lV.

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si dice che la speranza,
sia lultima a morire


"Ho sonno black" sta volta davvero non avevo voglia di dargli corda.

"va bene pinocchio, sogni d'oro" sbuffai e poi chiusi gli occhi troppo stanca per fare o dire qualsiasi cosa

il mattino seguente, quando mi svegliai notai che il letto era vuoto e un silenzio assordante caratterizzava la stanza in cui mi trovavo.

Black non c'era, forse era uscito. Ne approfittai quindi per girare più libera in casa.

mi liberai della maglia e poco mi curai del fatto che non avessi il reggiseno, tanto ero sola e amavo tantissimo quella sensazione di pura libertà

sgranchì le ossa di tutta la spina dorsale e cercai il telefono per sapere che ore erano, le otto e ventitre segnava il display

mi alzai, e misi un po di musica in modo da rifare il letto sulle note delle mie canzoni preferite.

danzavo e cantavo, quale sensazione migliore di questa? nessuna. Questa è la risposta

"oh porco cazzo" sentii una voce baritonale maschile pronunciare quelle parole, così istintivamente mi girai e vidi mio zio vicino il letto con solo l'accappatoio in vita.

Non era uscito ma era in bagno e ora ero esattamente col seno di fuori avanti a lui...ASPETTA

ERO COL SENO DI FUORI AVANTI A LUI
CAZZO

mi coprii subito con il braccio, mentre ero intenta a cercare la maglia "e girati almeno" dissi "ma tu che problemi hai?"

"ma non mi dire che quando stai solo in casa non giri con l'asticella libera che non ti credo nemmeno se mi tagliassero un dito" la trovai e la indossai al più presto

"no non lo faccio, perché sono un uomo rigoroso" disse l'uomo che era a pochi centimetri da me con solo l'accappatoio in vita.

"ad ogni modo, non devi rifare tu il letto" mi disse e non capii perché non volesse "scusami?"

"negli hotel ci sono le cameriere" e allora? perché non potevo fare io il letto "si ma, mi andava di farlo che male c'è" alla mia risposta alzò le sopracciglia arreso e successivamente si recò ai fornelli

"che vuoi per colazione" mi chiese, io d'altronde mi sedetti sul letto portando le ginocchia al petto "non devi cucinarmi la colazione"

"e per quale motivo?" mi chiese "negli hotel c'è il buffet nella sala pranzo" lo sbeffeggiai "e se volessi cucinare io?"

"fa pure. Ma io aiuto le cameriere facendo il letto e non sporcando la cucina, tu invece le fai ammazzare di lavoro sporcando la cucina inutilmente e rimanendo il letto disfatto" e sta volta avevo vinto io

e la mia vittoria si palesò sul suo volto, il quale ora era sbeffeggiato dalle mie parole veritiere. Con arroganza mi alzai dal letto e me ne andai in bagno, rimanendoci per darmi una sistemata

alle mie spalle black mormorò un qualcosa come "brava lavati, che da oggi in poi non staremo più qui"

ma non ne fui sicura, perché a dire il vero, le sue parole da un orecchio mi entravano e dall'altro mi uscivano.

Subito dopo la doccia, misi il mio cargo preferito. Un cargo nero con ovviamente i tasconi, tutti sfilacciati e un body dello stesso colore aderente. Optai per un trucco leggero, composto da: mascara, blush e una tinta labbra opaca color carne.

tornai in cucina e mi avvicinai a black che era appoggiato alla penisola intento a bere qualcosa in una tazza. Mi misi di schiena per fronteggiare la sua posizione, ma non lo guardai in faccia.

my uncle my JungleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora