Vintage

0 0 0
                                    

- come avete fatto a non incontrarvi prima d'ora?
chiese quasi tra sé e sé Elio, in fase contemplativa
- io non sono di qui
accennò appena Carlo con lo sguardo basso, come di chi non ha voglia di parlare ma necessita di correggere l'altro
- da dove vieni?
disse Davide con la voce tremolante e gli occhi sbarrati, lí per lì la sua mente bambinesca si aspettava una risposta del tipo 'vengo da un altro pianeta', ma così chiaramente non fu
- sono turco, sono qui da relativamente poco
pronunciò la frase con una malinconia ed una timidezza disarmante, come se non si sentesse più né turco né italiano, come se non volesse raccontare di sé. Il tono mogio del ragazzo intenerì Davide, facendogli notare il fatto che non era lui quello che se la passava peggio in realtà. Capii che fino a quel momento si era comportato in modo infantile, il ragazzo non aveva colpe se non quella di esistere ed avere il suo stesso aspetto. Sentiva di essersi comportato come Alice, in maniera quasi dispettosa.
Dunque si schiarì la voce
- senti.. vorremmo poterti spiegare la situazione
- voi sapete qualcosa?
strabuzzò gli occhi il turco
- no, cioè forse.. la verità è che abbiamo già assistito ad un evento del genere
- che vuol dire?
Carlo indietreggiò di pochissimo con la schiena quasi spaventato dai due
- una nostra amica, Elio incontrò la sua... sosia? se così vogliamo chiamarla
- e come si è risolto?
- non si è risolto in realtà, abbiamo lasciato perdere convincendoci che fosse un caso, o comunque lasciando le cose così com'erano. Le due ragazze non volevano che le loro vite cambiassero scoprendo la realtà. Allora pensavano che i loro genitori avessero combinato un casino abbandonando una figlia e tenendosi l'altra, almeno era quello che ipotizzavamo, adesso... -
I due stettero in silenzio per qualche minuto, non sapendo come continuare
- erano completamente identiche? come noi due?
- sí, erano letteralmente uguali
- ma com'è possibile..
si chiese con un pallore che pareva si sentisse male ogni due minuti. Elio era preso dalla conversazione ma sentiva che c'era bisogno di accelerare i tempi, sentiva come un'urgenza, prima che il ragazzo si spaventasse e scappasse come avevano fatto le due ragazze
- avete controllato i nei?
- no, credi serva a qualcosa?-  domandó Davide scettico. Guardò poi Carlo e lesse nella sua espressione una confusione tale che gli venne spontaneo chiarire per rassicurarlo, essendo il suo stesso identico volto era facile per lui decifrarlo
- ehm, sì allora: le due ragazze avevano soltanto due nei di differenza, non sappiamo bene a cosa ci porti il piano, ma è tutto quello che abbiamo trovato -
lo disse un po' biascicando le parole, Davide era tremendamente stanco dopo lo scarico di adrenalina precedente.
I gemelli pensarono di controllare i propri nei in quel momento, ma decisero che fosse più saggio destinare l'esito ad una prossima volta, data la scarsa quantità di pelle visibile con tutti quei maglioni e giacconi invernali.

- non ti abbiamo ancora chiesto come ti chiami
disse Elio tutt'ad un tratto
- ah sí, scusatemi, sono Cemil ma potete chiamarmi tranquillamente Carlo
il ragazzo aveva la tendenza a scusarsi di continuo, ad Elio piaceva, ma non era necessario
- vi do il numero se volete contattarmi
ed iniziò a scrivere un numero di telefono su uno dei tovaglioli del bar, con una penna che sfilò dal suo zaino.
Era un tipo quasi all'antica, sembrava un po' svampito, distratto, estrarre una penna e avere la premura di scrivere su della carta un numero di telefono rimembrandolo a memoria, quando si poteva usare il cellulare per scambiarselo in due secondi, aveva qualcosa di decisamente "romantico", "vintage", forse anche un po' superfluo. Carlo fece così per istinto, non usava quasi mai il cellulare, ad esso preferiva leggere o uscire a fare lunghe passeggiate. Forse riusciva a farlo perché non aveva la tendenza all'overthinking, era solo sommariamente preoccupato delle cose della vita ma riusciva a tracciare una linea di margine tra la preoccupazione utile e l'ansia ingannatrice.

La sera, la loro chat fu una serie di messaggi copiati ed incollati: Davide annunciava la posizione di un neo e Carlo annuiva, non riscontrando anomalie di alcunchè.
D'improvviso, messaggio visualizzato e non risposto:
- neo bacino lato sinistro? - inviò Davide.
Passarono una decina di minuti allorché il ragazzo insistette
- ehi? bacino lato sinistro? ci sei ancora?
- ... non lo trovo - rispose Carlo titubante
- oh cavolo... ok abbiamo il primo
pensò e scrisse Davide.
- era questo quello che provavano Alice e Cecilia... - digitò Davide senza pensare
- se è un riferimento a qualche film non l'ho capito
sottolineò Carlo buffamente, provocando la risata di Davide
- sono le due ragazze sosia, capisco la confusione
- ah, bene, siamo sulla buona strada quindi!

D'un tratto Carlo inviò a Davide, senza saperlo, le stesse esatte parole di Alice:
- neo altezza ginocchio sinistro?
Davide si paralizzò, gli sembrò di rivivere la stessa scena, stavolta con più pathos perché era a lui che stava cambiando la vita. Con rapidità controllò: niente.
Ripensò alla scena tra le ragazze, Alice che inveiva contro Cecilia, la negazione di essa. Sentì di nuovo quell'adrenalina, quella che aveva perso negli ultimi mesi, decise di voler andare in fondo a questa storia.
Dunque, scosso, scrisse
- niente...
- cavolo siamo a due, e ora?
- e ora niente, finiamo di controllare ma credo siamo arrivati al nostro "obiettivo" - scrisse pensieroso
Il messaggio fu solo visualizzato, Davide per attirare l'attenzione continuò
- allora, facciamo così: riunisco i ragazzi prima che inizino i festeggiamenti della vigilia, così sapranno anche loro le novità, mi sa che per domani riesco a combinare qualcosa
- ok, io ci sono. ci sarò sempre per questa..."cosa"?
- ottimo, - scrisse sorridendo - anch'io voglio saperne di più
Non sembrava ma di base erano entrambi molto testardi,  ormai sentivano di appartenersi, e avrebbero fatto di tutto per scoprirne il perché.

AquariusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora