QUATTRO

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L'insegnante di storia continuava a raccontare di come un enorme meteorite si era schiantato sul pianeta provocando un disastro mondiale in cui gli esseri viventi dell'intera terra si erano completamente estinti, dando così la possibilità ai nuovi abitanti di ripopolare il pianeta, fino ad arrivare agli uomini. Parlava di evoluzione. Paragonava la collisione avvenuta sessantasei milioni di anni fa alla nostra pandemia, che aveva distrutto il mondo degli uomini in una scala molto minore rispetto a quello che era avvenuto ai dinosauri, ma provocando allo stesso modo innumerevoli morti. Il disastro aveva fatto collassare l'intero sistema sociale, economico, sanitario; aveva messo gli esseri umani di tutto il mondo in ginocchio, costretti a fuggire, evacuare innumerevoli città per poter eludere il contagio. Aveva devastato intere regioni dello Stato italiano.

Ma a Lorenzo non fregava un cazzo dei dinosauri, dei meteoriti che distruggevano i pianeti e di tutte le stronzate che l'insegnante stava raccontando. Seduto in quell'aula insieme ai suoi compagni continuava a pensare a quello che aveva visto sottoterra. Lui voleva sapere di quegli incomprensibili nomi sui barattoli che riempivano la dispensa, voleva conoscere il mistero della scatola quadrata che non serviva a contenere niente ma che, se azionata, aveva un piatto che ruotava su se stesso. Voleva che qualcuno gli dicesse perché cazzo c'erano foto là dentro di persone che si abbracciavano, persone di sesso opposto che posavano labbra sulle labbra, e ragazzi più piccoli di loro che in quelle fotografie stavano vicinissimi, si davano le mani, si guardavano sorridenti senza paura.

Se quello che gli avevano fatto sempre credere era vero, allora negli uffici di O.M.N.I.A. una marea di cervelloni pieni di soldi e potere stava cercando di ricostruire una società identica a quella preesistente al disastro. Dove uomo e donna non potevano avere contatti tra loro, se non prima di aver compiuto la maggiore età, quando quel maledettissimo tabellone non avesse rivelato il tuo cazzo di match, svelando con chi avresti passato il resto della tua vita, contribuendo così al ripopolamento della società. Evoluzione.

E allora per quale cazzo di motivo si sentiva così preso per il culo da tutti?

La sera precedente era stata senza dubbio la più emozionante della sua vita. Non soltanto per quello che aveva visto là sotto, ma anche per aver rotto tutti gli schemi a cui fino a quel momento erano stati assoggettati. Le ragazze. Quando erano spuntate da quei cespugli avrebbe voluto prendere Giacomo e tirarlo oltre la scogliera. Che cazzo gli era saltato in mente di raccontare tutto a sua sorella? Ma quando aveva visto lei, aveva capito che finalmente erano sulla strada giusta. Fanculo il sistema. Fanculo tutti. L'aveva toccata, le aveva teso la mano per presentarsi e la sua pelle era così morbida, sembrava di toccare il velluto. Quei fianchi esili tra le mani quando l'aveva aiutata a scendere le scale, erano talmente stretti che per un attimo aveva temuto di romperli se avesse stretto troppo. Ma voleva farlo. Voleva stringere quel piccolo corpo delicato a sé. Voleva annusarlo e guardarlo per ore in ogni piccolo dettaglio, in ogni curva, voleva gustarsi ogni più piccola minuzia di quella pelle vellutata.

Quando erano scesi gli altri aveva visto lo sguardo che Giacomo gli aveva lanciato. Gli occhi lo stavano giudicando, che cazzo stai facendo? sembrava che volessero dire. L'aveva lasciata immediatamente e si era voltato verso l'ingresso di quel bunker sotterraneo, illuminando con la torcia una porta di legno marcio che sembrava essere stata chiusa con qualcosa dall'interno.

"Dobbiamo buttarla giù." Aveva concluso voltandosi verso gli altri.

"Buttarla giù?" aveva sussurrato isterico Nicolas di rimando.

"Sì, è bloccata dall'interno, dobbiamo provare ad aprirla con una spallata magari."

"Con una spallata?" continuava a fare eco il ragazzo sempre più preoccupato.

"O con un calcio." Lorenzo continuava a riflettere con se stesso per trovare una soluzione.

"Con un..."

Ventunotrentuno - I figli dell'albaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora