvolse completamente: "Centocinquesimo femminicidio in un anno. La ragazza ha lottato per quasi 25 minuti, ha cercato di correre; accoltellata, inseguita e buttata a terra dal suo carnefice, ha battuto la testa sullo spigolo di un marciapiede. È stata buttata dentro la Punto nera che ha vagato tra Veneto e Friuli, infine abbandonata dentro un bosco, con sopra un sacco di tela. La ragazza è morta dissanguata per i colpi inferti in più riprese con il coltello, al collo, al volto e alle braccia, e per il colpo alla testa. Così viene ricostruita, nell'ordinanza di custodia cautelare del Gip di Venezia."
Mentre leggevo delle lacrime iniziarono a rigarmi il viso, ero un uomo, ma capivo alla perfezione ciò che provano le donne -e si, il verbo presente perché nonostante tutto ciò sia successo nel passato, nel presente si sente ancora parlare di queste cose. Capivo la paura che io non avrei dovuto avere. E fece male perché solo in quel momento capii la situazione di merda in cui stavo, o meglio, la situazione di merda in cui stava il mondo. Perché ciò che provai io, lo provarono, e lo provano ancora, molte altre persone, donne in particolare. E non era colpa delle vittime, ma soltanto colpa di quei mostri. Mostri, perché sicuramente uomini non sono.
Come finii di leggere, finì anche 'Fix you'. Pensai e ripensai alla canzone. "And I will try to fix you", "proverò a 'migliorarti, aggiustarti' " E con ciò pensavo appunto a tutto quello che stava succedendo nel mondo, e a come avessi potuto 'aggiustarlo'. Sapevo che era inutile, ma provare non ha mai fatto male a nessuno.angolo autore
penso ci sia scritto tutto ciò che penso riguardo alla situazione di Giulia.
ps. state connessi per le 14/15, uscirà una sorpresina :)