Capitolo 12.

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AVVERTENZE.
Per le spiegazioni che non trovate in basso al testo, chiedete e vi saranno date.♡

Escape.

Viaggiavamo da ore, senza renderci conto di dove stesdimo andando e fin troppo concentrati a discutere della vita e della sua vicinanza alla morte.
Poi tutto d'un tratto, eravamo passati alla felicità a su cosa fosse.

《"La vera felicità sta nel non aver bisogno di felicità."》

Ribattei io nel bel mezzo della discussione.

《"Mi stai citando Seneca?"》

Sorrise lui girandosi verso di me solo per qualche secondo, giusto il tempo di sorridermi, mentre io continuavo a muovere i piedi poggiati sul cruscotto.

《"Esattamente."》

Lui sorrise ancora per poi risposrtare lo sguardo sulla strada preparando una delle sue domande.
Adoravo quando mi faceva le domande, seppur finivamo sempre e comunque per discutere sulle varie teorie dell'argomento che entrava in gioco.
Le nostre opinioni erano così diverse, eppure era così bello parlare con lui.

《"Quindi, cosa pensi del destino?"》

《"Secondo te?"》

Dissi io fissandolo mentre nascondevo le mani nelle maniche della felpa.

《"Qualcosa mi dice che su questo non sei d'accordo con Seneca."》 ¤

Risi per l'ovvietà della sua affermazione.
E lui non evbe bisogno di altre risposte, di conferme.
Come se già le sapesse.

《"Però sai che è così, giusto?"》

Lo guardai per poi riportare lo sguardo dritto davanti a me.
Era divertente e bello allo stesso tempo e per la prima volta nella mia vita non dover spiegare il pensiero di Seneca a qualcuno.
Oltre a mia madre, nessuno era mai riuscito a seguire i miei fili logici, ed ora eccolo lì.
Seduto sul sedile di un'auto, guidandomi verso chissà quale meta.

《"E tu cosa ne pensi?"》

Gli chiesi evitando palesemente di rispondere alla sua domanda.

《"Il destino accompagna chi lo segue di sua volontà e trascina chi si ribella."》

Citò lui.
E questa fu l'univa risposta che ricevetti.

《"È questo che peserebbero tutti, perché il pensiero comune è quello di far scorrere le cose, perché nessuno ha mai la sincera voglia di voler cambiare qualcosa."》

Continuò poi senza mai distogliere lo sguardo dalla strada con indosso un'espressione bellissima, una di quelle che ti lasciano a bocca aperta.
Sorrideva con serenità eppure aveva quell'espressione seria che non ti lasciava capire a cosa si stesse riferendo.

《"Ma tu no."》

Disse infine lasciandomi intendere che quel sorriso, fosse dedicato proorio a me.
Sorrisi inconsciamente, senza nemmeno accorgermene aspettando che lui continuasse, perché sapevo che lo avrebbe fatto con un'altra domanda o con una semplice riflessione.

《"E a volte mi chiedo: Esistiamo davvero se qualcuno decide della nostra vita? Siamo noi ad esistere o è qualcun'altro ad esistere al posto nostro?"》

Probabilmente non c'entrava praticamente nulla con il discorso che stavamo facendo, ma quello che aveva detto, era così bello, proprio come il modo in cui lo aveva detto, che non potei fare a meno di essere d'accordo.
Nessuno aveva mai capito quello che dicevo, non come faceva lui.
E nessuno era altrettanto in grado di stupirmi in quel modo, eppure lui, mi stupiva sempre di più, ora dopo ora.
Sorrisi scuotendo la testa per i miei stessi pensieri riprendendo a guardare dritto davanti a me.

《"E tu quale pensi che sia la risposta?"》

E per la prima volta fui io a porre la domanda.

《"Non esiste risposta."》

Rispose lui semplicemente.

Le ore passarono mentre noi continuavamo a saltare da argomento in argomento.
Fuori era buio e si potevano vedere le stelle come piccoli puntini bianchi su un'immenso telo nero sfumato con il blu.

《"Manca molto? Fa piuttosto freddo e l'unica cosa che abbiamo mangiato sono stati dei panini. A pranzo, ed anche a cena."》

Dissi io lamentamdomi per la prima volta durante tuttabla durata del viaggio.
Lui si girò verso di me e rise.

《"Non pensavo ti saresti mai lamentata."》

Risi alla sua affermazione cercando di non farglielo notare.
Pochi secondi dopo si fermò su una piccola spiaggia sulla quale si affacciava un gigantesco palazzo nel quale Nathan entrò poco dopo senza dire nulla.
Sorrisi mentre lo guardavo camminare lungo la piccola passerella nascosta nella sabbia.

Nathan Grien era misterioso, fin troppo, eppure a me non veniva la voglia di indagare sulla sua vita, sulla sua storia, come se già ne fossi a conoscenza.
Poggiai la testa sul vetro e senza nemmeno il tempo di chiudere gli occho e sognare, vidi Nathan uscire dall'edificio.
Lo fissai a lungo notando attorno a lui delle piccole nuvolette di fumo colorato che gli danzava attorno con leggerezza.
Socchiusi gli occhi cercando di distinguere la sua espressione nel buio della notte.
Si avvicinava facendo girare sul dito di una mano il portachiavi al quale era legate due chiavi.
Era sorridente e teneva lo sguardo fisso su di me e non appena fu abbastanza vicino, parlò.

《"Sono sicuro che con questo ti conquisterò."》

Disse sicuro di se mentre il mio sopracciglio destro si alzava e un'improvvisa risata si faceva strada sul mio volto.
Guardai lui, e poi lo sportello che stava aprendo invitandomi a scendere.
Sorrisi, e lo accontentai scendendo dalla macchina.

《"E cosa sarebbe?"》

Chiesi mentre continuavo a seguirlo facendo spofondare i piedi nella sabbia di quella spiaggia stupenda.
Non rispose, fin quando non arrivammo davanti a due moto da cross.
Lo guardai estremamente felice rubandogli le chiavi dalle mani e salendo immediatamente in sella dopo aver allacciato bene il casco.

《"Uou-Uuh!"》

Gridai pronta a partire mentre Nathan sorrideva e scuoteva la testa e nel frattempo si posizionava sulla moto.
Il casco gli donava.

《"Ti propongo una gara.
Se vinco io, mi dai un bacio, se vinci tu..."》

《"Se vinco io ti fai il bagno nudo."》

Sorrisi non dandogli il tempo di finire la frase facendogli l'occhiolino subito dopo.

《"Se pareggiamo il bagno nudo lo facciamo entrambi."》

Sorrise lui ammiccando e.. dio, quel sorrisetto era davvero stupendo.
Contò fino al tre, e poi le nostre moto partirono in sinronia sfrecciando sulla sabbia.
Sorridevo ed urlavo felice ed entusiasta.

《"Ma non vale! Hai perso!"》

Continuavo a gridare e a ridere mentre lui voleva far spogliare anche me cercando di convincermi di aver fatto pareggio.

《"Bugiarda!"》

Urlava lui tra le risate tremando per il freddo che faceva e per il fatto che fosse completamente nudo.
Sorrisi squadrandolo dalla testa ai piedi ammiccando subito dopo essere ritormata con lo sguardo sul suo.
Lui approfittò della mia distrazione levandomi la felpa e facendola cadere sulla sabbia.
Tremai per l'impatto che il freddo ebbe sulla mia pelle.

《"Stronzo!"》

Dissi ridendo cominciando a spingerlo verso l'acqua nel tentativo di farlo cadere, ma la sua forza era nettamente superiore alla mia e quindi, quella a cadere con il sedere sulla sabbia, mentre le onde si scagliavano su di noi, fui io.
Il suo petto aseriva freddo e bagnato contro il mio mentre il mio sgiardo si faceva serio ed il suo seguiva ogni lineamento del mio viso.
Portai le mani sul suo viso accarezzandolo, vome se fosse una creatura mistica.
Una di quelle che si trovano solo nelle fiabe.


¤ Seneca sostiene infatti che deve essere il destino a guidare l'uomo e che quest'ultimo debba fare ciò che esso gli impone.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 25, 2016 ⏰

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