𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 1 - 𝑳𝒂 𝑴𝒊𝒂 𝑹𝒐𝒔𝒂

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Mio padre aveva deciso di scaricarmi qui.Il Collège Françoise Dupont era una noiosa, accademia femminile di Parigi. Era un luogo in cui regnavano la noia e il conformismo. Era troppo occupato a vivere la vita da star invece di pensare a sua figlia, come biasimarlo? È sempre stato uno showman e cantare sul palco era molto era molto più divertente. Odiavo tutto lì a partire dalle uniformi! Trasmettevano un'idea di austerità e disciplina. Dovevamo indossare una giacca grigia sopra una camicia bianca con il colletto inamidato e una cravatta nera. La gonna invece era decorata con un motivo a scacchiera grigia e arrivava fino al ginocchio. 

Che tristezza quei colori! Una volta avevo anche una ciocca di capelli tinta di viola ma ho dovuto eliminarla per entrare in questa prigione mascherata da scuola! C'era un innaturale silenzio, si sentiva solo il rumore delle scarpe che camminavano sul pavimento verde. «Juleka!» una voce squarciò l'aria e quasi mi perforò i timpani! Rose corse verso di me, mi abbracciò e mi fece perdere l'equilibrio facendomi sbattere contro le pareti in ardesia color crema. Lei era l'unica cosa che mi rendeva felice in quel posto, uno sprazzo di rosa in quel mondo grigio. Eravamo come il giorno e la notte, i mie capelli erano una lunghi e neri come le tenebre, i suoi corti e biondo miele, i miei occhi erano come due rubini, i suoi invece sono blu zaffiro. «Che succede?» le chiesi timidamente. «Nulla!» Sorrise. «Volevo solo salutarti!» Lei era così, emanava allegria da tutti i pori, molti si chiedevano potessimo essere amiche avendo caratteri opposti, ma la nostra amicizia funzionava e io ero felice. «Dove vuoi andare dopo? Alla torre Eiffel? Facciamo una passeggiata lungo la Senna? No, ho un'idea migliore… » ansimò e riprese fiato per un attimo. «Andiamo a prendere un gelato da André?» Aveva delle corde vocali da paura quella ragazza, potrebbe tranquillamente fare la cantante rock.

«Non dovremmo studiare per la verifica?» obiettai. Si mise le mani nei capelli biondi. «Ma la verifica è tra una settimana, tu studi troppo!» Effettivamente aveva ragione, avevo un buona media e un pò di svago mi avrebbe fatto bene. «E va bene.» Rose cominciò a correre avanti e indietro per il corridoio «Si!Si!Si!Si!» e poi sbatté contro qualcuno «Guarda dove metti i piedi!» E doveva proprio essere Chloé Bourgeois, accompagnata dalla sua lacchè Sabrina. «Stai attenta! Sei proprio ridicola!» la ragazza con fare arrogante sistemò la coda di capelli biondi e si aggiustò la cravatta mentre Sabrina rimase in disparte a guardare, si mise timidamente la mano nei capelli castani lunghi fino al collo e si sistemò gli occhiali, come se stesse per dire qualcosa, ma non lo fece. 

Mi avvicinai ai lei cercando di darmi un tono «Hai qualche problema?»

«La tua amichetta ha osato urtare me, sono la figlia del sindaco, non una pezzente qualunque.» cercai di non scompormi e di risponderle per le rime. «Intanto tuo padre ti ha scaricata qui come tutte noi, non sei nessuno qui.» la faccia le diventò rossa di rabbia, quel colorito di chi è arrabbiato vorrebbe rispondere, ma non ci riesce perché ha torto marcio.

«Ridicole! Assolutamente ridicole!» e se ne andò. Nessuno le avrebbe torto un capello, era la mia rosa e non avrei permesso a nessuno di far appassire il suo animo. 

«Rose, io..»

«Sei stata grande! Poche parole, ma incisive!» e mi abbracciò nuovamente. Arrossii, era bello sentirsi apprezzata. Rose mi prese per mano, cominciò a correre e mi trascinò fuori dalla scuola, era così veloce che per poco non mi staccò un braccio. Decidemmo di andare a vedere la torre Eiffel che slanciata svettava verso il cielo rappresentava l'eleganza di Parigi. La struttura era imponente e luminosa, mi sarebbe piaciuto salire fino in cima per ammirare la città dall'alto. «Guarda!» cominciò a indicare la torre.«Non sarebbe il posto perfetto per un appuntamento romantico?» Il mio cervello andò in cortocircuito, Rose era molto importante per me, mi è sempre stata accanto fa quando entrai in quella scuola, ma non sono sicura di quello che provo per lei…

𝑴𝒚 𝑹𝒐𝒔𝒆 - 𝑱𝒖𝒍𝒆𝒓𝒐𝒔𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora