Pranzo di famiglia

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Passarono 2 settimane e al gran premio d'Austria la vinse la Ferrari con 1 Charles e 2 Carlos, in questa gara assistette tutta la famiglia Leclerc, persino Carla e Charlotte. Dopo la gara passammo due giorni qui per stare tutti insieme, ma quando era giunto il tempo di tornare a casa non potevo andare con loro, altrimenti molti avrebbero fatto domande. Appena atterrati a Nizza mi arrivò un messaggio dove Charles mi diceva di venire da lui, così presi la macchina che era parcheggiata fuori dall'aeroporto e mi diressi a casa sua. Durante tutto il tragitto ero in chiamata con lui.

Emi: tra poco sono da te
Charles: ok, comunque scusa se te lo chiedo ma, che vuoi per il tuo compleanno?
Emi: sei serio? C'è tempo per quello, compio gli anni in estate amore
Charles: lo so che li fai il 13 agosto ma...
Emi: allora non preoccuparti, c'è tempo e poi sai che non voglio per forza un regalo
Charles: e invece si
Emi: comunque sono qui, aprimi
Charles: va bene petite, ma non finisce qui la conversazione

Appena parcheggiai la macchina nel suo garage lo vidi arrivare e si mise di fronte alla mia auto, così scesi dalla macchina. << da quanto tempo >> disse sarcasticamente avvicinandosi, << già, infatti non ti sopporto più >> espressi ridendo mentre chiudevo lo sportello, << ah davvero? >> continuò sorridendo anche lui prendendomi per i fianchi, posai le mie mani sul suo viso e lo baciai, << ok forse no >> così finì per mordergli un labbro.

Salimmo in casa sua e andammo nella sua stanza. Mentre ci stavamo baciando, io ero in braccio a lui e con una mano spinsi la porta chiudendola dietro di noi. Scesi dalla sua presa e mi appoggiai al muro, sentii un brivido freddo che mi percorse la schiena e a quella sensazione feci un sussulto. Osservò la scollatura che il mio top mostrava, si morse il labbro e disse << voglio portarti all'inferno >>, soltanto a quelle parole mi eccitai da morire. É come un angelo, ma quando facciamo l'amore si trasforma nel diavolo in persona. Mi spostò di scatto appoggiandomi alla scrivania, mi allargò le gambe delicatamente, mi alzò la gonna che indossavo e mi tolse l'intimo nero di pizzo, << queste ora sono mie >> disse inginocchiandosi al mio cospetto. A quelle parole mi morsi il labbro. Le sue mani possenti tenevano le mie gambe e non appena sentii le labbra di Charles darmi dei baci nelle mie cosce fino ad arrivare alla mia intimità, iniziai ad avere il respiro corto e quando si avvicinò nel mio punto debole, incrinai la schiena, misi la testa indietro appoggiandola al muro e le mie mani si spostarono sui suoi capelli. La sua lingua si muoveva magnificamente e dire che ero bagnata era il minimo. Se questo vuol dire stare all'inferno e avere lui come tortura, faccio la fila almeno un migliaio di volte.
Ebbi un momento di nostalgia, delle sue labbra carnose sulla mie; lo costrinsi ad alzarsi e venire verso di me per baciarmi. La foga di sentire il calore dei nostri corpi l'uno sull'altro non si fece attendere; gli tolsi la camicia e lui il top, prendendomi in braccio per poi portarmi sul letto. Charles era nella posizione dominante, così arrivò verso il mio viso e iniziò a dami piccoli baci partendo dal collo, mentre con le mani si reinserì nella mia intimità; inarcai nuovamente la schiena e lui scese arrivando ai miei seni, baciandoli e stuzzicandoli contemporaneamente. Ansimai.
Ne volevo sempre di più. Finché non arrivò alla gonna sfilandomela via con delicatezza.

- ora però toccava a lui -

<< non pensare che rimanga solo io nuda >> dissi appoggiando la mia mano sul suo petto scivolandola fino all'orlo dei pantaloni. Sorrisi e lui fece lo stesso, ribaltai la situazione, mettendomi sopra di lui, glieli sfilai e subito dopo feci la stessa cosa con i boxer; la sua erezione era dinanzi a me e non potevo non fargli provare piacere dopo quello che ha fatto provare a me. Cercò di risalire per riprendere il controllo della situazione, ma avvicinandomi alle sue labbra gli dissi, << ora sono io il diavolo tentatore >>. Fece un sorriso malizioso e lentamente si fece accompagnare dove si trovava poco prima; non appena si stese iniziai. Feci su e giù con la mano, per poi passare alla bocca andando al ritmo che più gli piaceva; vederlo che si stava trattenendo era uno spettacolo, finché non mi prese in un pugno di capelli e mi portò verso di lui, così che baciandomi tornasse lui nella posizione dominante. Sentire la sua erezione sulla mia intimità, stuzzicandomi e dandomi piacere, io stavo impazzendo e lui lo sapeva...sapeva cosa volevo e solo una richiesta avevo, ed era quella di averlo dentro di me, ma non si sarebbe fermato se non glielo avessi detto. << Emi dimmi che mi vuoi e ti darò di più  >>, << Charles... sappiamo entrambi che lo vogliamo... >> affermai ansimando, così senza esitare entrò dentro di me, iniziò con spinte delicate per poi diventare sempre più forti; la temperatura dei nostri corpi incastrati l'un l'altra era come se il fuoco ci stesse avvolgendo. In fondo se lui è il diavolo, io sono la sua Lilith. Le mie mani si posizionarono nella sua schiena e involontariamente lo graffiai, i nostri gemiti si unirono in un bacio, formando quell'amore che ci aveva avvolti quella sera a capodanno. Presi il suo viso delicatamente e lo baciai, le nostre mani si racchiusero insieme, << ti amo >> dissi gemendo, << ti amo anch'io >> continuò lui.

Paint the town red || Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora