Non ho amici, ho solo Daniel e la mia famiglia. Molti ritengono che se mi stanno vicino possono morire perché secondo loro attiro il male. Ieri è stata solo una casualità, però danno la colpa a me se è morto Liam e mio padre non vuol sentire ragioni. Solo perché sono umana dicono che sono una peccatrice che attira le impurità e che sono diversa da loro anche se non ho mai fatto niente di male. Non ho ancora capito a che tipo di impurità si riferiscano ma sicuramente alle creature che mio padre ha nominato quella sera. Mi hanno sempre tenuta quasi all'oscuro di tutto quello che succede ad Astria, infatti so poche cose come una bambina che ancora deve scoprire il mondo. E io per loro sono un'anomalia perché gli umani non sono molto comuni oggi e so solo che fanno una brutta fine perché siamo circondati in un mondo dove vigila un potere superiore e gli umani non possono fare niente. Ma nessuno sa che fine fanno quelli come me e ho molta paura, conto i giorni sulle dita della mia mano aspettando la morte sperando sia almeno indolore. Nessuno ci tiene a vivere la vita come la mia, non sono richiesta nella società e si creano solo stereotipi basati su nessun fondamento. Sono a casa e ho chiarito con mia madre, la cosa che mi dispiace è che l'ho fatta molto preoccupare ieri quando me ne sono andata di casa pensava che non sarei più tornata. Ma avevo bisogno di stare nella mia comfort zone per metabolizzare ciò che era successo, per fortuna almeno lei mi ha compresa e ascoltata, non si è tirata indietro come tutti. Mentre Daniel dopo avermi accompagnata a casa è dovuto scappare di corsa all'Accademia per fare rapporto a mio padre nonché comandante dell'esercito e ora sono tutti in allarme. Quando mio padre ha saputo la notizia è andato in escandescenza e ha scatenato un forte alluvione intorno all'Accademia. Quando è tornato a casa mi sono chiusa in stanza e non ci siamo parlati fino ad oggi pomeriggio. Però se mi vedesse penso che non avrebbe pietà a pestare il mio viso come ha già fatto in passato e solo a pensarci mi salgono i brividi. C'è stata anche un'accesa discussione ieri sera tra lui e mia madre, le diceva di stare zitta e non la faceva parlare. Lei cercava di difendermi però lui alzava di più la voce e imponeva la sua autorità, ha ritenuto incapace lei di gestirmi e di non avermi fatto capire la mia posizione rispetto a quella degli altri...
Bè che dire << Uno scarto della società. Ci farà morire tutti!>> disse. Penso che solo questo basta per farmi capire il suo astio nei miei confronti, lui come tutti gli altri.
Ho una brutta fame, oggi ho saltato due pasti pur di non vederlo e lui non è venuto nemmeno a cercarmi, meglio così. Sento bussare alla porta << Evelyn scendi giù che è pronta la cena, mangia qualcosa sennò ti sentirai male. Non puoi stare tutto il giorno chiusa in stanza, non ti succederà niente te lo garantisco.>> Vorrei fosse così come dice lei, sembra di cadere nel vuoto, non so nemmeno io quello che sento ma forse il cibo mi farà sentire un po' meglio. Le apro la porta e subito viene ad abbracciarmi, mi sussurra << Non è così facile lo so, ma affronta la situazione perché io e te siamo più forti se stiamo insieme.>> annuisco mentre scendiamo le scale per andare in cucina. Lo vedo seduto girato di spalle con i gomiti poggiati sul tavolo con le mani incrociate come se stesse riflettendo. Faccio un bel respiro e un passo avanti così nervosamente che quando prendo la sedia per sedermi sento che può cadermi dalle mani da un momento all'altro. Appena si siede anche mia madre iniziamo mangiare la sua deliziosa minestra con le lenticchie e questo silenzio assordante mi fa sentire ancora più a disagio di quanto lo sia già. Mia madre lancia delle occhiate a me per intesa, almeno so che lei è con me ma poi mio padre si schiarisce la gola << Avete finito?>> << Di fare cosa?>> rispondo io. << Pensi che io sia così stupido da non vedere?>> <<Forse>> mi piacerebbe fronteggiarlo perché sono stata fin troppo in silenzio in questa casa. << Mi prendi in giro? Perché se lo fai, sai cosa ti succede. E già non mi è piaciuto quello che hai fatto.>> il suo viso contratto fa scattare un campanello d'allarme ma fin dove può spingersi? << Per favore non è il momento di parlarne, possiamo mangiare in silenzio?>> mia madre interviene sicuramente perché vuole evitare conflitti, non ha tutti torti. Lo sguardo severo di mio padre si rivolge a mia madre << Se state complottando qualcosa contro di me giuro che non ne uscirete indegne. Stai al tuo posto e non ti intromettere.>> poi si rivolge a me << Non parli più figlia mia? Vogliamo parlare di come è morto Liam?>> le sue parole sono affilate come lame e subito il mio sguardo diventa cupo. Appoggia le posate sul tovagliolo << Avanti voglio ascoltare la tua versione. Non mi costringere.>> deglutisco con difficoltà questo groppo in gola che si è appena formato e rispondo << Non è stata colpa mia devi credermi, non so cosa sia successo precisamente ma nel suo corpo c'era una rosa nera>> dico in un fil di voce. << Richard possiamo discuterne in un altro momento, non è meglio che pensi alla sicurezza del nostro paese che ora->> mio padre si alza di scatto e con una mossa butta giù il tavolo facendo cadere tutto quello che c'è sopra. Il vetro dei bicchieri e la ceramica dei piatti è ovunque, io e mia madre ci scostiamo immediatamente da lui e dal disastro che ha creato. << Non aggiungere un'altra parola in più Anastasia.>> scandisce il nome di mia madre in modo autoritario. Guardo mia madre che è spaventata e si ammutolisce, d'istinto le prendo il braccio per confortarla. << È solo colpa tua, sei una disgrazia!>> urla mio padre. << Io non ho fatto proprio niente a nessuno e men che meno per meritarmi questo odio da te!>> Ride e perdo un battito, ride ancora e il mio cuore sussulta, ride e mi spinge a terra, è la fine. Dolci lacrime iniziano a rigarmi il volto e prego dentro di me che non succeda di nuovo, si abbassa verso di me e dice << se tu non esistessi questa famiglia non sarebbe maledetta, ed è per questo che le persone non ti stanno mai accanto.>> Mia madre si avvicina e tocca la spalla di mio padre << smettila, la stai spaventando. Non è così che si comporta un padre, se sei arrabbiato che lei possa rovinarti la tua carriera sfogati con chi fa del male non con tua figlia!>> Si volta di scatto e da uno schiaffo a mia madre, lei indietreggia, lui la prende, lei cerca di liberarsi. << Ti ho detto di stare ZITTA! VATTENE DA QUESTA CASA.>> Di fretta e furia mi alzo da terra, non posso stare a guardare non mentre fa del male a mia madre, posso accettare che lo faccia a me ma non a lei. Mi avvicino e gli tiro il braccio << Mollala, lasciala stare. Ha ragione lei se ti devi sfogare fallo su qualcun altro!>> Spintona mia madre facendola sbattere contro lo stipetto e si avvicina in modo minaccioso a me, questo è il momento perfetto per scavarmi la fossa ma non voglio darmela a gambe, non lascio sola mia madre. Se devo subire per placare questa tempesta lo farò, quando allunga la mano verso i miei capelli per tirarli sento una forte puzza di bruciato. Il mio corpo che stava tremando ora sembra calmarsi, mio padre si gira per guardare << Sei stata tu?>> rivolta a mia madre, lei lo guarda con timore mentre singhiozza e fa cenno di no. Apre la porta di casa e vedo del fuoco davanti all'erba che inizia espandersi verso la nostra casa, questo è un bel guaio. Esce subito e con la sua magia dell'acqua cerca di spegnere l'incendio, alcune persone iniziano a uscire di casa e a guardarsi la scena come se fossimo in un film e tutti si domandano da dove provenga questo fuoco. Prendo mia madre e usciamo insieme, sono tutti in allerta e spaventati, altri mi lanciano brutte occhiate, se non lo facessero non sarebbe normale. Noto che ai miei piedi si trova una grande piuma nera, la raccolgo e più la guardo più penso che ha delle dimensioni davvero grandi per essere quella di un volatile. Improvvisamente nella mia mente mi balena un ricordo, non è la prima volta che vedo questa piuma. Mio padre lo vedo in seria difficoltà perché il fuoco non cenna a diminuire, si gira a guardami e sgrana gli occhi quando si sofferma sulla piuma. Urla alla gente << Chiamate l'esercito presto! Abbiamo bisogno d'aiuto.>> alcune persone si avvicinano e aiutano mio padre usando strane tecniche per invocare l'acqua mentre altri procedono per chiamare i soldati. Sembra tutto così assurdo, mi ritrovo sola in mezzo alla confusione a fissare questa piuma ma ovunque mi giro non vedo niente che possa avere a che fare con essa. Mia madre sbianca alla vista della piuma e mi guarda preoccupata << la situazione è più seria di quanto pensassi, mi sa che ci hanno puntato Evelyn.>> << Perché? Non capisco.>> << Il diavolo è qui.>> Chi è? Fa paura mamma?
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L'angelo è qui
RandomEvelyn è l'unica ragazza umana nata nelle terre di Astria. Vive in un piccolo villaggio apparentemente tranquillo insieme ai suoi genitori. Ma un giorno le cose cambiano quando iniziano a verificarsi strani eventi che rompono la quiete del tempo. La...