Fu piacevole trascorrere qualche minuto a chiacchierare con i ragazzi.
Mentre le mostravano il retropalco e lo stage, le chiesero un po’ di lei, della sua storia e della strada verso il successo.Lei raccontò loro tutto quanto come se fossero stati amici di vecchia data, e fu sincera perfino quando le chiesero se fosse mai stata una loro fan.
Se lo fosse ancora.Vi amerò sempre, aveva promesso loro attraverso un poster, diversi anni prima, e tutt'ora la promessa restava infrangibile.
Lei fu banale nel chiedere a loro: volle sapere della loro vita, dei loro interessi lontano dalla scena, di come le loro famiglie avevano preso il loro successo.
Nel rispondere alla domanda sulla vita personale, furono tutti vaghi e diplomatici, ma Bill usò un termine che le fece stringere il cuore: mutilata.
Quante cose ci dovevano essere nascoste dietro ai loro sorrisi da fotografia…
Il pensiero di Norja vagò verso Tom.
Era stato così carino, con lei, e lei lo aveva ripagato con sarcasmo e frecciatine ostili, senza riflettere su cosa ci fosse veramente alla base di quei suoi atteggiamenti così contrastanti tra loro.Il senso di colpa aveva appena iniziato a insinuarsi nella sua coscienza, che Tom apparve alle loro spalle.
Si era cambiato: i dettagli che prima erano in nero, erano stati sostituiti da capi viola, mentre la felpa, la stessa di prima, era aperta su un’ampia t-shirt, sempre viola, con un disegno argentato che Norja non riuscì a distinguere.
Gli donava parecchio, quel colore.
«Riecco l’antisociale del giorno!» esclamò Gustav, ricevendo in risposta uno sguardo ben poco affettuoso.
«Lilli, ti lasciamo un attimo in balia dell’inetto mentre ci andiamo a cambiare anche noi.»le annunciò Bill, facendo cenno a Georg e Gustav di seguirlo.
«No!» esclamò Norja, nel panico. «Vi – vi aspetto qui!»
Bill emise una risatina leggera.
«Non puoi, sciocchina. Qui adesso devono iniziare a montare tutto.»
Gustav annuì serio.
«Rischi di prenderti qualche trave di metallo in testa.»
«Affare fatto!»
«Torniamo subito.» le assicurò Georg.
«No, no, un momento!» supplicò lei, ma nessuno sembrava disposto a darle retta.
«Sei affidata a Tomi, Lilli!» le disse Bill, prima di scomparire assieme ai due compagni oltre una lastra di metallo, lontano dalla sua vista.
«Ma… Ma…»
Era rimasta sola.
No, non semplicemente sola: era rimasta sola con Tom.Non si dissero niente.
Non si guardarono.
Non si sfiorarono nemmeno, durante il tragitto di ritorno verso a quello che Bill, giustamente, era stato sul punto di definire ‘loculo’.Una volta entrati, Tom si piazzò su una sedia, la chitarra imbracciata, e si mise a pizzicare a caso le corde.
Norja, ancora in piedi accanto alla porta, stava andando in iperventilazione. Rimpianse di aver preso un solo Valium, a pranzo, prima di uscire, e ancor di più di non essersene portata uno in borsa, soprattutto quando Tom, senza neanche sprecarsi a sollevare lo sguardo, le disse:«Rilassati, Lituania.»
‘Rilassati’, le diceva.
Come se rilassarsi o agitarsi fosse un’attività dominabile e controllabile.
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Hιᥒtᥱr dᥱᥒ Mᥲskᥱᥒ - Tom Kaulitz
Teen Fiction«Ti mette a disagio parlare con ragazze che riescono a dialogare con te anziché sbavarti addosso?» «Come siamo acide... Prova a fare sesso, ogni tanto, aiuta molto contro lo stress» Norja si avvolse le ginocchia con le braccia e lo fissò con un'espr...