LA CATENINA

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A volte è Dio che sbaglia la tua ordinazione
Per questo se chiudi la porta si apre un burrone
(L’amore è eternit, Fedez)

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"Ma come mai hai il vestito bianco?"

Oggi è il 22 maggio del 2016, il giorno della comunione di Arianna.

Sua cugina Emily, che era venuta direttamente dalla Germania per la sua comunione le aveva chiesto come mai avesse il vestito bianco. Da loro non si usava, infatti mettevano solo una sciarpa bianca.

C'è una foto che ritrae benissimo quel giorno.

Ovvero una in cui Arianna ed Emily si abbracciano o meglio in cui Arianna abbraccia Emily. Sua cugina quel giorno aveva un vestito bianco a pois fucsia, tipico per una bambina di 8 anni.

Arianna per quel giorno, per la festa, aveva scelto un vestito tirolese. Arianna amava quella tipologia di abiti e ne aveva due, li aveva comprati proprio in Trentino, in val di Fassa, dove era solita andare in vacanza con la sua famiglia d'estate. Il vestito di Arianna era verde e viola, i suoi colori preferiti, il look poi continuava con un cappello e un paio di scarpe da ginnastica bianche e viola.

Somma, Ari era una baby modella.

Suo fratello un giorno le aveva detto che era fortunata a fare la comunione perché così le avrebbero fatto un sacco di regali. Dopo tutto a una bambina di 10 anni non si può certo iniziare a spiegare il significato teologico della comunione, forse a grandi linee. Ma comunque alla fine ciò che a Arianna importava era il regalo.

I suoi zii da parte di papà le avevano regalato una bicicletta viola. Arianna non era mica fissata col viola no no.

La sua migliore amica Marina le aveva regalato un orologio da polso: lo zitto, giallo tra l'altro.

Il suo migliore amico Alex le aveva regalato un braccialetto con attaccati dei ciondoli con gli animali marini.

I suoi zii da parte di mamma le avevano regalato un coltellino svizzero. Era un coltellino professionale ma comunque da bambina: aveva una lama con la punta arrotondata, un piccolo seghetto e l'apriscatole; poi aveva le pinzette e lo stuzzicadenti. Era un coltellino normale, semplice, però molto carino.

Ma la cosa che piaceva di più ad Arianna era che su quel coltellino c'era scritto il suo nome.

Arianna

Il coltellino aveva una cordicella, ovviamente viola e una catenina per attaccarlo allo zaino o dovunque.

Arianna quel giorno era felice

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Sono passati sei anni da quel 22 maggio e precisamente quel giorno Arianna viene dimessa dalla psichiatria di La Spezia.

Arianna sorride, respira e fa un passo in avanti. Scende dalla macchina e si guarda attorno: è a casa.

Sua nonna aveva invitato anche gli zii e i cugini a mangiare per festeggiare il suo ritorno.

Aveva cucinato 2 chili di carne con le patate e aveva fatto le tagliatelle fatte in casa con il ragù di cinghiale. Un pasto che era tutto tranne che misero.

Dopo pranzo avevano fatto una grande partita di poker, Arianna aveva imparato a giocarci proprio in psichiatria. Era abbastanza brava ma non era capace a bluffare. Tommy le aveva insegnato come fare, lui era molto bravo, Ari arrancava un po’ nonostante fingere fosse una delle sue migliori abilità. Nell’anno passato ne aveva dato prova: aveva mentito a tutti, su tutto.

Quando rientrò nella sua cameretta per la prima volta si rese conto che niente era cambiato. I suoi libri, il suo zaino e la sua scrivania disordinata, le sue foto appiccicate sull'armadio, le locandine appese, i puzzle sul muro (rigorosamente viola) non era cambiato niente.

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