Capitolo 1

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In un luogo all'infuori della realtà che tutti conosciamo si ergeva maestoso un trono. Sopra di esso vi era seduto un uomo dai corti capelli bianchi, degli occhi azzurri e dei vestiti neri eleganti. L'uomo teneva in mano una sfera al cui interno vi erano solo tenebre. L'oscurità lo irritava e gli portava alla memoria i tempi in cui essa splendeva di una luce intensa. Un altro uomo con indosso un'armatura da cavaliere di color nero si avvicinò al trono.

– Allora Yogtiel hai trovato un modo per liberare la sotto realtà Gaia?-

Yogtiel si alzò dal suo trono.

– La corruzione ormai è radicata in ogni ambito di Gaia, estirparla sarà molto complesso. Lo sai Sagath, sarebbe molto più facile se potessi agire io personalmente.-

– Peccato che per l'editto che tu stesso hai emanato a nessun essere assoluto sia concesso intervenire direttamente nelle realtà dei mortali, e questo include anche te ovviamente.-

Yogtiel sbuffò e per un altro sembrò quasi mettere il broncio

– Che palle! Perché le cose non sono mai semplici come mangiare una pizza?-

Yogitiel e Sagath stettero per un attimo a guardarsi a vicenda

– Adesso ne voglio una, Sagath la vuoi anche tu?- Intervenne Yogtiel

– Perchè no?-

– Ottimo!-

Yogtiel schioccò le dita materializzando un tavolo con una gigantesca pizza tonno e cipolla oltre a due sedie. I due si sedettero e cominciarono a mangiare.

– Mi ci voleva proprio!- Esclamò Yogtiel

– Devo ammettere che non è male. Tornando al nocciolo della questione, però, vorrei sapere se hai un piano per la sotto realtà Gaia?-

– Ahn giusto dimenticavo... ovviamente ne ho uno.-

Yogitel mandò giù la sua fetta prima di tornare nuovamente serio in volto.

– Dato che non posso intervenire direttamente , dovrò cercare qualcuno che combatta per me. Non sarà facile ma penso di aver trovato un possibile candidato.-

Carlo Leone era un normale ragazzo di 17 anni come ce ne sono tanti in giro. Aveva dei capelli molto corti e di colore nero e una leggera barba dello stesso colore; gli occhi erano marroni ed il fisico erculeo . Aveva trascorso una vita normale fino ad adesso, ma le cose stavano velocemente cambiando. Si trovava in una strana dimensione poggiando i piedi su quella che sembrava la superficie di un gigantesco lago. Davanti a lui c'era uno strano essere: la pelle era bianca come la neve assieme alla barba e ai capelli, il corpo robusto che conciliava sia massa grassa che massa muscolare. Tuttavia il dettaglio che attirava maggiormente l'attenzione di Carlo era che questo essere aveva due ali ed un'aureola. Non riusciva a credere di essere di fronte ad un angelo.

– Chi sei? Che cosa vuoi da me?-

– Io sono l'emanazione della tua anima nell'Oltremondo.-

– Oltremondo? Di che stai parlando?-

L'angelo fece un passo avanti facendo indietreggiare Carlo.

– La barriera posta tra le nostre due realtà si assottiglia ogni momento che passa, tra poco ci uniremo. Ma non è ancora il momento.-

Tutto attorno a loro andò in frantumi.

Carlo si svegliò di soprassalto, era ancora nella sua tenda. Passò qualche istante a guardarsi intorno prima di tirare un sospiro di sollievo.

– Era solo un brutto sogno.-

Il papà di Carlo si affacciò all'interno della tenda.

– Finalmente ti sei svegliato, ricordati che devi aiutare Linda a fare legna: Ci sarà il falò stasera.-

La leggenda dell'angelo indomitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora