Erano passati ormai anni da quel giorno. Io ed Alex convivevamo e ci amavamo ogni giorno di più. Ivan venne arrestato. Ci volle un po' ma riuscimmo a farlo finire in carcere.
La vita con Alex era meravigliosa, e sicuramente migliore della vita con quel bastardo. Alex mi trattava come un principe, non mi faceva mai mancare nulla e non chiedeva niente in cambio. Ci amavamo veramente tanto e mai più nulla avrebbe potuto separarci.
Io avevo compiuto da poco ventiquattro anni, ed Alex ne aveva venticinque, quasi ventisei.
Ero seduto sul divano a scorrere tra i canali della Tv sperando in qualcosa che avesse potuto attirare la mia attenzione, quando sentii la porta aprirsi e la voce di Alex dire: "Amore sono a casa." Sorrisi e subito mi alzai dal divano, precipitandomi alla porta. Lo abbracciai, lui mi diede un bacio a stampo ed io sorrisi ancora di più. Mi prese in braccio ed io iniziai a lasciargli dei baci a stampo per tutto il viso. Lui passò una mano tra i miei capelli accarezzandomeli.
<<Come stai?>> Mi chiese continuando a giocare con delle ciocche dei miei capelli.
<<Bene, tu?>> Risposi continuando a lasciare dei baci sul suo meraviglioso viso.
<<Bene.>> Disse sorridendo e mettendomi a terra. Entrammo in casa, parlando di qualsiasi cosa ci passasse per la mente. Arrivati davanti al divano sospirò e poi disse: <<Senti Giorgio, ti devo parlare.>> Mi guardò. Dal suo sguardo sembrava come se qualcosa non andasse, era in ansia e si poteva percepire.
<<Si? Dimmi tutto.>> Gli risposi cercando di sembrare più calmo possibile, ma avevo paura.
<<Sono passati molti anni ormai... e penso però sia arrivato il momento Giorgio.>> Continuai a fissarlo senza capire cosa stesse succedendo. Mi stava percaso lasciando? Non potevo crederci, solo al pensiero stavo male. La testa iniziò a farmi un male assurdo e a girare. Mi sedetti sul divano, mentre Alex davanti a me s'inginocchiava, non capivo cosa stesse succedendo. Subito lui mise la mano in tasca e dopo un respiro profondo prese dalla tasca una scatolina e parlò. Mentre succedeva tutto ciò delle lacrime scorrevano sul mio viso. Avevo capito ciò che stava facendo Alex ed ero felice, ma nonostante tutto sentii una brutta sensazione dentro me, ed il mal di testa non si decideva a passare.
<<Senti Giorgio... Vuoi...>>
Non riuscii a sentire la fine della frase che mi si chiusero gli occhi.
Si chiusero gli occhi ma non riuscii più ad aprirli. Sentivo solo delle voci attorno a me, ma io ero debole e non riuscivo a capire una parola. Ci fu un minuto di silenzio e poi sentii una voce che avrei riconosciuto ovunque.
<<Giorgio ti prego svegliati... Mi manchi troppo.>> Era Alex. Volevo svegliarmi e stringerlo a me ma non ci riuscivo. Sentii altre voci e poi silenzio.
Passò non so quanto tempo, forse qualche secondo, forse qualche ora, forse pochi minuti, fatto sta che a me sembrarono passare anni, anni infinitamente lunghi. Ma finalmente riuscii ad aprire gli occhi.
Ci misi un po' per rimettere a fuoco la vista, mi guardai attorno e non riconobbi subito quel luogo. Le pareti erano bluastre ed intorno a me c'erano macchinari strani. Ero sdraiato su un lettino bianco e seduto su una sedia ai piedi del letto c'era un ragazzo. Non lo notai subito, stavo pensando al luogo in cui ero. Avevo riconosciuto l'ospedale, nonostante la stanza non fosse la stessa, ero sicuro che fossi in ospedale. Distolsi un attimo la mente dai miei pensieri per guardare il ragazzo biondo seduto ai piedi del letto.
<<Alex?>> Chiesi, mentre con quelle poche forze che avevo mi mettevo seduto. Il ragazzo alzò lo sguardo e mi guardò. I suoi occhi si illuminarono, ma i miei si spensero. Non era Alex e in quel momento lui era l'unico che avrei voluto accanto a me. Guardai il ragazzo e subito iniziai a ricordare. Lui mi abbracciò e mi spiegò tutto. Ero finito in coma e tutto ciò che avevo vissuto era soltanto un sogno. Da un lato ero felice del pensiero che Ivan non esistesse e che nessuno mi avesse veramente toccato, ma l'altro lato di me pensava ad Alex. E se anche il suo amore fosse finto? I miei ricordi erano sfocati e non avevo la forza per sforzarmi e ricordare. Ma proprio mentre stavo pensando a lui, il ragazzo si staccò ed uscì dalla stanza per farlo entrare. Lui si precipitò ad abbracciarmi. Io lo strinsi forte con quelle poche forze che avevo. Delle lacrime gli caddero dagli occhi percorrendogli le guancie, ed io col pollice gliele asciugai. Lui mi diede un bacio a stampo e poi ricordai tutto. Ero felice che tutto quel casino non ci fosse mai stato ma che Alex mi amasse lo stesso. Da quel momento in poi ci saremo stati soltanto noi due, e nessuno avrebbe potuto separarci.La storia si conclude qui. Io ed Alex ci sposammo e vivemmo felici. Fine.
o forse no?
angolo autore
finalmente "please don't leave me" volge al termine. questa storia è stata veramente di una grande importanza per me. non è stato facile scriverla ma sono felice sia piaciuta (almeno spero). Grazie a tutte le persone che l'hanno letta, e a tutte le persone che mi hanno supportato (e sopportato, in particolare 4k1ra19). vi voglio bene.
ma finita una storia se ne fa un'altra no? BENE. proprio per questo sono felice di annunciarvi che giovedì uscirà una nuova thebadnauts. la trama è la stessa di questa storia qua, ci tengo molto perché questa storia è inspirata ad una RP, e questa nuova storia è proprio quella roleplay. nel frattempo, se vi va potete passare a leggere un'altra mia storia, sulla strecico questa volta, chiamata: "Your friendly neighborhood Spider-Man", o se vi va potete passare a leggere "dear diary" che è una raccolta delle pagine del diario di Giorgio (e c'entra ma allo stesso tempo non c'entra con questa storia).
Quindi per ora è tutto. Adam out.Ps. se volete sapere come Giorgio sia finito in coma, abbiate un po' di pazienza, prossimamente ci saranno nuove cose molto interessanti in arrivo...