Capitolo 9

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Dopo una giornata di marcia, il gruppo aveva deciso di accamparsi. Montarono due tende, una per le donne e una per gli uomini, le bambole di porcellana avrebbero dormito fuori assieme a Bullebu. Il luogo in cui avevano montato il campo era vicino ad un lago. La marmotta mantenne la sua trasformazione in gigante attiva e si appisolò vicino alla riva, alcune bambole di porcellana ne approfittarono per usarlo come letto. Era ormai la mezzanotte e tutti stavano dormendo tranquillamente; tranne uno. Carlo era uscito dalla sua tenda e si trovava sulla riva del lago ad osservare l'orizzonte immerso tra i suoi pensieri.

-Linda e Javier sono destinati alla grandezza, a differenza mia.-

Cominciò a raccogliere dei sassi ed a lanciarli nell'acqua. Prima aveva risposto di getto a Cindebella ma in realtà era scosso.

-Javier è destinato a rimanere al fianco di Linda. Io invece stando alle analisi delle anime al massimo posso sperare di essere un contorno nella loro vita. Sarò forse costretto ad abbandonarli?-

Il ragazzo si sedette sconsolato. Cercava di convincersi che fosse tutto una menzogna ma non ci riusciva. Linda era riuscita a leggere una pergamena reale ciò confermava la tesi sulla sua anima. Javier invece si era avvicinato molto alla sua amica dando credito alla teoria del suo destino. I due avevano detto che non lo avrebbero mai lasciato indietro, ma non sapeva se in futuro le circostanze avrebbero permesso loro di mantenere la promessa. Sarebbe stato costretto a separarsi dai suoi amici? Era questo quello che il destino voleva per lui? Sentì qualcosa che cominciava a crescere dentro di lui; invidia. Invidia per i destini grandiosi di Linda e Javier. Perchè a lui non era concesso nulla? Perché lui doveva essere escluso? Sentiva la rabbia crescere dentro di sé. Si fermò a guardare il lago, dopo poco tempo si calmò. Ricominciò a riflettere rendendosi conto della tossicità dei suoi pensieri, di come l'invidia lo avesse accecato. Scoppiò a ridere.

-Ma che sto facendo? Sto pensando come un egoista invece di gioire per i miei amici. Sono davvero un idiota.-

Il ragazzo si rialzò in piedi con un sorriso stampato sulla faccia.

-Anche se in futuro ci separeremo so che loro non mi dimenticheranno. Devo essere migliore di così, non posso provare invidia nei loro confronti. Se fossi io al loro posto so che sarebbero colmi di gioia.-

Carlo si ricordò di Yogtiel, di come lui avesse chiesto l'aiuto sia suo che di Linda. Ciò implicava che ai suoi occhi lui non era completamente un incapace. Inoltre ragionandoci lui era anche un possessore di angelo. Magari non avrebbe cambiato il mondo ma avrebbe potuto fare la differenza in situazioni più piccole. Gli tornarono in mente le ultime parole che l'essere assoluto gli aveva rivolto: "Sappi che ci rivedremo quando perderai tutto". Forse si riferiva alla sua separazione dai suoi due amici.

-Se le cose stanno così vorrà dire che quello svitato tormenterà solo me e non loro. Molto bene, Linda sarà libera da quel rompipalle e Javier non dovrà nemmeno vederlo.-

Il ragazzo sorrise, si era fatto tanti pensieri per niente. Si sentiva carico di adrenalina e per sfogarla cominciò a fare delle trazioni sul ramo di un albero. Riuscì a farne circa una decina prima che il suo peso spezzasse il ramo, facendolo cadere culo a terra. Carlo rise, doveva stare più attendo. Cercò un altro ramo per continuare le sue trazioni.

Linda sentì un tonfo e si svegliò. Non sapeva che cosa fosse stato e si mise in allerta. Cindebella era seduta di fianco a lei con le gambe incrociate, pareva meditasse. La principessa fece una smorfia.

-Chi è che sta facendo casino a quest'ora?-

-Non lo so, vado a vedere.-

Linda si affacciò fuori dalla tenda e notò Carlo intento a fare trazioni.

La leggenda dell'angelo indomitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora