Sospetti

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<< Ci vediamo dopo ora ho gli allenamenti.>> Alisia mi saluta e dice << Attenta, mi raccomando e non uscire per ora.>> Dopo che le nostre strade si separano mi avvio nel corridoio opposto alla mensa per arrivare nella stanza in cui io e Nicholas ci incontriamo di solito. Quando la raggiungo e giro la maniglia noto che non si apre, sono le 15:00 e dovrebbe essere già qui per la lezione. Ma che fa il sonnellino pomeridiano dico io, non pensavo fosse così vecchio, eppure sono sicura che questa sia la porta. Ritorno nell'atrio e di sfuggita noto una figura che esce dal portone principale prima che si possa chiudere del tutto mi fiondo ad aprirla. << Tu! Non dovresti essere di là per gli allenamenti.>> mi tira il braccio e mi mette una mano nelle labbra per zittirmi. Ci spostiamo dietro il muro accanto al portone e dice sottovoce << Zitta! Ci vuoi far scoprire perché il tuo intento riesce alla grande se non chiudi questa bocca.>> Cerco di parlare ma escono solo suoni soffocati e lui non accenna a lasciarmi andare, mi limito ad osservare la scena in lontananza e capire cosa succede. Due soldati scortano 4 sacerdotesse verso l'ala dove si trova il preside e la sala dei ricevimenti. Il sole batte forte sulla statua al centro illuminandone la bellezza e noto che il terreno forma un cerchio con 5 direzioni quasi a formare una stella a 5 punte, sembra quasi fatto apposta. Nicholas mi lascia libera e mi fa segno di stare in silenzio si avvicina scaltro verso il portone in cui fanno ingresso le sacerdotesse. Dopo pochi minuti attesi fuori Nicholas scompare e io insieme a lui appena lo toccai, ritrovandoci nel corridoio verso la presidenza. Si gira verso di me e alza gli occhi al cielo contrariato ma poi mi prende la mano e andiamo a posizionarci sotto le scale a chiocciola penso per origliare le conversazioni. Anche se tutto questo mi sembra tremendamente sbagliato e non capisco cosa lui stia facendo, scompare di nuovo e lo trovo in cima alle scale di fianco a due porte aperte. Inizio a salire pure io lentamente le scale mentre penso affascinata alla magia che usa per spostarsi così velocemente senza che qualcuno lo noti. E a proposito di questo mi ritrovo distesa a terra per essere inciampata nel piede di Nicholas e lui mi guarda esasperato, ora sì che mi sono fatta notare alla grande. La mia caduta ha provocato un eco in tutta la struttura tanto che mi ritrovo davanti al viso il preside che mi guarda furioso << Che cosa ci fai qui?>> << No è che io volevo->> << Non mi interessa cosa volevi, avevo espressamente dato l'indicazione che nessuno doveva uscire dalle proprie ale fino a domani. Io qui non voglio bambini capricciosi che non rispettano le regole.>> la sua voce è talmente alta da mettermi i brividi. Una sacerdotessa esce per controllare cosa sia successo e chiede << Preside Smith cos'è successo?>> questa voce mi sembra familiare. Alzo gli occhi e vedo Rachel lei ricambia il mio sguardo << Anastasia come mai sei qui?>> la guardo confusa e le dico << No sono Evelyn, quella è mia madre.>> << Come osi rivolgerti a lei così con questa mancanza di rispetto!>> tuona il preside. Ma se non le ho detto nulla di male, saranno le crisi di mezza età. Rachel appoggia una mano nella sua spalla e dice << Non c'è bisogno che la rimproveri così d'altronde è figlia di una mia carissima amica. Ha un viso talmente simile che mi confondo sempre con lei.>> Mentre il preside calma i suoi bollenti spiriti mi giro dietro e non vedo più Nicholas, quel vigliacco è scappato di nuovo è solo colpa sua se sono in questo pasticcio. Rachel si avvicina a me e mi conduce verso la sala, appena entro rimango sbalordita da questa immensa bellezza. Al centro della sala c'è un tavolo con dei bicchieri e una bottiglia scura forse è vino, intorno ci sono lunghi divani rossi disposti uno di fronte all'altro e nel soffitto un grande lampadario pieno di lampadine disposte a piramide. Rachel si siede nel divano di fronte a me insieme alle altre sacerdotesse che mi guardano incuriosite. Mentre in quello dove sono seduta io c'è il preside e con grande sorpresa mi ritrovo Daniel, con lui avrei fatto sicuramente i conti dopo anche se ancora non mi ha degnata di uno sguardo. << Bene stavamo dicendo, sta sera c'è la luna piena quale momento migliore per svolgere il rituale per avere una fonte di energia maggiore.>> dice il preside. << Scusi se la interrompo quale sarebbe questa fonte di energia?>> << Non deve interrompermi se sei qui non è grazie a me quindi sì più educata.>> << È la luna.>> dice una sacerdotessa dai occhi verdi simili ai miei. << Una fonte inesauribile di energia pura, non sappiamo ancora come e perché ma da vitalità a chi sa usarla.>> << Sembra davvero fantastica. Non si potrebbe utilizzare essa per sconfiggere i demoni?>> << Non è così semplice Evelyn. Non siamo a conoscenza di come funziona la sua energia e per ora possono usarla solo le sacerdotesse se unite insieme. Non sappiamo nemmeno che effetto fa sui demoni.>> si rivolge a me in tono serio Daniel come se fosse molto preoccupato anche se non vedo il motivo di tanta preoccupazione se questa energia fa solo del bene. << Grazie signor Gray.>> dice la sacerdotessa di prima. La sacerdotessa accanto a Rachel si riempie il bicchiere e se lo porta alle labbra per bere un sorso. Alza i suoi occhi di ghiaccio verso di me e dice << E Smith si assicuri che nessuno interrompa il cerchio sta->> improvvisamente le si chiudono gli occhi come se fosse presa da un sonno pesante e improvvisamente come a catena seguono pure le altre. Daniel si alza subito e chiede agitato << Che hanno? Perché sembrano stare male?>> << Non lo so, non credo sia per il vino. L'ha bevuto solo Celestia e le altre no eppure hanno avuto la stessa reazione. Gray chiama subito Lydia che le venga a visitare, questa debolezza non possiamo permettercela. Evelyn vai con lui e rimani nella tua camera.>> lo guardo in silenzio e continua a dire << Non era una richiesta.>> Mi alzo dal divano in silenzio e con Daniel usciamo fuori senza proferire parola. Mi guardo intorno ma non c'è nessuna traccia di Nicholas giuro che lo troverò prima o poi. Questa tensione che c'è nell'aria mi mette a disagio e la vicinanza del corpo di Daniel al mio mi fa fremere dall'agitazione. << Non immischiarti nei nostri affari sei ancora piccola.>> << Oh certo qui tu sei il grande, ma per piacere, per fortuna sono capace di capire cosa succede.>> dico irritata. << No tu non hai idea di quanto il mondo possa essere spaventoso.>> << Di cosa hai paura? Che cosa sta succedendo?>> domando alzando il tono di voce. << Non sono cose che ti riguardano, ti ho già detto che non sono affari tuoi.>> mi fermo e lo guardo nei occhi << Certo sparisci per due giorni e poi ti ritrovo così senza manco salutarmi e pensi solo a dirmi di stare alla larga da tutto questo. Be ti dirò una cosa, ci sono già dentro al pericolo.>> Senza una spiegazione mi spinge le spalle verso il muro e mi inchioda con il suo sguardo << Le persone muoiono ogni giorno, vengono squarciate e torturate. I miei genitori sono prossimi a rischiare la vita e io devo fare di tutto per salvarli. Questo non è un gioco Evelyn.>> il suo petto si alza e si abbassa e il suo respiro è irregolare. Il suo viso è così disperato che mi fa quasi piangere senza dire niente l'abbraccio stringendolo forte solo ora capisco che è un periodo stressante un po' per tutti. Mi sussurra grazie e mi accarezza dolcemente i capelli, dopo un pò ci stacchiamo dall'abbraccio e proseguiamo uscendo nel cortile.

<< Ora devo andare di corsa, ci vediamo più tardi.>> Daniel si avvicina dandomi un bacio nella guancia e poi se ne va proseguendo la sua strada. Ora è il momento perfetto per cercare quel vigliacco di Nicholas ammesso che sia qua. Passo nel corridoio dei dormitori femminili e in fondo salgo altre scale che mi portano in quelli maschili. Mi ritrovo persa in mezzo alle file delle stanze e pensandoci non so nemmeno quale sia quella di Nicholas, in realtà non so niente di lui. Accanto a me nella stanza numero 50 sento uno scatto e la porta si apre, vedo Michael che mi guarda sorpreso. << Davvero coraggiosa a venire qui, di solito nessuna ragazza si avvicina nel nostro dormitorio. Quale buon vento ti porta qui, devi per caso incontrare qualcuno?>> Mi fa uno strano gesto della mano e ride, subito divento rossa e dico << Per amor del cielo Michael no non è questo. E poi stavo appunto cercando Nicholas.>> << Spiacente non credo sia qui, non ho visto e sentito che veniva qui dopo pranzo. Dato che sei qui potresti portarmi nella tua stanza?>> Lo guardo sconcertata << E perché mai dovrei portarti nella mia stanza?>> << Vorrei vedere Alisia, però non glielo dire che ho voluto io. Digli che ci siamo incontrati per caso e mi hai voluto invitare dato che nessuno dei due aveva niente da fare.>> mi dice in modo schietto da farmi cadere quasi la faccia a terra. << E tu pensi che se la beva? No non è tipo per queste cose lei.>> << Diglielo lo stesso, per favore!>> sospiro e gli dico << Va bene andiamo, ma solo perché sei tu e così posso ricambiarti il favore dell'altra volta.>> mi sorride sollevando gli angoli delle labbra e inizia a seguirmi. Quando busso alla mia stanza Alina mi apre subito dicendo << Chi è che osa disturbarmi a quest'ora del->> il suo sguardo si posa tra me e Michael << E lui che ci fa qui?>> << Lo invitato io per passare un po' di tempo da noi.>> << Ma sei pazza? È un ragazzo!>> << Quante storie per un ragazzo Alisia e poi lui è una brava persona.>> prendo il braccio di Michael ed entriamo dentro mentre Alisia rimane impalata davanti alla porta riflettendo su ciò che è appena successo. Vado verso la finestra e la spalanco per respirare un po' d'aria fresca, in questo momento non faccio altro che pensare alle dure parole di Daniel. Abbasso lo sguardo leggermente e in lontananza noto due figure maschili che indossano semplici abiti quindi sicuramente non sono soldati. Aspetta, aspetta quei vestiti sono di... Nicholas! E che ci fa lì a parlare con uno che non credo di aver mai visto in questa Accademia. Sto arrivando Morrison e sta volta non te la farò passare liscia. 

L'angelo è quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora