IL TAPPO DI BOTTIGLIA

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Questa notte torni a casa da sola
Il Montenegro nella borsa e l'amaro in gola
(Innamorati persi, Cactus)

"No, dai amo facciamolo"

Didi se ne era uscita così quella sera.

Diana, Arianna e Lola erano diventate inseparabili. Dopotutto passavano tutto il giorno assieme, tutti i giorni. È ovvio che in un contesto del genere si formino delle relazioni molto forti, diverse da quelle che nascono in situazioni normali.

Come Arianna si faceva chiamare Riri solo dalle persone di cui aveva davvero una grande stima, così faceva Diana che voleva essere chiamata Didi.

Quella sera stavano fumando in cortile, ognuno aveva preferenze diverse sulle sigarette. Lola fumava le Chesterfield blu, Riri le rosse, Didi il Pueblo blu, Tommy le Rothmans rosse e Gio le Marlboro touch rosse. Non andavano molto d’accordo sulle sigarette ma questo non voleva dire niente. Quel giorno a fumare con loro c’era anche Mariavittoria, un’operatrice della Villa che fumava le Camel Light, che, a parere di Riri, non sapevano di niente.

“Quindi stasera si esce?” chiese ad un certo punto Gio
“Ah non decido io, dovete parare con la Simo” rispose

La Simo era l’infermiera in turno e non ci aveva mai fatto uscire.

“Simona” urlò Lola
“Cosa c’è?” disse preoccupata, quando uno dei ragazzi urlava di solito non era un buon segno.
“Ma non è che per caso possiamo uscire stasera?”
“Dai Simo per favore” dissero in coro i ragazzi
“Dai va bene, però facciamo solo due passi” disse inaspettatamente l’operatrice.

I ragazzi erano molto contenti, dopotutto uscire voleva dire un po’ di normalità, voleva dire cercare di assomigliare alla vita che avevano lasciato fuori dal cancello della clinica.

Andarono in un paesino vicino alla struttura che distava circa 15 minuti a piedi. Si sedettero in un bar che era anche una kebabberia e si presero anche da mangiare. Forse è strano da pensare per una persona non ricoverata, ma per dei ragazzi che vivevano in una clinica, mangiare un kebab alle 11 di sera era una cosa pazzesca. Non li si può biasimare. Ari quella sera si era un po’ lamentata del fatto che il kebab costasse 7 euro quando di norma costava 5, ma lo aveva comprato lo stesso, dopotutto voleva qualcosa che fosse diverso dal riso senza olio dell’ospedale.

“Possiamo andare a salutare i miei?” chiese Didi

I genitori di Diana avevano un ristorante, stando a ciò che diceva Lola, avevano dei prezzi assurdi, ma comunque andarli a salutare non costava nulla.

“Va bene” disse Mariavittoria

Non l’avesse mai detto.

La cosa che le operatrici non sapevano era che quell’uscita aveva uno scopo ben preciso: l’alcol.

Ari e gli altri avevano pensato a una tattica degna dell'FBI per rubare dell'alcol.

Il piano consisteva nell'andare a salutare i genitori di Diana e dire che lei sarebbe andata un attimo sul retro a prendere del tè alla pesca. Ovviamente l'avrebbero lasciata andare, dopo tutto era loro figlia.

Diana quindi rubò una bottiglia di Montenegro e la infilò nella borsa di Lola, poi ci misero sopra un cappello di paglia che Gio si era portato per fare lo stupido, anche se in quel caso veniva utile.

Arianna aveva molta familiarità con l'alcol, nonostante si fosse fatta solo qualche cicchetto di vodka e niente di più, i suoi compagni invece erano molto più esperti di lei a livello pratico, uno addirittura era già finito in coma etilico.

Cosa di cui non bisogna vantarsi.

Quando i ragazzi dissero ad Arianna che avevano preso il Montenegro, lei si domandò perché non avessero rubato del di Saronno oppure dell'amaretto che avevano le bottiglie più piccole quindi sarebbe stato più facile nasconderle.

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