Capitolo 26.

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PARLA  ELLY


Mi giro e lo vedo, in tutta la sua bellezza,ha un'espressione preoccupata mentre guarda  la bambina che ho tra le braccia, lei tende le mani verso Alessandro ed io la lascio andare.

"ma dove ti eri cacciata? grazie per averla aiutata"

dice poi rivolgendosi a me

"di niente, co-come si chiama?"

riesco a dire senza scoppiare a piangere, non devo fare niente , io non appartengo a questo posto.

"Rose, si chiama Rose"

dice sorridendomi, credo di star per svenire quando dice quelle quattro lettere, così si sarebbe dovuta chiamare la nostra bambina, la NOSTRA.

Rose si gira verso il padre per poi guardargli confusa il collo, estrae una catenina dal colletto della maglia di Alessandro e tiene il piccolo ciondolo in mano, ma io non riesco a vederlo

"papi che te l'ha regalata"

Alex guarda sua figlia sorridendo per poi lasciarsi cadere il ciondolo sulla maglia bianca...è un'ala d'angelo....

"vedi piccola...cinque anni fa circa io e la donna che ho amato di più al mondo ci dividemmo questa catenina"

"chi? la mamma?"

lui le sorride ancora per poi annuire ed una piccola lacrima scende dai suoi occhi e viene raccolta dalla manina di Rose.

"papà non preoccuparti, ci sono io ad amarti"

lui raidacchia e la abbraccia per poi staccarsi poco dopo e rimetterla a terra, io  di istinto mi porto una mano sul collo e sento una catenina, scendo fino al ciondolo e lo alzo, un'ala d'angelo...Alessandro l nota e mi guarda stranito, poi scuote la testa e si volta per andarsene.

Inizio a non respirare bene ad ogni passo che lui fa per allontanarsi da me, sento delle fitte per tutto il corpo e per poco non mi piego per il dolore.

Non devo avvicinarmi...non devo avvicinarmi...non dev...

oh al diavolo

corro nella direzione della coppia formate da padre e figlia, lo afferro per una spalla facendolo girare, lui si gira confuso ed io non perdo neanche un istante per appoggiare le mie labbra alle sue con bisogno, lei lascia la mano alla figlia e mi stringe a se, le mie gambe iniziano ad indebolirsi, il mio cuore ad accellerare e i miei occhi a chiudersi, fino a quando non vengo circondata dal buio.


PARLA  ALEX


sono passati sette fottutissimi mesi da quella cazzo di operazione e lei non ha ancora aperto gli occhi, non sono per quanto tempo potrò continuare così, senza di lei, passando i momenti liberi su questa cazzo di sedia dove sono seduto anche ora, appoggio la testa sul letto guardando verso il basso e chiudo gli occhi prendendo una delle sue piccole mani nella mia, 

inizio a piangere, si, l'ho fatto molto negli ultimi mesi, sto crollando troppo spesso ma non mi interessa, 

il mio psicologo mi ha detto che ho bisogno di sfogarmi e che di solito piangere, anche se può sembrare una cosa ridicola, aiuta molto, ed ha ragione, senti qualcosa stringermi la mano ma non ci faccio caso e continuo a singhiozzare...dopo un po sento la sua voce...

così bella e delicata, è molto roca...

per un momento sento un po di speranza crescermi nel petto ma quando realizzo che potrebbe essere la mia immaginazione non riesco nemmeno ad alzare il viso per vedere se è stata veramente lei a parlare, 

ma quando la sua minuta manina abbandona la mia per posizionarsi sotto il mio mento bagnato ed applica pressione per farmi alzare il viso i miei occhi si spalancano, il mio cuore accellera e sul mio viso nasce un sorriso a trentadue denti, lei è lì, d'avanti a me, con un piccolo e debole sorrisino sulle labbra, e finalmente, dopo sette lunghi mesi, posso rivedere il marrone dei suoi occhi, Dio quanto mi è mancato quel marrone così dolce intenso che mi trasmette solo amore, quanto mi è mancata quell'abituale scintilla nei suoi occhi, quanto mi è mancato il nostro noi .

mi alzo di scatto facendo cadere la sedia dietro di me a terra e facendo ridacchiare lei, Dio la sua risata, mi fiondo sul letto abbracciarla e sento che anche il suo cuore sta andando forte come i mio, mi distacco leggermente per appoggiare le mie labbra sulle sue, non è un bacio passionale, anzi, è un bacio pieno di amore e bisogno bagnato dalle nostre lacrime che sono il segno della nostra distanza.

Quando ci stacchiamo armai tutti e due a corto di fiato ci sorridiamo gioiosamente per poi sentire la porta aprirsi

un piccolo segretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora