Era passata una settimana dal combattimento contro Sabrina, la vita sembrava essere tornata a un'apparente tranquillità, Rose era seduta sul letto,intenta a coccolare i kwami «Guardali Ju, non sono le creaturine più adorabili del mondo?» strillò lei con quella gioia ed euforia che solo lei mi riusciva a trasmettere. mi limitai a sorridere, in effetti dopo averli visti avevo voglia di prendere un cucciolo, un cane, un gatto o magari un criceto. Mio padre aveva avuto la folle idea di prendere un coccodrillo, ma preferisco non avvicinarmi a lui. Qualcuno bussò alla porta. «Siamo Chloé e Sabrina...» Che cosa volevano? Speravo che non volesse copiare i compiti. Aprii la porta, sperando di non dover reprimere nuovamente la mia rabbia. «Io, ehm...» Chloé stava cercando di spiegarsi timidamente, non l'avevo mai vista comportarsi così. «Puoi farcela!» La incitò Sabrina, come una tifosa con la squadra del cuore. «Sentite, io mi sono comportata male con te e Rose l'altra volta, lo ammetto. Sono qui per scusarmi, che ne dite se oggi vi offro il pranzo a Le Grand Paris?» Era uno scherzo? Spalancai la bocca per la sorpresa. Le Grand Paris era un hotel che all'interno aveva anche un ristorante stellato, il costo dei piatti è esorbitante, per non parlare della lista d'attesa chilometrica! «So che ti starai chiedendo "ma come fa Chloé ad avere una prenotazione per un ristorante così chic?" Beh, quando tuo padre è il proprietario non è difficile!» Mi ripresi dalla notizia e cercai di farfugliare una risposta. «Va bene..» risposi sbalordita. «A dopo allora!» mi salutò allegramente. Prima di andarsene le presi la mano e misi in chiaro alcune cose. «Spero che non sia uno scherzo, se mi prendi in giro non m'interessa, ma se osi far piangere Rose...» Solitamente non mi arrabbia in quel modo, ma anche il solo pensiero che qualcuno possa ferire la mia migliore amica scatenava la tigre che è in me. «Tranquilla, nessuno farà nulla alla tua fidanzata!» replicò con lo stesso sorriso di prima. «Lei non è la mia fidanzata!» specificai imbarazzata, ma ormai se ne era andata. Beh che dire, avevamo un invito per un pranzo di lusso. Ci preparammo e raggiungemmo Chloé e Sabrina davanti all'ingresso dell'accademia. «Pronte ad andare?» La nostra ex nemica ci salutò allegramente alzando il braccio. Raramente l'avevamo vista fuori dal contesto scolastico, Indossava un bolero giallo sopra una camicia a righe nere e bianche, pantaloni bianchi e una cintura dorata a pirimani. Era truccata d'azzurro e portava degli occhiali bianchi in testa. «Se avete bisogno di qualcosa sono a vostra dispozione.» il tono di Sabrina era cortese, quasi come quello di un maggiordomo. Mi ero resa conto che non avevo mai visto nemmeno lei fuori dalla scuola. Indossava un giubbotto argyle viola e blu sopra una camicia con fiocco viola, pantaloncini azzurri e leggings neri. Mi sentivo un pò in imbarazzo in quel momento «Ehm, non devi fare nulla per noi...» cercai di spiegare. «Ma io voglio rendere felici le mie amiche!» insistette con un entusiasmo che non riuscivo a comprendere. Rose si avvicinò a lei «Vuoi davvero renderci felici? Sii te stessa e divertiti!» gridò con la sua voce leggera quanto quella di una persona che grida in un megafono. Ci avviammo verso il ristorante, Lungo il tragitto, passammo davanti alll'Arco di Trionfo e la Torre Eiffel. Vidi l'Île de la Cité, dove si trovava la Cattedrale di Notre Dame ma anche la Sainte Chapelle, un gioiello gotico del XIII secolo famoso per le sue incredibili vetrate e la Conciergerie, che un tempo era un palazzo reale ma poi divenne una terribile prigione durante la Rivoluzione Francese. Notai l'andatura di Chloé, era quella di una persona sicura di sé e che sa quanto vale, mentre quella di Sabrina era più insicura, rimanendo sempre dietro a lei. A un certo punto notammo dei volantini, mi avvicinai a uno per vedere di cosa si trattasse «La regina della moda, Audrey Bourgeois, presenterà la sua nuova collezione, ospite d'eccezione: il fashion designer Gabriel Agreste.» Ecco perché c'erano tutti quei volantini in ogni dove di Parigi! Era un evento a cui avrebbero presenziato i due più grandi stilisti di tutta Francia! Marinette avrebbe amato tutto ciò, essendo una fan dei due stilisti e a avendo una cotta per il figlio di Agreste. Il volto di Chloé s'incupì... «Aspetta! La regina della moda è tua madre?» domandò Rose sbalordita. Da qui in poi tutto sarebbe potuto solo peggiorare. «Scusatemi, andate avanti senza di me, io vi raggiungo...» Si allontanò con la schiena abbassata. «Sabrina, senti...» provai a chiederle spiegazioni. «Chloé non ha un buon rapporto con la madre, anzi, non ha alcun tipo di rapporto con lei, se n'è andata a New York quando era piccola e non l'ha quasi mai vista...» spiegò lei. «Io voglio rimanere al suo fianco per questo, è la mia migliore amica e sono sicura di poter tirare fuori il buono che è in lei. Voi mi aiuterete?» Mi sentivo triste, non conoscevo questi retroscena, non sarebbe stato facile, ma volevo esserle amica adesso. «Ma che domande? Certo che la aiuteremo!» strillò Rose in un misto di allegria e determinazione. Ci avvicinammo a lei per aiutarla, ma con orrore vedemmo un'akuma avvicinarsi. Presi la ragazza dai capelli castani per mano e la portammo al sicuro. «Sabrina!» le spiegai preoccupata «Potrebbe sembrarti strano, ma tu devi stare qui, sarai al sicuro!» Lei sembrava confusa e stava cercando di farfugliare qualche parola. «Ok, ma voi due che farete?»
«Non ti preoccupare!» la rassicurati sorridente. «Cercheremo aiuto! Tu non ti muovere!» Lasciammo Sabrina sperando che fosse al sicuro, ora era il momento di entrare in azione! «Roarr!»
«Daizzi!»
«Trasformami!» gridammo all'unisono, avremmo salvato Chloé dai suoi stessi sentimenti! Non era più la ragazza di prima, ma un essere mutato dall'akuma. La sua sclera era azzurra con iridi magenta e una pelle gialla e polverosa. Indossava un costume nero e giallo a tema ape, con il volto coperto da una maschera e degli stivali. I suoi capelli biondi erano raccolta in una coda di cavallo decorati con un pettine. «Chloé, fermati!» le intimai. «Non vogliamo combattere contro di te!» cercò Pigella di farla ragionare.«Io non sono più Chloé, da ora in poi dovrete chiamarmi Queen Wasp, la vespa regina!» la nostra amica chiuse il pugno e ci guardò con disprezzo. «La pagheranno tutti! Mio madre che mi ha abbandonata per fare la bella vita a New York, mio padre che mi ha lasciato in quel collegio...» si fermò per un attimo. «Io avrò la mia vendetta!» il suo grido mi congelò il sangue, trasmetteva odio, ma anche un'immensa tristezza. «Veleno!» Dal nulla apparve uno sciame d'api. «Immobilizzatele!» Le api si scagliarono verso di noi, Pigella estrasse il suo tamburello e rifletté con precisione e maestria i colpi. «Mi hai salvata...» la ringraziai. «Altrimenti a cosa servono gli amici?» sorrise dolcemente e quasi mi dimenticai di essere nel mezzo di una battaglia. «Se avete smesso di fare le piccioncine possiamo continuare a combattere?» Lo sciame d'api tornò alla carica, più determinato che mai a pungerci.«Tigre viola, ho un piano! Tu resta dietro di me mentro devio i colpi, quando saremo abbastanza vicine salterai e e cercherai di liberare Chloé dall'Akuma!» cominciammo a correre alla massima velocità, la mia compagna stava riflettendo gli attacchi nemici, ma cominciava a essere affaticata. «Ce la fai?» chiesi preoccupata? La supereroina in rosa mi guardò sorridente e determinata «Per una mia amica sarei disposta a superare tutto!»
«Ma che carine che siete! Quasi mi dispiace dovervi distruggere!» ci schernì Queen Wasp. Era il momento giusto! «Carica!» gridai per farmi forza e spiccai un salto acrobatico quasi degno d'un atleta olimpionica facendo giravolta all'indietro con capriola e capovolta. Atterrai davanti a lei cominciò il nostro scontro corpo a corpo. «A noi due Queen Wasp!» la sfidai. Le tirai un pugno dritto al viso, ma lei lo bloccò con il braccio. «Tutto qui?» mi provocò. Le risposi con un calcio laterale alla gamba, ma lei lo evitò saltando. Cercai di bloccarla con una presa al polso, ma lei mi fermò la mano e mi buttò a terra con una spinta alla gamba. «Ridicola! Assolutamente ridicola!» mi schernì lei. Mi mancò l'aria e sentii male alla schiena. «Mi sono stancata di giocare con voi, credo che andrò a far visita a mio padre, è da tanto che non lo vedo!» dichiarò con voce velenosa come le sue api. «Tigre Viola!» Pigella si avvicinò a me tentò di rialzarmi. «Sto bene, inseguiamo Queen Wasp!» Saltammo da un tetto all'altro e ci aggrappammo a una grondaia, poi saltammo di nuovo facendo una ruota in aria e un salto con una gamba piegata. Ci lanciammo verso un muro e lo usammo come appoggio per spingerci verso un altro tetto. «Eccola!» esclamai indicando la nostra amica akumizzata. «Queen Wasp, smettila!» le intimai. Per tutta risposta mi attaccò nuovamente con le sue vespe che Pigella respinse. «Tigre Viola, fai provare me adesso!» la voce della supereroina in rosa era coraggiosa e determinata. «Ti prego, fidati di me!» Pigella, no, Rose era mia amica, decisi di darle fiducia e feci un cenno con la testa. La mia compagna cominciò a correre verso Queen Wasp deviando tutti gli attacchi, quando fu abbastanza vicina fece l'impensabile: l'abbraccio. «Lasciami! Levami le tue zampe di dosso!» la regina cercò di liberarsi. «No, tutti abbiamo bisogna di affetto!» il tono di voce di Pigella divenne amorevole e comprensivo. «Hai sofferto così tanto, ma hai degli amici adesso, ho incontrato prima una ragazza di nome Sabrina che ha detto di tenere molto a te!»
«Sabrina...» Queen Wasp cominciò a piangere. «La mia migliore amica. L'ho delusa! Basta! Voglio tornare a essere Chloé!» L'akuma l'abbandono e dopo essere tornata normale svenne. La presi in braccio e la riportai da Sabrina che la resse dal braccio. «Sabrina...»
«Non parlare Chloé, riposati.» e ce ne andammo. Chloé fu salvata da Rose e dalla sua dolcezza, avrei voluto dire che l'amavo proprio per questo, ma ci limitammo a tornare verso l'accademia.
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𝑴𝒚 𝑹𝒐𝒔𝒆 - 𝑱𝒖𝒍𝒆𝒓𝒐𝒔𝒆
FanfictionIl Collège Françoise Dupont è all'apparenza una semplice accademia femminile, ma cela un segreto che non dovrebbe mai essere rivelato. Juleka e Rose sono due normali studentesse, buone amiche e compagne di stanza, ma avranno a che fare con un potere...