Specchio

0 0 0
                                    

Alle otto meno un quarto spaccate, Elio si trovò dinanzi il cancello della scuola con accanto Alice, provvista di sciarpa e cappello per essere irriconoscibile, e Davide, che intanto faceva colazione con un cornetto preso al bar per la strada.
Erano in anticipo per entrare, l'avevano fatto apposta per poter far infiltrare per pochi minuti Alice nel cortile della scuola, farle fare due chiacchiere con Cecilia e darsi poi appuntamento dopo scuola. Il tutto doveva essere però preceduto da un Elio coraggioso che andasse dalla ragazza e le dicesse che aveva qualcosa di cui parlarle, così da farla allontanare dalle sue amiche.
Secondo i tre loschi che attendevano fuori, nessuno doveva vedere Alice se non Cecilia, perché non sapevano ancora quanto fosse importante la questione, e pensarono quindi fosse più sicuro per entrambe far sì che solo loro quattro lo sapessero.
Come sempre, Cecilia alle otto meno dieci appoggiava la sua brillante scarpa nera sull'asfalto, uscendo dall'utilitaria del padre, che frettoloso sgommava via.

Prima che Cecilia raggiungesse il suo gruppo di amiche Elio doveva coglierla, e fare ciò che dettasse il piano.
- oh che aspetti? sbrigati è vicina al gruppo
Elio sembrava impietrito, non era d'accordo su questa parte di piano perché sapeva che sarebbe stato troppo riflessivo per trovare il coraggio di farlo. Peccato che non si rese conto che più tempo faceva passare, più la sua situazione peggiorava, perchè un conto era bloccare Cecilia mentre camminava, ed un conto era trascinarla via dalla comitiva.
Resta il fatto che Elio non riuscì a fare un passo verso Cecilia, rimase lì, bloccato.
- ehi ascoltami bene
Alice lo prese stringendogli le spalle tra le sue mani, ricoperte da grigi guanti di lana
- dopo l'incontro devo correre a scuola perché a differenza di questa, la mia non è per niente tollerante, chiameranno i miei genitori se non mi presento in orario e poi vorranno spiegazioni, vuoi questo?
Mentre parlava le scivolò la sciarpa leggermente, scoprendo il naso e parte della bocca.
- no
Elio riuscì a dire solo quello, spaventato dall'intera situazione ed intimorito dagli splendidi occhi della ragazza
- e allora vai!
le mani con cui lo teneva stretto ora l'avevano voltato e spinto prepotentemente verso la strada che doveva prendere.
Lo zaino del ragazzo voló quasi sulla testa di Elio per poi ripiombare giù, dando paradossalmente equilibrio al giovane. Mentre marciava ripensò a tutta la storia, ripensò a quanto avrebbe voluto avere delle risposte, e camminando verso Cecilia, ormai tra le amiche, realizzò che quello era l'unico modo per ottenerle.
- ehi scusa
disse alle spalle di Cecilia, lei si voltò, come tutte le sue amiche
- scusa il disturbo, ma dovrei parlarti
poche e semplici parole che Elio credeva potessero creargli più problemi. Inaspettatamente, facendo pratica con Alice, era come se la conoscesse già da un po'
- perdonatemi ragazze, ci vediamo dopo
disse con un sorriso gentile, poggiando una mano sulla spalla di una delle ragazze.
Spostando una ciocca di capelli lucenti dal sopracciglio all'orecchio, invano data la lunghezza striminzita del ciuffo, si allontanó assieme ad Elio quanto bastasse per non farsi sentire da nessuno, e si accostarono al pallido muro giallo della struttura scolastica.
Davide ed Alice, sotto copertura, raggiunsero i due poco distanti.

Cominciò Elio, ormai spedito
- piacere sono Elio, e lui è Davide
- ciao ragazzi, mi ricordo di voi
disse con un sorrisetto come di chi volesse rompere il ghiaccio.
Elio rimase apparentemente impassibile alla frase, ma in realtá sarebbe voluto esplodere di gioia al solo pensiero che Cecilia potesse ricordarsi di lui, con il quale fece un progetto scolastico due anni prima
- bene, abbiamo una cosa da mostrarti, ma per sicurezza vorremmo che tu ci promettessi di rimanere calma e silenziosa appena te la mostriamo
mentre Davide parlava, con le mani sulle spalle della ragazza infagottata di vestiti, Cecilia osservava Alice in modo curioso. Per quello che si poteva vedere tra sciarpa e copricapo, anche lo sguardo di Alice sembrava colpito.
Cecilia annuì con una dolcezza che solo Elio riusciva a percepire.
L'altra ragazza allora afferrò un lembo della sciarpa rossa che la cingeva, insieme alla punta del cappello di lana, li scostò dalla faccia, palesandosi in tutta la sua completezza, dalla fronte al mento, quasi teatralmente.
Cecilia, con gli occhi spalancati e le sopracciglia aggrottate, ma educatamente pacata data la promessa fatta ai due ragazzi, indietreggiò allontanandosi da lei, con una faccia di colpo pallida, come se avesse visto un fantasma. Rimase in silenzio, Elio e Davide aspettavano con impazienza che articolasse qualche parola, ma niente. Nata sotto il segno della vergine, la bionda dimostrava un autocontrollo senza pari.
Alice, in confusione quanto lei, rimase al suo posto, capiva quanto fosse scioccata il suo sosia perché, come giá detto in precedenza, dalla mimica facciale era come se capisse esattamente cosa provasse.
Di sorpresa Cecilia allungò una mano verso di lei, sfiorò la sua guancia lentigginosa, dopodiché la strizzò. Voleva capire se tutto ciò fosse reale, e con un gesto goffo e veloce strizzò anche la sua di guancia, per capire se stesse sognando.
Alice, sebbene alquanto infastidita, non disse nulla, era un momento catartico tra le due e non voleva rovinarlo. Voleva alimentare il pathos di quell'avventura che viveva dopo anni di monotonia.

Finalmente Cecilia si rivolse verso i due ragazzi, che guardavano con enfasi lo spettacolo. Davide richiuse subito Alice in quei fasci, mentre Elio continuò ad osservare l'amata, per poi dire
- vorremmo poterti spiegare, per quello che possiamo, ti va di vederci dopo la scuola?
la sua sfacciataggine tutto ad un tratto colse Davide di sorpresa, che mentre teneva la mano sul cappello di Alice per nasconderla, voltò il capo per vedere la reazione di Cecilia, con un ghigno soddisfatto.
Quest'ultima annuì, non proferendo parola, con quella sensazione di assenza come di chi ha ricevuto una brutta notizia in una corsia d'ospedale.
I due adolescenti salutarono la ragazza, non più tanto sorridente, portandosi via la cavia da laboratorio che intanto, finita la fase catartica, continuava a scostare con puerilità la mano di Davide dal suo cappello, come di chi sa cavarsela anche da solo. Da parte sua il ragazzo gliela riporgeva per scherno, vedendo come Alice se ne  indispettiva.

Mentre si allontanavano, Cecilia rimase lì in piedi, appoggiata al muro, riflessiva. Elio si voltó, con i due di fianco che battibeccavano, per controllare che stesse bene.
La ragazza alzó fortuitamente lo sguardo, incontrando quello del ragazzo, si fissarono intensamente per qualche minuto finchè entrambi, contemporaneamente, accennarono ad un sorriso. Elio lo fece per imbarazzo, non voleva tradirsi così all'ultimo, ma gli occhi verdi della ragazza lo rapivano ogni volta, perciò di solito rimaneva a sguardo basso; Cecilia sorrise per tenerezza, gratitudine. Era come se avesse percepito che qualcuno, in quella ambigua e tesa situazione, l'ascoltasse, la comprendesse, la proteggesse.

AquariusDove le storie prendono vita. Scoprilo ora