𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 6 - 𝑰𝒍 𝑳𝒊𝒕𝒊𝒈𝒊𝒐

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«Buonanotte Rose.»
«Notte Ju!» spegnemmo la luce in camera, pronte per dormire, ma qualcosa ce lo impedì. «Mi sono stufata di te!» Ci alzammo e sbirciammo dalla porta, nel corridoio c’erano Chloé e Sabrina in piena lite. La bionda era furiosa «Stufata di me? Sabri, io sono la tua migliore amica, senza di me non sei nessuno!» Quelle parole erano taglienti e feroci. «Ti sbagli!» il volto della sua lacchè si fece cupo, non l’avevo mai sentita usare quel duro. «Molti mi hanno chiesto perché fossi amica di una persona spregevole come te! Io cercavo di spiegare loro che in realtà sei meglio di così, che c’è del buono in te e che con il giusto aiuto si sarebbe potuto tirare fuori, ma evidentemente mi sbagliavo…» Chloé rimase attonita, come se dovesse elaborare quello che era appena accaduto. «Sabri…»

«Ricordati: Io posso avere tutti gli amici che voglio, tu no!» e se ne andò sbattendo la porta di camera sua. Non sapevamo che pensare di questa situazione, ma alla fine non ci riguardava e tornammo a dormire. Il giorno dopo Sabrina non si presentò a lezione, forse a causa del litigio. «Ju, non dovremmo parlare con Chloé?» domandò Rose con voce dolce, è troppo buona in certi casi. «Non sono fatti nostri.» le risposi. «Ma dobbiamo fare qualcosa…» insistette la mia amica.

«Non puoi risolvere tutti i problemi degli altri, specialmente di una persona spregevole come Chloé!» risposi secca con un tono di voce più severo del necessario.  Rimase immobile per qualche secondo con gli occhi sbarrati. «Non credi avere un pò esagerato?» mi rimproverò Daizzi. «Dai, hai alzato troppo la voce…» rincarò Roarr la dose. «Scusa Rose, proviamo a parlarle, ma se rifiuta lasciamo perdere questa storia!» le proposi. Ci avvicinammo alla figlia del sindaco e cominciò il nostro “interrogatorio.” Rose si dipinse in volto il suo sorriso più allegro e iniziò «Allora Chlò, ho sentito la tua discussione con Sabri ieri, mi dispiace sapere che due buone amiche hanno litigato.» Ma che stava facendo? Era stata troppo diretta! la sua interlocutrice la guardò con disprezzo e rispose «Primo: chi ti ha dato tutta questa confidenza? Secondo: io non la considero amica!» Non sopportavo di vedere qualcuno rispondere in quel modo a una mia amica. «Eppure per Sabrina eri importante, è stata al tuo fianco anche se l’hai sempre trattata da pezza da piedi!» le rammentai difendendo Rose. «Non gliel'ho chiesto io!» replicò stizzita. «Allora meriti di restare sola per il resto della vita!» sbottai con tutta la rabbia che avevo in corpo. Non la sopportavo più, presi Rose per mano e ce ne andammo. «Andiamocene! Evidentemente miss biondina ossigenata, figlia del sindaco è troppo superiore per parlare con noi!» Mi ero dimenticata perché la odiavo così tanto, ora me lo ha fatto ricordare. «Ouch!» Chloé si scagliò su di me e mi diede uno spintone. «Ora hai esagerato!» sbraitai. «Non l'ho fatto apposta!» Si giustificò, mentendo palesemente.Adesso gliela avrei fatta pagare cara. All'improvviso mi mossi verso di lei e quasi persi l'equilibrio, come se qualcuno mi avesse spinta. Rose si mise in mezzo a noi cercando di dividerci «Calmiamoci un attimo, possiamo risolvere tutto pacificamente.»la sua voce calma e pacata mi tranquillizzò.  La figlia del sindaco si voltò e ci liquidò «Ridicole, assolutamente ridicole!» e se ne andò. Spiegai alla mia amica quello che è successo, si mise due dita sul mento e cominciò a pensare. «E se fosse stata Sabrina?» ipotizzò cona ria preoccupata. «E come? Oggi era assente, a meno che…» io e Rose arrivammo alla stessa conclusione. «Non sia stata akumizzata!» esclamammo all’unisono.  Juleka e Rose si sarebbero dovute fare da parte, era il momento di Tigre Viola e Pigella. Dopo esserci trasformate ci arrampicammo fino alla stanza di Chloé, ma era vuota, evidentemente era uscita…

Papino probabilmente pagato per un trattamento di favore, camera sua era molto più lussuosa della nostra. Era una stanza ampia e luminosa, con moquette bianca, pareti rosa e oro, e un letto a baldacchino di seta e piume. Una lampada di cristallo sul comodino e una scrivania laccata con computer e stampante. «Dov'è andata?» chiese preoccupata Pigella. Camminai avanti e indietro per qualche secondo, poi mi venne un'intuizione! «Forza, seguimi!» dissi esortandola. Uscimmo e cominciammo a saltare sui tetti di Parigi. Dall’alto potevamo osservare la città sotto di noi con i suoi monumenti e i suoi colori. Vedevo la Torre Eiffel, il Louvre, con la sua piramide di vetro, e il Sacro Cuore sulla collina di Montmartre . «Tigre Viola, dove stiamo andando?» mi chiese confusa «Verso la Senna!» risposi, la supereroina sembrava confusa dalla risposta «Tu fidati di me! Ogni tanto la vedo lì osservare il fiume!» Non sembrava ancora convinta, ma continuò a seguirmi. «Eccoci!» arrivammo sulla sponda del fiume, e Chloé era lì, seduta su una panchina vicino a un lampione.Guardava triste e sola l'acqua scorrere riflettendo il volto bello specchio d'acqua. Ci avvicinammo a lei cercando di non farci notare dai passanti. «Chloé Bourgeois, giusto?» chiesi cercando di essere amichevole. I suoi occhi azzurri si illuminarono di gioia «Tigre Viola e Pigella? Lo sapevo che un giorno mi avreste scelta per aiutarvi! Volete che vi rinnovi il guardaroba? Vi ammiro molto, ma avete un pessimo gusto nel vestire.» Feci un respiro e cominciai a spiegarle la situazione «Sei in pericolo!» l’avvertii con tono serio e preoccupata, ma lei rispose con una risatina «Da cosa? Un'invasione aliena?» Feci un altro respiro «Hai litigato con qualcuno? Qui è tranquillo e ci vengo spesso a riflettere…» il suo volto s'intristì. «Io, ho litigato con la mia migliore amica, vorrei chiederle scusa, ma non ci riesco, perché sono troppo arrogante, troppo cocciuta…» la sua risposta era pregna di dolore e risentimento. Scoppiò in lacrime e l'abbracciai «Averlo ammesso è il primo passo per cambiare, non è mai troppo tardi per fare la cosa giusta…» le sussurrai il più dolcemente possibile. Avvertii di nuovo un tocco, qualcuno ci spinse di lato e ci Pigella fece un salto all’indietro per evitare di cadere in acqua, mentre io cercai di aggrapparmi al bordo di una barca. Purtroppo, Sabrina ci afferrò me e la sua ex amica e ci trascinò entrambe in acqua. «Sabrina, so che sei tu, piantala!»  gridò Chloé più infastidita che pentita in quel momento. Ci trascinò sul fondo del fiume,l'acqua era fredda e torbida, non vedevo nulla se non l’acqua grigio - verde insieme ad alghe e rifiuti. Non riuscivo a respirare, se non mi fossi fatta venire in mente un'idea sarebbe stata la mia fine. Notai i movimenti dell'acqua. Schioccai un colpo di bolas, ma il movimento fu rallentato e deviato dalla resistenza e dalla pressione dell'acqua. Non potevo contrastarla, avrei dovuto portarla di nuovo in superficie, dove avrei avuto un vantaggio. Notai i movimenti nell'acqua e cercai d'ipotizzare dove si trovasse approssimativamente la sua mano. Schioccai un colpo afferrandola al polso e la lanciai in superficie, grazie alla spinta compii un giro su me stessa e raggiunsi  Chloé. Le presi la mano e cercai di portarla sulla terra ferma, facendo attenzione a non farle ingoiare troppa acqua. Dopo aver soccorso Chloé tossii e sputai l'acqua. Avremmo potuto capire gli spostamenti di Sabrina basandoci sulle impronte bagnate che lasciava. Provammo a contrastarla, vedere le sue impronte non era sufficiente, dato che non potevamo vedere i pugni che sferrava. Cercai di respingere l’attacco con le mie bolas, mentre Pigella fece una capriola laterale per schivare il pugno. Purtroppo non fui abbastanza rapida. sentii un colpo allo stomaco e caddi a terra. Pigella invece stava combattendo destreggiandosi tra i colpi dell'invisibile. Si distrò e si girò verso di me. «Tigre Viola!» gridò la supereroina in rosa preoccupata. Quel breve attimo fu sufficiente per stendere a terra pure lei, eravamo inermi, avremmo forse perso? «Adesso basta!» era la voce di Chloé. «Sabrina, mi sono comportata male con te…» cominciò a scusarsi. «Chloé…» Udimmo la voce di Sabrina piena di tistezza. «Sono una stupida, arrogante figlia di papà, ma tu sei la mia unica amica, l’unica che mi è sempre stata accanto in questo collegio dove i miei mi hanno scaricata! Voglio cambiare e solo tu puoi aiutarmi! Ti prego, non lasciarmi sola!» quelle parole furono pronunciate con una sincerità che non avevo mai avvertito da parte sua. Sabrina tornò visibile e l'akuma si allontanò… Eravamo appena state salvate da Chloé? La ragazza più arrogante e viziata dell'accademia? Le due si scambiarono un abbraccio come segno di riconciliazione e Sabrina scoppiò in lacrime. «Chloé, sei la mia migliore amica, scusami tanto! Possiamo ricominciare sempre che tu lo voglia…» la voce dell’amica era sinceramente pentita. Aiutai Pigella ad alzarsi, non riusciva a tenersi in piedi e si aggrappò alla mia spalla. «Ce la siamo vista brutta…» cercai di sdrammatizzare. La mia compagna sorrise «Siamo state salvate dal potere dell'amicizia…» rispose lei. Era una frase banale, da cartone animato, eppure in questi caso si rivelò vera. «Rose io…» avrei voluto dirle ti amo, ma non ci riuscivo, avevo troppa paura e non trovai il coraggio di confessare a lei i miei sentimenti.

𝑴𝒚 𝑹𝒐𝒔𝒆 - 𝑱𝒖𝒍𝒆𝒓𝒐𝒔𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora