A day with you. (Pt.1)
Poggiai con tutta comodità i piedi sul cruscotto della sua auto e fui felicemente impressionata dal fatto che non se ne lamentò nemmeno nella sua immaginazione.
Sorrisi guardandolo e seguendolo in tutti i suoi più piccoli movimenti mentre gli occhiali da sole nascondevano la direzione del mio sguardo.
Portai la testa ad appoggiarsi sullo schienale del sediolino ridendo ancora una volta di me stessa.
Cosa mi stava succedendo?《"Ehi tu, donnaiolo in miniatura, dove mi stai portando?"》
Irruppi in quel silenzio che cominciava a risultare estremamente snervante.
Lui si girò guardandomi stranito finché quel piccolo sorrisino che aveva stampato in faccia, non si trasformò in un sorriso amcor più grande fino a diventare una risata.《"Non sei poi così tanto più alta di me, lo sai vero, principessina?"》
Disse marcando l'ultima parola, sicuramente per irritarmi.
"Principessina".
Dio che nervi. Una delle cose che più odiavo al mondo erano, probabilmente, proprio quel tipo di nomignoli e lui in qualche modo, doveva saperlo. La voglia di ucciderlo cominciava a salire di nuovo, come per magia potrei quasi dire ma cercai di reprimere tale voglia con un piccolo colpo di tosse che non fece altro che far capite tutto a Nathan, probabilmente. E sorrise ancora una volta concentrandosi sulla strada che stavamo percorrendo da qualche minuto. Irritante. Non sapevo dove stavamo andando ma riconoscevo perfettamente gli alberi che costeggiavano le strade di Beverly Hills.Sorrisi appena nel vedere il mare.
Non mi appassionava più di tanto, ma adoravo sentire l'odore che lasciavano nell'aria le sue onde.
Quindi, mi sporsi un pò fuori dal finestrino per approfittarne fin quando non sentii delle dita nei passanti dei miei jeans e una forza maggiore che mi riportò a sedere sul sedile dell'auto.《"Ti voglio ancora con la testa sul collo quando arriveremo da me."》
Lo guardai stranita un pó per il "ti voglio ancora con la testa sul collo" un pò per il "da me".
Poi mi soffermai sul "da me" ed automaticamente la mia testa si gira con un'espressione confusa dipinta in volto verso di lui.Non ricevetti risposta fin quando, dopo qualche metro e una mezz'ora di viaggio mi ritrovai in un gigantesco garage.
Forse esagero con il gigantesco, ma quel garage era seriamente grande.
Scendo seguendolo a ruota mentre lui cammina sicuro di sè verso l'uscita della quale porta, apre con un click sul telecomando, e richiude con la stessa facilità.
Potei giurare che avesse premuto un bottone anche per chiudere le portiere della macchina una volta che fummo scesi da essa.
Ma non potei soffermarmi su particolari dal momento che ormai la mano di Grien era stretta nella mia e mi portava fuori da quel garage.Era qualche minuto che, con ancora la mano di Nathan che stringeva la mia, stavamo camminando su un lungo marciapiede fin quando non arrivammo davanti ad una specie di "negozio" che permetteva a tutti di afittare dei mezzi di trasporto quali: Pattini, bici, mono-pattini, skate ecc.
Inutile dire che Grien scelse anche per me e qualche minuto dopo eravamo sullo skate a percorrere tutte le piccole strade di Beverly Hills.
Le nostre tappe furono un Mc, un bar per una granita, ed il tramonto.
Eravamo lì, a goderci il tramonto mentre io ancora ridevo per una caduta che avevo preso poco fa.
Le ruote dello scate si erano incastrate nella sabbia che costeggiava una piccola srradina ed io ero letteralmente finita con il sedere per terra mentre Natha continuava a ridere alle mie spalle e per tutto il restante tragitto, aveva cominciato a tenermi le mani per evitare che cadessi.
Adoravo i colori del tramonto.
Variavano, ed io questo lo adoravo.
Istintivamente, portai la mano sul mio anello cercando di ripercorrere cin le dita le incisioni che lo decoravano seppur ormai fossero indecifrabili.
Quando mi accorsi del mio gesto, notai amche lo sguardo di Nathan concentrato su di me.
Solitamente toccavo l'anello quando mi sentivo nervosa, o arrabbiata o cose simili, eppure adesso non potevo stare meglio di così.
Non per Nathan, ovviamente.
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Dark Blood.
Novela Juvenil"...Gli avvenimenti del passato non hanno alcuna verità obiettiva, ma sopravvivono solamente in documenti scritti ovvero nella memoria degli uomini. Il passato e tutto ciò sul quale, da un lato i documenti e dall'altro la memoria, sono d'accordo." ...