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permettimi di farti dimenticare l'indimenticabile

Dopo un'intera giornata passata a casa di Jack, tornai nel mio appartamento, ero stanca. Avevo mangiato, bevuto e riso tutto il giorno. Jack mi aveva proposto di dormire da lui, avrei potuto dormire nel letto della sorella che non era a casa in quel momento

ma preferii tornare, era poi troppo esagerato appropriarmi della sua bontà in quel modo.

Entrata in casa mio zio era steso sul letto a guardare la Tv, aveva addosso una camicia nera i pantaloni neri aderenti ed eleganti e due air force bianche che teneva incrociate l'una sull'altra

teneva il telecomando nella mano destra, intento a cambiare i canali

dov'era andato esattamente? perché era così elegante? di domenica sera?

"dove sei stata?" mi chiese subito, ma il suo tono era normale sta volta "da Jack" gli fece piacere sentire quelle parole, probabilmente aveva avuto un pensiero fisso su dove fossi dal momento che avevo messo piede fuori dalla porta stamattina.

La mia vestaglia era a terra accanto allo specchio, stamattina avevo dimenticato di rimetterla apposto. La alzai ma la ributtai a terra e tolsi la maglia color rosa che avevo addosso, mio zio si era alzato per raggiungere la cucina e versarsi da bere in un bicchiere di vetro nero.

"ti spiace se tolgo il reggiseno? non ho voglia di andare in stanza" non so con quale coraggio glielo chiesi, ma forse un po' perché mi andava di provocarlo

e vederlo vestito in quel modo poi... mi dava delle vampate di calore al corpo allucinanti

"si mi.." smisi di ascoltarlo e lo tolsi lo stesso ignorando la sua risposta, poi avanzai verso la vestaglia, ero intenta a prenderla quando mentre ero accovacciata mi trovai una mano al collo

il fiato mi si mozzò e poco dopo mi trovai spalle al muro "ti ho detto che mi spiaceva" aveva la mascella serrata mentre mi teneva con solo la mano destra, nella sinistra teneva stretto il bicchiere

appoggiai le mie braccia al suo polso e allentai di quel poco che la mia forza mi concedeva la sua presa, per riuscire a trovare un po' di fiato per parlare

"non me ne frega un cazzo di quello che dici" ero sicura che la mia faccia si fosse colorata di magenta per quanto forte fosse la presa "ah no?" avvicinò la sua faccia alla mia azzerando quasi del tutto la distanza tra le nostre labbra

"no" controbattei "bene" disse "ora ti faccio vedere come si dimentica realmente un ex" come? che aveva intenzione di fare?

con mia grande sorpresa mi versò l'intero bicchiere di whisky addosso macchiandomi il pantalone e l'intero petto, sentii il liquido ricoprirmi i capezzoli che si inturgidirono

fortunatamente avevo i capelli dietro le spalle o si sarebbero sporcati tutti. Successivamente posò il bicchiere su un davanzale alla nostra destra, tolse il braccio dal mio collo e lo pulì sulla camicia

poi si avvicinò e prese a leccare tutto il liquido che colava sulla mia pancia, io d'istinto alzai le braccia sulla testa, non solo per il dolce formicolio ma anche per permettergli tutti i movimenti facilitati

leccò il lobo dell'ombelico, poi fece un movimento a zig zag e quando si trovò nel mezzo dello spacco del seno mi guardò e rise tenendo la lingua di fuori. Mise le mani sui miei fianchi, li strinse e inizio a leccarmi le tette

lo sentivo dappertutto, avevo i brividi. Leccò prima la destra poi la sinistra, il mio punto debole. Ne stuzzicò i capezzoli, li succhiò lentamente e poi li morse. Il mio respiro si fece più profondo mentre il suo era abbastanza regolare nonostante sembrasse un affamato

my uncle my JungleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora