𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 2 - 𝑰 𝑴𝒆𝒓𝒄𝒂𝒕𝒊𝒏𝒊

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Era una giornata bellissima, il sole splendeva nel cielo irradiando il mondo di vita «Juleka!» Rose corse verso di me, mi abbracciò ed entrambe cademmo a terra sul morbido prato verde, un giorno quella ragazza mi romperà l'osso del collo a furia di buttarmi a terra. I nostri volti erano a pochi centimetri di distanza. «Sei così carina quando arrossisci!» Oh cavolo, era così imbarazzante! Il vento sferzava sui nostri volti, sembrava di essere in un sogno.

All'improvviso il cielo mutò colore e si tinse di viola e le nuvole divennero grigie, che cosa stava succedendo? Uno svolazzante di farfalle si avvicinò a noi e sollevò Rose «Voi due...» tuonò una voce roca e profonda «Juleka Couffaine, se ci tieni alla tua amichetta non ti intromettere!» Chi era? Intromettermi in cosa? «Non sto scherzando, non cercare di ostacolarmi!»

Mi risvegliati nel mio letto, ansimante. Misi una mano sulla fronte sudata, che incubo. Guardai Rose nell'altro letto dormire beata, stava bene e per me è l'unica cosa importante. La due metà della nostra stanza erano agli antipodi. La mia meta era quasi vuota, con lo stretto indispensabile: un letto, un armadio, e una scrivania. Quella di Rose invece emanava allegria e fantasia da ogni angolo. Le pareti erano tappezzate di poster dei suoi cantanti preferiti come XY, Clara Nightingale e sorprendentemente Jagged Stone. Ovunque ci sono foto e disegni di fiori, ancora una volta è riuscita a dare un tocco di colore in quella grigia accademia.

Si stiracchiò e si alzò dal letto «Ju, che ti succede? Sembra che tu abbia avuto un incubo!» Non voglio farla preoccupare, ma è quasi impossibile resistere quando usa quel tono preoccupato e premuroso. «Non è niente, tranquilla!» stavo mentendo alla mia migliore amica, so che è sbagliato, ma sarebbe non voglio farla preoccupare per incubo. «Tranquilla, forse è solo colpa della maratona di film horror di ieri sera...» Rose mi guardò severamente, o almeno ci provò, era quasi impossibile prenderla sul serio quando si arrabbiava. «Ti ho detto mille volte di non guardare quei film, poi non riesci a dormire!» Non riuscivo a rimanere seria e mi scappò una risatina «Scusa, non ce la faccio, sei adorabile anche quando ti arrabbi!» Incrociò le braccia e si girò dall'altra parte offesa. «Non fare così, è sabato e possiamo andare in giro per i mercatini, potrebbe esserci qualcosa di rosa per la tua collezione...» Si voltò verso di me è mi guardò, con uno sguardo leggermente più dolce: «Va bene, ma solo perché voglio qualcosa di rosa, non certo per te.»

Ci preparammo e uscimmo. Eravamo l'opposto pure nel nostro vestiario, quel giorno decisi di indossare una maglietta nera a maniche a rete e leggings viola strappati, mentre lei indossava un vestito a strisce rosa e magenta, una gonna dello stesso colore e leggings bianchi.

«Aiuto!» C'era una persona a terra e ci avvicinammo. Era un uomo dai capelli grigi e il pizzetto, indossava una tunica nera, un colletto bianco e un rosario, dedussi quindi che era un prete. Vicino a lui c'era un bastone che raccolsi e gli restituì, mentre Rose lo aiutava a rimettersi in piedi. «Grazie mille, sono vecchio e non sono più in forma come una volta.» fece una risatina amara. «Mi raccomando, sia attento, se vuole le dico dove si trova l'ospedale più vicino!» Ma ormai se n'era andato, Rose era così, apprensiva anche con chi aveva conosciuto per la prima volta. «Dici che starà bene?» chiese lei con tono preoccupato. «È solo caduto, nulla di così grave.» cercai di tranquillizzarla.

I mercatini erano un luogo pieno di vita e allegria, ci si poteva trovare di tutto, vecchi fumetti, videogiochi usati, tutte quelle cose di cui la gente voleva liberarsi e che altre persone invece bramano. Tra le bancarelle si potevano trovare gli oggetti più strani e magari trovare un affare, comprare da lì in un certo senso è come portarsi a casa un pezzo della vita di qualcun altro. «Rose, sei proprio sicura di volere quella?»
«SIIII!» Alla fine aveva scelto una coperta rosa, la stringeva come se avesse appena trovato l'oro. Mi scappò un sorrisetto, era tipico di lei, qualunque cosa fosse rosa aveva un valore inestimabile.

NOTA: In questa storia ho fatto e farò dei piccoli accenni a cariche ecclesiastiche come preti oppure suore, lo faccio unicamente perché molti yuri sono ambientati in accademie cristiane, non voglio essere in alcun modo offensivo e ho il massimo rispetto per il cristianesimo e i credenti.

𝑴𝒚 𝑹𝒐𝒔𝒆 - 𝑱𝒖𝒍𝒆𝒓𝒐𝒔𝒆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora