V.

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STARE CON LUI PER L'ETERNITÀ





un quarto d'ora dopo l'arrivo del messaggio del mio
amato ex, anche noi raggiungemmo la nostra destinazone.

Devo ammettere che l'amico di Black aveva buon gusto, i rifinimenti neri e rustici mi davano una senso di leggerezza e le pareti bianche, uno di luminosità. Per non parlare dell'immensa vetrata che dava sul panorama fantastico della città che non dorme mai.

posammo le valige all'ingresso e ci abituammo a quella che per noi sarebbe stata la nostra nuova casa.

Mi piaceva, era piccola e accogliente. Un appartamentino che faceva a caso mio, non era enorme come tutto ciò che mi circondava ma modesto per chiunque. Perfino per Black

"ti piace?" mi domandò "si" risposi estasiata da tale bellezza.

mi catapultai sul letto e mi beai del pulito delle lenzuola, quasi quasi mi addormentavo li senza nemmeno curarmi del fatto che fossi ancora vestita e tutto ciò che mi aspettasse affrontare il giorno dopo.

Mi focalizzai sul mio dettaglio preferito, lo specchhio posto di fronte il letto. Amavo questa cosa e senza neanche un motivo ben preciso.

Mi feci una foto, l'avrei conservata in galleria.

"non disfare ancora le valigie, è tardi. Ci pensiamo stasera. Il letto è uno e non ti puoi lamentare, dobbiamo dormire insieme e non voglio sentire lagne" grazie black, grazie mille per la più bella notizia di sempre.

"qui non abbiamo il servizio in camera quindi cucino io qualcosa" proseguì "si io avrei da fare una cosa" confessai "esattamente cosa, alle nove di sera?" capisco che lui in quel momento era il mio tutore ma perché non provava a farsi gli affari suoi almeno una volta?

"sai che scrivo quel libro sulla moda?" annuì mugolando un "mh"
"ecco bene mi servirebbero delle foto da stampare, e ho notato che quaggiù c'è una cartoleria aperta anche di sera" aggirò la penisola e mi raggiunse "va bene, ti servono soldi?"

feci di no col capo e lo salutai, con un bacio sulla guancia destra, rimanendolo di stucco. Non se lo aspettava e neanche io per quanto mi riguarda, ma a me piace lasciare tutti col dubbio del perché di qualsiasi mia azione

e in questo caso il mio obiettivo era stato portato a termine dato che vidi la confusione farsi strada sul suo volto.

sapeva che tra noi l'odio scorreva nelle vene, ma non capiva del perché del mio comportamento dolce alle volte.

Evitai di prepararmi troppo altrimente avrei lasciato sospetti, del resto lui era convinto che andassi in cartoleria e non che stessi per rivedere il mio ex.

Non scesi le scale a causa della noia, optai per l'ascensore. Arrivata a piano terra lo vidi all'entrata, era vestito con una tuta interamente grigia, i capelli rasati e neri e i tatuaggi sulle braccia, esili ma allo stesso tempo muscolose, per non parlare della sua altezza.

Se i miei occhi non mi ingannavano, era cresciuto nell'ultimo periodo. Mi avvicinai piano piano, col cuore che batteva a mille, lui mi notò e tolse le mani dalle tasche.

"ciao principessa" mi disse col sorriso stampato in faccia, alchè io arrossì. Mise un braccio sulle mie spalle e io lo abbracciai "mi sei mancato" ammisi

"non eri la stronza sentimenti?" era vero, tutte le mie amiche glielo avevano detto prima che mi innamorassi di lui follemente. "lo sono sempre" mi guardò e rise "vuoi che te lo dimostri" lui annuì

allora senza pensarci due volte, con una gomitata da lui inaspettata lo colpii sul punto debole di ogni essere maschile. Mugolò per il dolore immediato, piegandosi in due. Così torreggiando su di lui mi avvicinai e gli dissi

my uncle my JungleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora