2.Parte 3

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Le notti non le trascorrevo sempre in solitaria...quando mio padre dormiva "altrove" dalla sua prima famiglia, il mio fratellino minore, Ismael, attendeva che i suoi fratelli si addormentassero per poter venire da me e dormire insieme...il mio piccolo eroe, che con questi piccoli gesti mi faceva sentire importante e indispensabile...almeno per lui...mi accarezzava e dormivamo abbracciati, forse anche lui soffriva per la mia situazione, i bambini é come se avessero un sesto senso e lui non sembrava tagliato per diventare come mio padre...era diverso dagli altri miei fratelli, un coccolone ma, sapeva che davanti a mio padre doveva comportarsi diversamente, lo amavo e l'amo tanto ancora, e anche se oggi non siamo più insieme, resterò vicina al suo cuore per sempre, cercherò in qualche modo anche se solo con il pensiero, di accompagnarlo lungo il suo cammino, fino a divenire adulto...♡

La prima moglie di papà si chiama Farah, i figli avuti da quella donna sono Omar, Asghar e Aziz. Omar ha dieci anni più di me, Asghar la mia stessa età e Aziz due anni in meno. Anche se sono miei fratelli, non riesco a provare amore fraterno per loro, i miei fratelli sono solo quelli che diede alla luce la mia mamma. Questo a mio padre non andava giù, voleva che avessi rapporti con loro ma, quel che diceva non m'importava. La mamma ne soffriva molto, anche se non lo dava a vedere, sono più che sicura che questa situazione la straziasse. Una volta facemmo una lunga chiacchierata cuore a cuore a riguardo e, mi confidò che per lei era umiliante perché si sentiva di non essere abbastanza per mio padre, non era quello che aveva sempre desiderato. Sognava un amore che ti fa dormire con il sorriso in volto, un amore che ti fa sentire leggera come le ali di una farfalla, un amore tutto suo, un uomo tutto per sé e, si sentiva anche in colpa nei confronti dell'altra donna, credeva di averle fatto un torto sposandolo.

All'inizio mamma e Farah si incontravano spesso, ma quest'ultima la umiliava di continuo, le sputava addosso orribili frasi e così, decise di starle lontana e, se le capitava di incontrarla al supermercato, cambiava strada e andava da un'altra parte.

I miei nonni paterni al contrario di quelli materni, erano molto comprensivi, molto affettuosi sia con me che con la mamma, le consigliavano sempre di far finta che quella donna non esistesse. Non nascondevano la loro preoccupazione per il nostro futuro, addirittura a mamma le consigliarono di fuggire da lì ma lei era intimorita, le avevano anche detto che sarebbero stati disposti a ospitarci di nascosto, anche perché vivono molto lontano da Kerman, avevano comprato casa a Kermanshah, che si trova a mille chilometri da casa nostra. Volevano stare il più lontano possibile dal figlio, trattava male anche loro...

Erano trascorsi un paio di mesi dalla loro ultima visita, e vennero a trovarci il giorno prima del mio dodicesimo compleanno. Alloggiavano in un hotel a un chilometro di distanza dal nostro quartiere. Fui molto felice di quella visita, avevo proprio bisogno di respirare un'aria più leggera. Quel giorno io e la mamma eravamo sole in casa, i miei fratelli erano andati a scuola, pranzammo insieme a loro e mi portarono tanti bei regali ma, non riuscì ad aspettare e li aprì quel giorno stesso. La nonna qualche tempo prima mi diede in dono un cellulare, ero entusiasta, non ne avevo mai visto uno prima, ma mio papà me lo aveva sequestrato per cui decise di regalarmi un piccolo tablet, senza scheda telefonica, sapeva che adoravo la musica e quello forse non gli avrebbe dato fastidio vedermelo usare. Mio nonno mi portò un paio di vestiti lunghi, una busta piena di penne e di colori, diversi libri e un diario, nel quale potevo annotare i miei pensieri, era munito di lucchetto con la chiave, così nessuno poteva leggermi dentro. La giornata sfortunatamente passò in fretta, in effetti quando trascorri ore piacevoli é sempre così purtroppo. Scese il tramonto e papà tornò a casa, ma noi non lo aspettavamo perché non dorme sempre a casa, solo due sere a settimana, avendo due famiglie. Stranamente lì abbracciò, ma dopo aver visto i regali che mi avevano portato, li ammonì, avrei dovuto nascondere tutto, riuscì a spazzare via in pochi secondi, quella leggerezza che i miei nonni mi avevano fatto assaporare...

Iris - Sussurri Di Un'animaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora