Processo

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16:57  15/09/19
'Ciao, sono Elio, ti scrivo innanzitutto per ringraziarti di avermi riconsegnato il quaderno, ma anche sotto sollecitazione del tuo foglietto. credo sia d'obbligo anche un incontro, giusto?'

Erano queste le poche e tormentose righe che Elio scrisse seguendo il consiglio dell'amico. Le buttò giù appena sveglio, dopo averci pensato a lungo, dopo un pisolino ristoratore che potesse donargli quella calma zen per poter premere invio. Il resto di quel pomeriggio Elio lo passò a studiare e quando smise si ritrovò immerso in un viaggio mentale che potesse spiegargli qualcosa in più sulla situazione, tenendo costantemente fissa l'immagine di Cecilia e sul suo sorriso che non sembrava più così innocente.
Era steso di pancia sul letto sempre più malandato, col cuscino arrotolato sotto il mento e le braccia portate in avanti che tenevano il telefono fra gl'incavi dei pollici.
La luce dello schermo illuminò i rossi occhi dell'assonnato, facendo fatica e palesemente di getto, entrò nella chat con Alice e digitò quelle parole. Le lasciò lì, le lesse e rilesse: quel "sotto sollecitazione" gli suonava troppo giuridico, non serviva tutta questa rigidità; la parola "foglietto" gli sembrava poco virile, per non parlare dell'ultima frase, si sentiva assurdamente pretenzioso, eppure Alice stessa aveva tirato in ballo gli "obblighi". Pensava fosse meglio farle prima leggere al suo amico, giusto per avere un parere spassionato da uno che sembrava sapercela fare con le persone.

Pertanto, in piedi in bilico tra una frenata e l'altra del treno che faceva ritorno in stazione a quell'orario, il riccioluto mostrò lo schermo luminoso dell'aggeggio a quei grossi occhioni del compagno moro, che per cercare di leggere strizzò gli occhi, dopodiché dicendo parole indistinte come di protesta, finalmente afferrò il telefono per decifrare parola per parola.
Le pupille e la mano poi, muovendosi contemporaneamente verso Elio, rimasero lí ferme per qualche secondo.
Elio si girò e mentre agguantò il cellulare chiese
- beh che ne pensi?
- penso che va bene, anche se tutta questa formalità l'avrei evitata - disse con un sorrisetto smorzato, a Davide faceva tenerezza la compostezza di Elio in alcune situazioni sociali
- io avrei evitato l'intera situazione se fosse stato per me, ma purtroppo ci siamo dentro e preferirei essere preso con serietà, sono sicuro che anche Alice o chiunque sia apprezzerà - affermó con tono quasi permaloso, apprezzó in realtà la gentilezza di Davide nel leggere e giudicare, approvò di meno la sua tendenza nel prenderlo in giro in situazioni in cui era evidentemente in imbarazzo.
Senza pensarci nuovamente su, premette invio e ne sembrava abbastanza soddisfatto.

Saliti gli ultimi scalini della metro i ragazzi stavano per battersi la solita mano destra per salutarsi, quando il rito del saluto fu interrotto dal suono del cellulare di Elio, che fu però ignorato, convinto fosse della madre. Avevano quindi imboccato già strade diverse quando lo sguardo di Elio, sfilando il cellulare dalla giacca, si incrociò con quelle che erano le parole scritte da Alice. Senza pensarci due volte fece dietrofront e iniziò a camminare rapidamente.
- Davide! Oh Davide! Fra!
iniziò ad urlare con un pizzico di affanno provocato dallo sprint datosi per raggiungerlo
- ehi, dimmi  - disse voltandosi di scatto
- guarda, Alice ha risposto
- e che aspetti oh aprilo subito
si accostarono al muro della strada, fianco a fianco con gli occhi puntati sullo schermo, spostato leggermente al centro come gesto di cortesia:
'ciao Elio, ho aspettato con ansia la tua risposta, sì l'incontro è d'obbligo, vorrei parlarti. Sei libero domani alle 16? ti aspetto al bar santa maria, se non sai dov'è ti invio le coordinate'

Egli rimase impietrito dall'affermazione iniziale, mille domande gli invadevano la mente, voleva ad ogni costo delle risposte, decise quindi, senza farsi tanti problemi, di risponderle immediatamente dandole l'ok.
Elio si voltò poi verso Davide e, con lo sguardo stralunato, chiese all'amico di cosa secondo lui dovesse parlargli.
Davide lo guardò con sguardo interrogativo, come di qualcuno che sapesse che la risposta fosse ovvia e che quindi vorrebbe chiedere il perché del quesito stesso
- davvero non ne hai idea?
- ..no, cioè non saprei, potrei avere qualche idea
- qualche idea? Elio, è chiaro che voglia parlarti dei tuoi disegni
- in che senso?
- vuole sicuramente chiederti il perché tu abbia dei suoi ritratti spiccicati, immagino sia anche un po' impaurita la ragazza
- ah cavolo...
- ehi svegliati un po', mi sembri imbambolato da giorni
- scusa è che.. a volte non riesco ad essere lucido perché ho troppi pensieri tutti insieme
- senti so che la situazione è un po' inverosimile, ma dovremmo iniziare a pensare che sia solo un caso e che magari siano sosia, non lasciarti trasportare troppo
Si schiarí poi la voce, cambiando gamba portante, piantando la suola della scarpa contro il muro e voltando la testa verso la strada
- si insomma, voglio dire, potresti notare, ora che la vedi da vicino, qualcosa che sia differente da Cecilia, potrebbero anche somigliarsi molto nelle foto e nella realtà essere completamente differenti
La faccia imbronciata di Elio si fece più rilassata,  alzò il capo verso il cielo e lo appoggiò contro il muro, come in segno di time out. Secondo lui quello che diceva Davide era più che plausibile, e si sentiva quasi un idiota ad essersi impanicato tanto per questi ultimi giorni.
I due quindi si salutarono, stavolta senza interruzioni, e tornarono a casa. Appena voltatisi le spalle per prendere direzioni diverse, Elio voltò il capo, e guardò il retro del grosso felpone bordeaux che avvolgeva Davide, pensò che avrebbe potuto chiedergli come se la passasse, se avesse bisogno di qualcosa, poteva passare a casa sua per qualche minuto, invece non gli chiese nulla, si sentì un po' egoista nell'avergli parlato solo di sé.
Il sentimento si aggravò quando si rese conto di non aver mantenuto la mezza promessa che gli fece a scuola, del procurargli qualcosa da mangiare. Pensò a quanto questo gesto, più che il cibo stesso, l'avesse ritratto come un egocentrico che pensava solo al suo tornaconto, e che quindi per ricevere risposte avesse liquidato Davide promettendogli qualcosa senza il minimo richiamo al senso del dovere.
Si sentiva abbattuto da questa situazione, era sempre stato un tipo un po' melodrammatico, il quale non arrivava mai subito lucidamente alle soluzioni senza aver prima passato un momento di sconforto.

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