Capitolo 1.

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Wrong Girl

Era estate ormai. La mia prima estate di libertà. La prima estate in cui si poteva tornare a casa tardi senza preoccuparsi dei compiti o delle interrogazioni future. Non che prima non tornassi tardi a casa, d'estate e non, ma ora ero più... libera.
Sono sempre stata una ragazza semplice, che ha sempre amato la vita riuscendo e a cogliere sempre gli aspetti positivi.
Mi piaceva fare cose che non avrei più potuto rifare nella vita, senza ovviamente "perderla" con l'assunzione di droghe e cose simili, cosa che accadeva molto spesso tra i giovani negli ultimi anni.
L'unica cosa che odiavo, a parte la stragrande maggioranza delle persone, era la droga.
La droga era ovviamente al primo posto. Ma in realtà le cose che odio sono molte.
Odio le librerie, per esempio. Sono troppo isolate, e... non ci sono persone. Amo leggere, ma mi piace farlo in mezzo ad una piazza, al mare d'estate, con il rumore della vita che mi circonda.
Odio anche il rosa. Lo trovo fin troppo appariscente, nonostante il mio colore preferito sia il giallo.
Potrei continuare la lista all'infinito, ma ne uscirebbe davvero un libro troppo grande.

I raggi del sole che si infrangono sui vetri della mia finestra, illuminando tutta la stanza, mi costringono ad aprire gli occhi; porto un braccio sul viso coprendoli, cercando di far abituare pian piano gli occhi alla luce del sole.
Sospiro rassegnata e dopo cinque minuti ancora attaccata alle lenzuola del mio letto, che è inoltre l'unica persona che abbia mai davvero amato nella vita, mi alzai mettendomi a sedere sul morbido materasso.
Lasciai penzolare per un po' i miei piedi poco sopra il pavimento portando la testa all'indietro e poi feci il grande passo, e mi alzai.
La pianta dei miei piedi toccò il pavimento, caldo grazie alla luce del sole.
Aprii del tutto le tende in modo da illuminare tutta la stanza.
Non ci volle molto prima che la stanza si riscaldasse e cominciassi a sudare.
Odio le giornate d'estate così calde.
Decisi di fare una doccia.

Aprii il getto dell'acqua e mi infilai nella vasca da bagno aspettando che si riempisse. Le perline di sapone con le quali avevo riempito la vasca, si trasformarono presto in schiuma.
Mi immersi completamente nell'acqua e cominciai ad insaponarmi.
Non stavo pensando a nulla di particolarmente importante. In realtà non penso stessi realmente pensando. Restai a lungo immersa nell'acqua, tra i miei pensieri, che non ricordo nemmeno quali fossero.
Un'oretta dopo, uscii dalla vasca arrotolandomi in un morbidissimo asciugamano.

"Veronica McLennor"

Ah, dimenticavo, ho una coinquilina, e quando mi chiama con il nome per intero... beh, come dire... è pericolosa.
Si chiamava Skyline De Ceneris. Era la solita ragazza bellissima. Bionda, occhi blu e perfettamente in forma, ma era come me. Fottutamente acida quando voleva.
Forse è per questo che l'ho scelta come coinquilina, anche perché dovevo sceglierne per forza una o mio zio non mi avrebbe mai dato la villa nella quale ora entrambe viviamo.
Non volevo davvero immaginare cosa fosse successo.
Infilai l'intimo in pizzo nero e un paio di pantaloncini e scesi di sotto.

La trovai seduta al tavolo con un giornale in mano pronta ad uccidermi.

"Ronnie, cos'è questo?"

Mi puntò il giornale in faccia mostrandomi la prima pagina sulla quale c'era la foto di una ragazza... Ma che merda era mai quella? Perché ero impressa su quella copertina orrenda? E, soprattutto, perché cazzo merda era rosa?
Strappai il giornale dalle mani di Sky fissandola inorridita.

"Non lo sapevi?"

Tornai a fissare Sky negli occhi, sembrava più stordita di me.
Ero io, si, ma non ho mai messo quella foto su nessun genere di social network, e non l'ho nemmeno mai scattata...
Posai nuovamente lo sguardo sulla copertina cercando di capire se fossi veramente io o meno. I miei dubbi vennero finalmente affermati notando che sotto la foto c'era anche il mio nome. Scritto in piccolo come se, scrivendolo in grande, sarebbero stati denunciati per stalker maniaci sessuali.
Skyline stava per uccidermi, e forse un po' la capivo.
Un paio di anni fa, quando eravamo al liceo, vedevo le sue foto ai ragazzi alla "guadagna facile con un click!". A me bastava cliccare stampa, ed il gioco era fatto. Il prezzo non era nemmeno tanto basso, ma la cosa bella era che alcuni erano così disperati da comprarle anche tutte.
Ma infondo anche se Skyline diceva di odiarmi, mi perdonava sempre. Non l'ho mai ammesso davanti a lei, ma forse è diventata mia coinquilina perché le voglio davvero un gran bene. Insomma, le più grandi cazzate le ho fatte con lei e sono state sempre le cazzate più belle e divertenti della mia vita.
Ma ritornando al giornaletto che sembrava chiamarsi "Bamp!", presi un pezzo di carta e lo 'lanciai' a Sy indicandole di segnarsi l'indirizzo. Salii di corsa le scale e presi la prima canotta che mi capitava a tiro, mi spettinai i capelli, misi un filo di trucco (solita matita nera, mascara e rossetto bordò). Afferrai chiavi della macchina e telefono al volo e aprii la porta facendo segno a Skyline di seguirmi chiudendosi la porta alle spalle. Infilai gli occhiali da sole e salii sulla mia Audi A1 S-line. Aspettai che salisse anche Skyline e partii di quinta.

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