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«Allora, Norja» Gustav la interpellò proprio mentre lei si infilava in bocca un grissino. «Come mai sei a Berlino?»

«La mia casa editrice mi ha minacciata di crocefiggermi se non me ne fossi andata un po’ in giro a promuovere l’ultimo libro» borbottò Norja, deglutendo.

Alzava gli occhi solo per brevissimi istanti, e mai due volte di seguito sulla stessa persona.

«Quindi sono a zonzo per l’Europa a massacrarmi il polso per migliaia di autografi, augurandomi che non mi venga un esaurimento prima di iniziare il round in Nord America. Dopo anni di perplessità, finalmente ho capito perché quando firmate voi sembra sempre che non abbiate mai preso in mano una biro in vita vostra»

«Oh, no, loro firmavano così anche prima di consumarsi i polsi con gli autografi.» le rivelò Georg, con una risata.

«A proposito» intervenne Tom. «Quasi non ti riconoscevo, vestita così. Ti avevo quasi scambiata per una persona normale»

«Vorrei poter dire lo stesso di te»

Bill, Gustav e Georg scoppiarono a ridere, e con loro anche il resto della tavolata, che aveva inevitabilmente origliato.

«Hey, Tom, hai trovato pane per i tuoi denti, eh?» sghignazzò David, dal lato opposto del tavolo.

«Più che pane, cemento armato» borbottò Tom, anche se, intimamente, era consapevole del fatto di trovare Norja così interessante proprio per via di quella verve che la contraddistingueva.

Lo divertiva punzecchiarsi con lei.
Quello che ancora non gli era ben chiaro era se per lei fosse lo stesso, o se effettivamente non lo sopportasse.
Una discreta parte di lui aveva il timore che si trattasse della seconda opzione.

«Certo che per conoscervi da poche ore avete una certa confidenza…» commentò Georg, spostando lo sguardo da Tom a lei.

Norja agitò la mano con indifferenza.

«A vedere com’è cominciata ieri sera, credevo che a quest’ora almeno uno dei due sarebbe già stato tre metri sottoterra»

«Possibilmente tu.» disse Tom.

«Perché proprio io?»

«Perché se tu crepi, non ci va di mezzo nessuno. Se crepo io, lascio un gruppo che senza di me non varrebbe niente e venti povere chitarre che starebbero malissimo senza il loro papino»

«Non so…» rifletté Georg, serio «Quel tizio che suonava qua fuori l’altro giorno era piuttosto bravo»

«Fottiti!»

«Non essere volgare, SNF!» lo sgridò Norja, allungandogli un pugno sul braccio.

«SNF sta per Stupido Ninfomane Fallocrate?» si informò Gustav, mentre Tom si prodigava in un gemito di dolore esagerato, reggendosi il punto in cui Norja lo aveva colpito.

«Sta per Spina Nel Fianco, veramente, ma ora che mi ci fai pensare Stupido Ninfomane Fallocrate suona meglio!»

«Non è che adesso vi dovete alleare tutti con lei!» protestò Tom, iniziando a stancarsi del cambio di punto di vista: di solito era lui a prendere in giro.

«Ma guarda com’è carina!» chiocciò Bill, accarezzando amorevolmente la testa di Norja «Potremmo adottarla!»

Lei era visibilmente spaesata, così circondata di interesse e attenzioni.

Appena Bill l'aveva toccata era arrossita, ma almeno non lo aveva verbalmente aggredito.

Tom avrebbe tanto voluto sapere perché si comportasse in modo così diverso, con gli altri.

Hιᥒtᥱr dᥱᥒ Mᥲskᥱᥒ - Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora