Capitolo 25.

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PARLA  ALEX


Ormai sono passati tre mesi dall'operazione ed Elly non si è ancora svegliata, io dottori mi hanno proposto più e più volte di laciar perdere e di donare i suoi organi ancora perfettamente funzionanti, ma io ho sempre rifiutato, ogni tanto ha avuto delle reazioni come muovere le dita o una volta addirittura dopo essere tornato dal bagno l'ho trovata girata di lato ansichè a pancia in su come sempre, so che può farcela, ed io non la lascerò morire, io lotterò per lei come sta facendo lei stessa, lotteremo insieme, come abbiamo fatto fino ad ora.

Ora sono nella sua stanza seduto su una scomodissima sedia affianco al suo letto, la guardo..

Le poche lentiggini sono più evidenti rispetto a tre mesi fa, a causa della pelle diventata ancor più pallida in mancanza di luce solare, 

i capelli sono spettinati ma sempre bellissimi, di quel biondo che mi ricorda tanto il sole, 

le labbra sono leggermente screpolate, è da decisamente troppo tempo che non la vedo sorridere, 

le sue mani, distese al lato del suo busto che si alza e si abbassa ritmicamente,

e i suoi occhi...i suoi occhi sono ancora chiusi impedendomi di vedere quel color nocciola che mi piace tanto, impedendomi di vedere quella piccola e magnifica scintilla che appare nei suoi occhi quando sta con ME.

Mentre la guardo una lacrima fugace scappa dai miei occhi che da ormai tre mesi sono come pozzi senza fondo, sono vuoti, io le avevo promesso, le avevo promesso che sarebbe andato tutto bene e non si sarebbe dovuta preoccupare di niente...e ora invece, 

sono tre mesi che la sua bocca non mi parla, 

le sue labbra non si posano sulle mie, 

i suoi denti non mi sorridono,

i suoi occhi non mi guardano,

il suo naso non sente il mio profumo che lei ama tanto,

le sue orecchie non sentono la mia voce, che mi ha confidato che le da sicurezza,

le sue mani non si intrecciano alle mie o non si perdono nei miei capelli,

le sue braccia non mi stringono,

il suo corpo non indossa una mia magia,

il suo cuore non batte all'unisono col mio, come se fossero una cosa sola, dopo aver fatto l'amore. 

E mi mancano tutte queste cose di lei...forse perchè semplicemente mi manca lei.



PARLA  ELLY


Mi sveglio desiderando di trovare Alessandro nel letto vicino a me ma questo non succede, mi alzo e vado in bagno,

 sono passati più o meno otto giorni da quando sono venuta in questa sottospecie di hotel senza mai uscire dalla mia stanza, è ora di affrontare altri dolori in questo mondo in cui a quanto pare io non esisto,

vado in bagno e mi vedo nello specchio a figura intera, per la prima volte dopo nove giorni guardo come sono vestita, 

le mie converse nere, 

i miei pantaloncini di jeans, 

e la maglia dei Rolling Stone di....

Alessandro...

mi scappa una lacrima a pensare a lui, a pensare a quanto mi manca, chissà come sta in questa specie di vita, chissà se è felice,

un'altra fitta mi trafigge il cuore quando odoro la maglia e non sento il suo dolce profumo di mente.

Visto che non ho altri vestiti tolgo quelli che indosso e li lavo a mano, mentre mi faccio la doccia li lascio ad asciugare sul termosifone, ci voleva proprio una bella doccia, mi sentivo così sporca.

Quando indosso i vestiti puliti sono ancora umidi allora li riscaldo un po col phono per poi asciugarmi i capelli, prendo le chiavi ed esco dalla stanza lasciandole a questa specie di portinaio, decido di andare nel parco dove giocavo sempre da bambina.

Dopo venti minuti circa di camminata arrivo al parco e mi siedo ad una panchina, mi guardo in torno, in lontananza ci sono dei ragazzini qualche anno più piccoli di me che giocano a pallone, alla mia destra l'angolo delle giostrine dove delle bimbe scivolano divertite sullo scivolo mentre tengono per mano la mamma o il papà.

E mi prende di nuovo quella sensazione, la sensazione che io in questo mondo non c'entro niente.

Mi guardo la punta dei piedi quando ad un certo punto la mia attenzione viene catturata da due piccole macchiette rosa per terra di fronte a me, alzo gli occhi ed un'adorabile bambina che dimostra si e no cinque anni mi sorride mostrandomi due adorabili fossette, 

è vestita con un vestitino rosa e le scarpette dello stesso colore, i capelli le arrivano un po più sotto delle spalle, sono ricci e scuri, gli occhi sono grandi e chiari, le sorrido

"dimmi piccola"

lei ricambia il sorriso

"v-vuoi giocare con me?"

dice e solo ora noto che ha in mano un barattolino di bolle di sapone, annuisco e lei batte le mani divertita saltellando su e giù, mi porge il barattolino ed inizio a fare delle bolle che lei poi prende con le sue piccole manine, ad un certo punto fa un salto troppo spinto e cade per terra sbucciandosi un ginocchio, io la prendo subito in braccio e cerco di calmare il suo pianto

"papino..voglio papà..."

"si aspetta piccola ora lo troviamo"

mi guardo un po in torno per cercare di capire chi possa essere il padre di questa bambina

"piccola cos'hai, ti sei fatta male?"

sento una voce maschile dire alle mie spalle, mi congelo sul posto e gli occhi iniziano a pizzicare, sento le gambe tremare...riconoscerei quella voce ovunque...


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