Capitolo 16

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Il piccione volava alto nel cielo mostrando la via verso le terre promesse. Bullebu stava trasportando i ragazzi sulla schiena mentre era nella sua forma gigante. Il gruppo stava viaggiando alla massima velocità possibile, non volevano far aspettare Maria. Linda aveva portato con sé i libri che Vayana le aveva dato. Studiava continuamente, nel mentre Carlo e Javier vigilavano. Il gruppo viaggiò per tutta la giornata fino a quando il sole non cominciò a calare. Decisero di trovare un posto dove accamparsi, videro i resti di una città nelle vicinanze e vi si incamminarono. Mano a mano che si avvicinarono tra le rovine poterono notare il cristo redentore, quelli erano i resti di rio de Janeiro.

-Secondo voi ci sarà qualche sopravvissuto umano?- Domandò Carlo

-Potrebbe essere.- Rispose Javier

Linda chiuse il libro e lo ripose al suo lato.

-Io spero solo che non ci siano creature ostili.-

Carlo si fece una mezza risata.

-Dopo una sessione intensa di studio immagino che combattere sia l'ultima cosa che tu voglia fare.-

-Esattamente. Speriamo che i resti siano disabitati o che chi li abita sia calmo e socievole.-

Il gruppo arrivò all'ingresso delle rovine, a quel punto Bullebu tornò nella sua forma normale. Era estremamente stanco quindi Carlo se lo caricò sulle spalle. I ragazzi cominciarono a camminare per le vie di Rio de Janeiro cercando un posto dove accamparsi. Guardandosi intorno poterono notare vari totem fatti di ossa e simboli dalla parvenza oscura.

-Penso che la tue speranze siano andate in fumo Linda.- Disse Carlo

Lei sospirò prima di rispondere.

-Magari chi ha realizzato queste cose è già andato via.-

In quell'istante si sentì il rumore di centinaia di passi che si avvicinavano alla loro posizione da entrambi i lati della via. Linda assunse un'espressione stizzita.

-Mi prendete in giro?-

I ragazzi si misero in guardia. Poterono vedere che ad avvicinarsi a loro era una folla sterminata di non morti. Su di loro capeggiava una figura scheletrica ricoperta di abiti cerimoniali. Era in piedi su di uno scudo portato sulle spalle dai non morti.

-Forza miei servi! Prendete quei quattro ed uccideteli. Nel nome del lich Nojko-

-State tranquilli, ci penso io.- Disse Carlo

Il ragazzo rilasciò Michael. L'angelo cominciò a far roteare le sue mani in modo tale da generare due trombe d'aria. Lanciò la prima contro i non morti alle sue spalle e la seconda contro gli altri. Il lich vide la tromba d'aria arrivargli addosso e venne travolto. Il suo corpo andò a sbattere contro il muro di un edificio. Si rialzò a fatica vedendo che le sue armate erano state annientate. I tre ragazzi erano fermi a guardarlo, Linda si fece avanti.

-Senti, vogliamo soltanto riposarci. Possiamo risolvere il tutto senza combattere?-

Nojko si rialzò profondamente adirato.

-Ve la farò pagare!-

Il lich alzò un braccio utilizzando un incantesimo. La terra cominciò a tremare ed un gigante alto 200 metri si alzò da una radura fuori dalla città. Nojko fece un ghigno malefico.

-Lui è Sandalbart, il più forte guerriero dei giganti! Può distruggere montagne con un pugno! Siete spacciati contro di lui.-

Il gigante non ebbe nemmeno il tempo di fare un passo per avvicinarsi che la sua testa esplose in mille pezzi. Javier aveva rilasciato Django ordinandogli di aprire il fuoco. Il corpo esanime della creatura cadde a terra. Il lich rimase sbigottito, quello era il suo non morto più forte. Linda provò nuovamente a parlare.

La leggenda dell'angelo indomitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora