Finalmente la fine.
Solo due precisazioni:
1. Non sono mai stata al planetario di Roma, le cose che ho scritto le ho cercate su Google
2. Di oroscopo so meno di zero. È tutto palesemente finto -misto a qualche info dal mio bff Google- quello che c'è scritto.Buona lettura, a chi leggerà.
Se volete fatemi sapere, sarei felice di una vostra opinione 🫶🏼Grazie. Grazie. Grazie. Sempre. A tuttə.
Ci risentiamo per l'epilogo.
Lo pubblico domenica o settimana prossima? Mi affido a voi.Besitos 😘
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Il planetario con il tempo è diventato un luogo di pace per Simone, un luogo sicuro.
Ricorda ancora la prima prima volta che vi ha messo piede. Era una gita con la scuola, forse prima o seconda elementare.
È sempre stato affascinato dalle stelle, dai pianeti, dal cielo in generale tanto che da piccolo sognava di fare l'astronauta a differenza di suo fratello che invece ha sempre avuto i piedi ben piantati a terra. Infatti alla stessa età Jacopo diceva di voler diventare calciatore o contadino. Insomma, qualsiasi cosa pur di stare a contatto con il terreno, il prato e quell'odore che gli inebriava le narici ogni volta che pioveva.
Pensandoci bene forse Jacopo ha ereditato da sua nonna Virginia anche la passione per la cura delle piante. Erano più simili di quanto non credesse, nonostante la donna avesse un occhio di riguardo in più per il fratello soprattutto dopo il brutto episodio che lo aveva colpito, ma a lui non dava fastidio, sapeva che era giusto così.
La seconda volta che mette piede al planetario Simone frequenta la terza liceo.
Ludovica, una sua compagna classe in fissa con l'oroscopo lo coinvolge in un programma radio per dei crediti extra in cui appunto parlavano di astri e zodiaco.
È con lei che il moro torna in quel luogo, di cui resta ancora una volta incantato.
Si sentiva in pace a guardare le stelle, mentre Ludovica gli spiegava tutte le possibili interconnessioni tra le varie costellazioni dei dodici segni.Ha ascoltato tanto dalla sua compagna di scuola e con il tempo, nonostante non creda nell'oroscopo, deve ammettere che per certi versi le nozioni che lei gli impartiva sono risultate essere affidabili e veritiere.
La terza volta che Simone mette piede al planetario è pochi giorni dopo le sue dimissioni dall'ospedale.
A quasi diciotto anni ha avuto un brutto incidente.
Dopo essere stato con Laura e dopo aver preso coscienza di sé grazie alla cotta per un proprio compagno di classe ripetente, Simone fa coming out. Prima con suo fratello, poi con sua madre, suo padre e sua nonna e infine proprio con Laura e gli altri suoi amici.Si crede e si sente fortunato perché tutti lo hanno accettato senza grandi moine, senza domande, senza comportarsi in modo strano o diverso dal solito. Lui non è cambiato così come gli altri attorno a sé non sono cambiati.
Capisce poco dopo, però, che la sua accettazione e la sua normalità ruotano solo attorno alle persone che gli vogliono bene e che lo proteggono all'interno della bolla invisibile in cui abitano.Fuori dalla bolla il mondo è cattivo.
Lo comprende una sera, in discoteca, nell'unica volta in cui viene attaccato per essere chi è.Sta frequentando da pochissimo un ragazzo, Riccardo, il primo dopo Laura e dopo il due di picche rifilatogli dal suo compagno di classe. È felice di poter vivere apertamente un rapporto con una persona che gli piace davvero.
Escono da qualche settimana lui e Riccardo ed è sempre andato tutto bene. Fino a quella notte.Sono in un locale del centro ad una festa organizzata da uno degli amici del giovane. È al bar quando un tizio gli si avvicina.
Da lì il buio.

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Switched
Fanfikce"Occorre diffidare del quasi-uguale, del 'praticamente identico'. Le differenze possono essere piccole, ma portare a conseguenze radicalmente diverse."