Nei

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Dopo scuola, al "bar degli incontri", vicino ad un tavolino quadrato, erano seduti Elio ed Alice. Quest'ultima indossava una felpa nera stavolta, con il cappuccio sul capo e gli occhiali da sole della volta prima. Di tanto in tanto alzava il colletto della felpa e se lo portava fin sopra il naso, pensava ormai che la sua faccia potesse essere quasi pericolosa in quel bar, quindi sospettosamente la nascondeva.
Davide era in ritardo, ma li avrebbe raggiunti a breve mentre Cecilia, vestita da un maglione a collo alto beige, inserito in un jeans scuro a vita alta, si avvicinava con andamento lento, sapendo ormai che tutto ciò che doveva vedere l'aveva giá intravisto tra una sciarpa ed un cappello.
Teneva gli occhi fissi su Alice, mentre schivava i tavolini posizionati in posti angusti e poco comodi. La sua biondastra treccia, appoggiata sulla spalla, sobbalzò appena si sedette su quella rigida sedia di metallo.
Elio la guardava incantato, come sempre, quasi dimenticandosi di Alice di fianco.
Salutò con un semplice 'ciao' entrambi, dopodiché incrociò le mani ed attese pazientemente che qualcuno parlasse.
Il ragazzo prese coraggio, non tanto perché ne avesse molto, ma c'era quel briciolo che riusciva a ricavare dal senso di imbarazzo della situazione.
- ebbene eccoci qui
subito dopo essersi reso conto dell'inutile frase che pronunciò, provò a rimediare
- Cecilia, lei è Alice
Cecilia per l'educazione che gli avevano sempre insegnato disse banalmente
- piacere, Cecilia
- piacere mio
contestò Alice quasi come per dispetto, mentre aveva le braccia incrociate dinanzi al petto e le spalle appoggiare allo schienale. La sua attitudine rispecchiava molto il suo essere del segno dei pesci, inspiegabilmente indisponente e provocatoria di primo acchito.
Cecilia cambiò completamente espressione all'udire quel timbro di voce, era identico al suo, se non fosse per il modo di parlare, un po' più scandito del proprio. All'istituto privato pretendevano una dizione perfetta, e per quanto Alice sembrasse più rozza della sua sosia, quando aprivano bocca sembrava si fossero scambiate corpo.
Il ragazzo notò l'espressione meno serena dell'amata, e per rassicurarla disse
- appena arriva Davide ti spieghiamo ciò che sappiamo, ci rendiamo conto di non poterti dire molto, ma ti abbiamo informata della situazione proprio per avere anche noi delle risposte -
concluse dando un'occhiata nervosa all'orologio sul suo polso sinistro
Cecilia sorrise sentendo queste parole, sentiva che c'era dell'impegno nel dirle
- grazie, ne avrei bisogno
rispose con gentilezza.
Si avvicinò il cameriere, era in piedi dal lato di Elio e Cecilia, prese rapidamente l'ordine e corse via.

Davide correndo affannosamente raggiunse il tavolo, iniziando già in lontananza ad esclamare frasi di giustificazione, prese poi posto ed esclamò
- scusate veramente ragazzi, mi sono addormentato per sbaglio
poi si fermò
- ma voi avete ordinato?
e sfilandosi la giacca di pelle ricevette la risposta positiva dai ragazzi.
Alzò all'improvviso la mano schioccante, chiamando un cameriere qualsiasi. Prima che qualcuno potesse sentirlo tra la folla, Elio allungò la mano per abbassargli il braccio
- tranquillo, ho ordinato io per te
guardandolo come si guarda un bambino che fa fare figuracce in pubblico
- ah grazie Lio
lo disse senza rendersene conto, di tanto in tanto tendeva a prenderlo in giro ma sempre assicurandosi di non farsi sentire da qualcuno oltre loro due. Rimase fermo pregando che nessuna delle due ragazze l'avesse sentito.
Elio lo fulminó nel giro di qualche secondo, non proferendo parola, i suoi occhi si spalancarono a dismisura quasi gli sbucassero fuori dalle orbite dalla rabbia.
Cecilia guardó Elio per un istante per poi abbassare lo sguardo e con la mano dinanzi alla bocca accennare ad un timido risolino, Alice invece con occhi vivaci scoppió subito in una risata che pareva un grugnito enunciando a voce medio-alta
- LIO! no vabbè
Elio rimase ad aspettare che la ragazza finisse di divertirsi, redarguita dalla faccia seria di Davide che sembró realmente in colpa per la gaffe.
Ciò almeno ruppe il ghiaccio tra la comitiva.

Il rosso voltò poi lo sguardo verso Cecilia e senza indugi iniziò a raccontare, con diverse interruzioni di Davide, la storia fasulla precedentemente accordata per spiegarle l'incontro con la ragazza.
- quindi avete pensato di raccontarmelo per avere un aiuto da me?
- più che un aiuto speravamo in un confronto, anche fisico - arrossì per qualche minuto - per capire se siete realmente delle fotocopie insomma-
rispose chiaramente alla domanda dell'amata. Intervenne Alice di colpo
- beh, visto che voglio mantenere una certa privacy riguardo il mio corpo - facendo un'occhiata alquanto dispregiativa verso Cecilia- ...credo sia meglio concentrarsi su qualcosa di specifico, tipo gli occhi, i capelli, non so
Quasi subito Elio esclamò come immerso in un viaggio mentale, mentre fissava il vuoto
- concentriamoci sui nei
Davide guardò Elio con uno sguardo interrogativo, seguito poi da un altrettanto gesto delle mani. Non aveva idea di ciò che Elio avesse in mente e prima di allora non era mai successo. Era sempre al corrente di ciò a cui andassero incontro, quest'elemento di sorpresa creava in lui quasi un brivido riguardo tutta questa storia.
- sei sicuro possa essere utile? cioè insomma credo che almeno i nei siano diversi, dovremmo metterci a controllarli tutti?
Mentre Alice parlava, gli occhi di Cecilia si puntavano sulle parti del corpo della ragazza, ricercando i suoi stessi nei. Vide sul lobo sinistro la corrispondenza, passò velocemente all'attaccatura dei capelli. Lo stesso.
A quel punto disse quasi sovrastando le lamentele di Alice
- sì, siamo sulla strada giusta.
i tre si voltarono verso di lei, avevano percepito l'aciditá e la sicurezza con cui l'affermò, per un attimo sembrò Alice. Si seguì dunque il piano di Elio.

Iniziarono a controllarsi in tutti gli spazi non coperti da vestiti dove potessero trovare un neo, d'un tratto si interruppero per via della venuta del cameriere che servì rispettivamente un caffè amaro ad Alice, un latte macchiato a Cecilia e due succhi di frutta ai ragazzi.
Davide col pollice, mentre distoglievano lo sguardo dalle ragazze per lasciare quella poca privacy che potessero ottenere durante il controllo dei nei in pubblico, fece un gesto positivo ad Elio, come per ringraziarlo dell'ottima scelta sull'ordinazione.
Intanto le due si dimenavano e controllando si davano l'ok, per rendersi conto di quali avessero in comune. Era sorprendente come fino a quel momento tutti corrispondevano.
Elio da parte sua non ne era particolarmente sorpreso, dato che dei nei di Cecilia ne conosceva buona parte che ritrovó poi sulla figura di Alice nei primi incontri. Man mano il tono si fece concitato, quasi come per sottolineare l'inverosimiglianza dell'accaduto: l'una diceva e l'altra contestava, a turno, fin quando tra le ricerche, Alice chiese
- neo altezza ginocchio sinistro?
Cecilia trascinò il falso strappo dei jeans fino a quel punto, perlustrò per bene la zona, strofinó le dita su quel punto di pelle ma non trovò nulla.
Un lungo silenzio precedette Alice che ripetè con ansia accompagnata da uno sguardo accusatorio
- Cecilia, neo altezza ginocchio sinistro?!
i loro occhi uguali si incrociarono, come di chi si guarda in uno specchio, scuotendo la testa Cecilia guardò verso Elio, seguita da Alice.
- è una sconfitta questa?
chiese davide deluso
Elio meditava, cercava di pensare al prossimo passo. Poi dichiarò quasi solenne
-credo sarà una sconfitta quando ne troveremo almeno un altro, per adesso c'è qualcosa di inquietante in questa situazione...no?
-già - contestó Davide pensoso - forse dovreste controllare a casa meglio.
Le due ragazze annuirono, era vero che in tutto ciò aleggiava qualcosa di particolare ed insolito, i ragazzi avevano ormai accantonato l'idea di lasciar correre questa storia, seppur fosse stata un buco nell'acqua andava approfondita, se non per curiosità forse per un qualche "dovere di cronaca", difatti i due ragazzi, in particolare Elio, sentivano quasi come una responsabilità riguardo tutto ciò, o perlomeno riguardo le due ragazze, non capiva ancora bene come, in fondo lui non c'entrava granchè, ma era comunque lui il filo conduttore dell'avventura.

Prima di andare i ragazzi decisero di scambiarsi i contatti, pensavano fosse utile avere un modo per comunicare la "questione nei", e nel congedarsi si percepì la differenza nei legami già creati ed ancora da creare: Alice salutó in maniera più calorosa e smorfiosa i ragazzi, quasi per far provare invidia a Cecilia del loro rapporto, invece quest'ultima si mantenne fredda, non tanto per spocchia quanto per timidezza quasi, forse era stata intortata dalla manfrina di Alice oppure era semplicemente scossa da tutta la situazione. Sebbene avesse un atteggiamento austero, signorile, quasi cavalleresco, covava in sè stessa come delle pulsioni che faticavano ad uscire. Alcune di queste erano sicuramente fragilità, paura, l'inquietudine che le metteva tutta questa storia, la possibilità che i suoi genitori le avessero sempre mentito, che Alice era una sorella ripudiata, abbandonata, o peggio ancora che lei stessa fosse in realtà non figlia dei suoi fidati genitori, quanto dei genitori della smorfiosa lì di fianco. Aveva tanti timori ai quali non dava voce e le si attorcigliavano dentro creando paranoie ed incubi.

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