Erano passate ore da quando i ragazzi si imbattettero in quello che sembrava a tutti gli effetti il volto di Cecilia.
Capelli sul biondo cenere, occhi verdi, lievi lentiggini qua e là per le guance e un sorriso smagliante che poteva farti solo pensare a quale meravigliosa infanzia la ragazza avesse vissuto. Era quel tipo di persona che sembrava essere uscita da un film, o meglio, da un libro per bambini, dove ogni cosa alla fine sarebbe andata per il meglio, aveva nei suoi occhi, forse perché verdi, quel barlume di speranza che ormai la sua generazione aveva abbandonato, la sua fiducia nel prossimo era più grande di qualsiasi malvagia intenzione potesse avere un essere umano.
Era il classico tipo da lasciare la borsa incustodita in metro per qualche minuto, e nessuno capiva se fosse per lanciare un messaggio, un non so che di rivoluzionario nei confronti della società furba e malpensante, o per pura e semplice sbadataggine, innocenza.
Anche per questo ad Elio interessava, aveva sempre pensato alla prima opzione, che era molto più profonda, aveva sempre pensato che in lei ci potesse essere in realtà qualcosa di tosto, qualcosa che andasse un po' contro il paradosso ecclesiastico secondo cui ognuno è, sì buono col prossimo, ma intanto detiene sin da neonato il peccato originale. Era come se per Cecilia ogni persona nascesse buona e lo rimaneva, sapendo sempre fino all'ultimo quale fosse la giusta decisione da prendere e che la prendesse sempre. Elio credeva servisse coraggio per avere così tanta fiducia nel prossimo.
Il ragazzo osservava i suoi sguardi, i suoi gesti, il modo in cui spostava i boccolosi capelli dietro le spalle, come li raccoglieva in un elastico, noncurante che potesse rovinarle la piega, gesto triviale ma che nascondeva un senso del dovere dignitoso, come per mettere da parte la bella immagine che si pretendeva da lei per darsi da fare. Sapeva dunque quando risultare anche tosta e solenne a modo suo, aveva di conseguenza ottimi voti, una buona reputazione, una famiglia educata e disciplinata.Il volto di Cecilia aveva ormai annebbiato la mente di Elio, il quale con talmente tanti quesiti per la testa non riusciva quasi più a ritrovare la strada di casa. Davide si offrì quindi di rimanere a cena da lui, per aiutarlo con le sue ricerche, Elio accettò con un cenno del capo.
Avrebbe voluto dire di più, dirgli che sapeva del fatto che si offrisse di accompagnarlo per altri motivi, era lieto di potergli offrire un aiuto, che se avesse avuto bisogno poteva bussare alla sua porta quando voleva. Tuttavia rimase in silenzio, forse per discrezione, non voleva tirare in ballo la sua famiglia, o forse perché quest'idea di avere qualcuno a cui raccontare, anche accidentalmente come in principio, faccende personali, gli faceva finalmente realizzare cosa stesse facendo della sua vita. Da quando iniziò a sentirsi 'emarginato', 'troppo distaccato' ed 'indifferente' quasi ad ogni vicenda, percepì che qualcosa non andava più bene nella sua esistenza, che qualcosa dovesse iniziare a sbloccarsi.Il volto di Caterina, aperta la porta, si illuminò, sapeva già che oltre la porta d'entrata ci fosse anche Davide, il figlio aveva avvisato di cucinare qualcosa anche per lui. Finalmente Elio aveva portato qualcuno a casa, e questa materna felicità inopportuna creò in Davide domande che gli si leggevano sul suo viso pallido e acneico, il quale appena entrato in casa si trasformò in un rosso e lucido colorito, grazie al calore emanato dai fumi della cucina, dove il padre imbandiva il pasto.
Con un fare indaffarato Elio disse alla madre che sarebbero andati in camera sua e di bussare due volte per indicare che la cena fosse pronta, l'affermazione fu poi seguita dal tonfo degli zaini precipitati al suolo e dal lievissimo struscio dei calzini contro il pavimento, quasi impercettibilmente, dato il fastidioso rumore di fritto che invadeva la casa quasi priva di porte.Elio e Davide si accomodarono sul letto mezzo sfatto del primo, afferrando il portatile iniziarono a cercare altre informazioni sulla sconosciuta della metro, che poi tanto sconosciuta non era.
Nella biografia del profilo poche parole, ma d'effetto:
"del segno dei pesci ma non so nuotare".
I volti dei genitori di Cecilia Elio li ricordava abbastanza bene, distrattamente li incrociava mentre lei saliva a bordo dell'utilitaria fuori al verde cancello della scuola. Fu quindi impressionante leggere descrizioni di foto sui social che si riferivano palesemente a genitori, ma con altri signori sconosciuti all'interno.
Elio credeva fossero magari parenti stretti, per esempio zii che Cecilia riteneva parte integrante della stretta cerchia famigliare, finchè non sbucò una foto di Cecilia avanti ad un grosso cartello con la scritta 'VENDESI' subito nascosta da 'VENDUTA' di un'agenzia immobiliare. Pareva proprio che si fosse appena trasferita, ma il post era solo del 2016.
I due cercarono di dare spiegazioni plausibili ed astruse alla situazione, pensando che magari la casa non fosse la loro o che magari i due avessero forse trovato la vita segreta di Cecilia Torrenti.
Il mistero però si fece più limpido quando la ragazza nelle foto non si trovava più avanti ad un cartello ma bensì dietro un banco di scuola con tanto di divisa scolastica rossa e beige.
Chi era allora quella ragazza? La gemella indesiderata di Cecilia di cui nessuno parlava e che quindi frequentava un altro istituto?
Chi era Alice Fiorentini?
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Aquarius
Teen FictionUna serie di avvenimenti insoliti stanno per presentarsi nella vita di Elio, sedicenne riflessivo e timoroso, che vedrà la sua vita rivoluzionarsi dagli alti e bassi dell'esistenza umana. Spesso la risposta alle nostre domande è sotto ai nostri occh...