Capitolo 10

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Linda, Javier e Cindebella stavano correndo per raggiungere Carlo. Provavano tutti un senso di fastidio nel fatto che lui li avesse lasciati indietro. Nel mentre che correvano si imbatterono in un gruppo di uomini blu. Uno di loro, un anziano dalla lunga barba indicò il gruppo di ragazzi

-Eccoli.- Disse il vecchio.

Il gruppo di strani individui si cominciò ad avvicinare a loro, i ragazzi si fermarono.

-Chi siete?- Domandò immediatamente Cindebella

-Siete gli amici del ragazzo?-

-Avete visto Carlo?- Si intromise Javier

-Non conosciamo il suo nome, tuttavia ci ha difeso dagli invasori.-

-Invasori? Di che state parlando?-

-Noi gabariani viviamo in una città poco distante. Questa città è stata presa d'assalto da dei mostri con la faccia da quadro guidati da 3 individui come noi ma dalla pelle bianca. Questi individui erano seguiti da strane creature con le ali, molto simili a quella del vostro amico.-

Quelle creature erano palesemente degli angeli e ciò fece drizzare le antenne a tutti.

-Descrivimi i tre individui!- Urlò Cindebella

Il gabariano tremò di paura prima di rispondere con voce tremolante.

-Uno di loro aveva una molte donne vestite in abito nuziale al suo seguito.-

-Una di loro era per caso alta, con una pelle olivastra e occhi rossi?-

Il vecchio restò in silenzio a ricordare.

-Si! C'era una donna che rispecchiava questa descrizione.-

Cindebella afferrò l'uomo per le spalle

-Dimmi immediatamente dove si trova la vostra città.-

-Di la.- Rispose l'uomo mentre sudava freddo

La principessa lo lasciò andare. Utilizzò i suoi poteri per creare delle ali di energia ed immediatamente spiccò il volo per raggiungere la città.

-Aspettaci!- Gridarono i due ragazzi

-Selena è qui! La riporterò a casa costi quel costi!-

I due ragazzi rilasciarono i loro angeli e seguirono i volo Cindebella

Willmund stava camminando tra le strade della città. Il piano di sterminio di suo fratello stava andando a gonfie vele ma non poteva negare di essere profondamente annoiato. Se si doveva far scorrere il sangue preferiva farlo contro degli avversari degni. Non provava la benché minima soddisfazione nell'ammazzare creature così deboli

-Che rottura, non c'è divertimento nel combattere gente così debole.-

Vide un gruppo di soldati gabariani buttare le loro spade a terra e correre per salvarsi la vita. Dei mostri quadro sbucò dai vicoli della città. Questi si scagliarono sui soldati e cominciarono a massacrarli con incredibile violenza. Willmund sbadigliò.

-La prossima volta che mio fratello deciderà un bersaglio da sterminare spero che ne scelga uno che possa almeno rispondere alla violenza subita .-

Prese una bottiglia di whisky che si era portato con sé e cominciò a berla. Dopo averne preso un gran sorso si rivolse ai mostri quadro.

-Non lasciatene nessuno in vita! Che il sangue scorra.-

Linda, Javier e Cindebella stavano sorvolando la città. Essa era formata da tre cerchia di mura, al centro della più interna si ergeva un enorme castello la cui torre centrale era fatta completamente d'oro. Tutte le cerchie erano state distrutte ed i mostri scorrazzavano a piede libero tra le vie. Attaccavano i civili e li trucidavano con una violenza inaudita. A nulla servivano i pianti e le richieste di pietà degli abitanti. Gli abomini erano in preda ad una vera e propria frenesia sanguinaria. I soldati dei gabariani cercavano di fare quello che potevano per salvare la popolazione ma i loro sforzi erano vani. Quello che si stava svolgendo sotto di loro era un vero e proprio massacro. Anzi, un genocidio.

La leggenda dell'angelo indomitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora